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    LA ROMA DEI GIUSTI - FINALMENTE UN BUON FILM. "HEY, JOE" È UNA RIUSCITA STORIA DI PADRI E FIGLI, DI MADRI CHE SI SACRIFICANO E DI SENSI DI COLPA VISSUTI TRA LA NAPOLI DEI QUARTIERI E L'AMERICA DEL SOGNO AMERICANO FINITO - UN FILM CHE SAREBBE STATO GIUSTO VEDERE A VENEZIA IN CONCORSO. IL VERO PROBLEMA E' NELLA SCELTA DEL PROTAGONISTA, JAMES FRANCO, NOME INVENDIBILE OGGI PER I SUOI PROCESSI IN CORSO DI MOLESTIE SESSUALI, MA CREDO CHE SIA UNA DELLE RARE OPERE ITALIANE CHE POTREBBERO TROVARE UN PUBBLICO IN AMERICA E CHE HA UN'ANIMA DENTRO… - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Finalmente un buon film. Ne avevamo bisogno. "Hey, Joe", opera maggiore di Claudio Giovannesi, che l'ha scritta con Massimo Gaudioso e Maurizio Braucci, entrambi reduci della Gomorra garroniana, lavoro complesso di lunga gestazione già in fase di scrittura, anche perché iniziato con un altro Interprete americano, Matt Dillon, sostituito all'ultimo da James Franco è una riuscita storia di padri e figli, di madri che si sacrificano e rimangono e di sensi di colpa meglio o peggio vissuti tra la Napoli dei Quartieri e l'America del sogno americano finito.

     

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    Il Joe protagonista del film, appunto James Franco, si chiama in realtà Dean Barry, è un giovane marinaio americano che nella Napoli stravolto dalla guerra, dove tutte le signorine si rivolgevano agli americani con "Hey ,Joe", incontra una bella ragazza, Lucia, Giada Savi, che metterà incinta e non rivedrà mai più. Quando, vent'anni dopo e ben due guerre dopo, Corea e Vietnam, arrivati ai primi anni '70, Dean scoprirà con molto ritardo che Lucia è morta e suo figlio, un figlio che non ha mai visto, vorrebbe rivederlo, la passione e l'amore di un tempo sono forse solo vaghi e ricordi.

     

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    Abbrutito dalle guerre, dalla vita, dalle promesse non mantenute, da una ex moglie che gli presenta i suoi fallimenti, un Dean invecchiato si presenta in una napoli non molto cambiata rispetto a vent'anni prima, dove le segnorine vanno ancora dietro i marinai americani. E' in questa Napoli che Dean incontrerà suo figlio, interpretato da Francesco Di Napoli, sposato e a sua volta padre di un bambino appena nato, schiavo di un padre-padrino boss della zona, Don Vittorio, interpretato da Aniello Arena, già protagonista di Reality di Garrone.

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    Ma incontrerà anche una giovane ragazza che lavora nei locali e si approfitta dei marinai americani ubriachi, una sorprendente e totalmente inedita Giulia Ercolini che è una delle grandi sorprese del film. Sarà lei a aiutarlo, a cambiargli la vita e a fargli regolare i conti con un passato di promesse non mantenute.

     

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    Benissimo scritto, ambientato, diretto, con una grande fotografia di Daniele Cipri' che  ricostrusce il sapore Ssa della Napoli della guerra sia della Napoli degli anni '70, è un film che sarebbe stato giusto vedere a venezia in concorso. Ma sappiamo bene che il vero problema di "Hey,Joe" e' tutto nella scelta del protagonista, James Franco, nome Invendibile oggi, per i suoi processi ancora in corso di molestie sessuali, da sbandierare in festival o per la distribuzione americana.

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    Ma, al di là di qualsiasi problema legato alle molestie e al metoo, non solo ho trovato bravo e giusto James Franco, Ma ritengo il film di Giovannesi sia una delle rare opere italiane che potrebbero trovare un pubblico in america e che ha un'anima dentro. Ma soprattutto ha una costruzione solida nata dalla due Gomorre, film e serie.

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