Leonard Berberi per il “Corriere della Sera”
RANDI ZUCKERBERG
Ha scritto al numero uno della compagnia aerea Alaska Airlines. Poi ha pubblicato la lettera sui social, a partire da Facebook, fondato dal fratello e di cui lei è stata direttore del marketing. E con accuse pesanti: «Sono stata importunata da un passeggero e le hostess non hanno fatto nulla». La denuncia di Randi Zuckerberg, sorella di Mark, allarga il dibattito - anche giudiziario - delle molestie sessuali all' interno degli aerei.
«Ero in Prima classe su un volo da Los Angeles a Mazatlán (Messico, ndr ) e di fianco un passeggero ha fatto commenti espliciti, osceni e offensivi nei miei confronti - esordisce Randi Zuckerberg -. Poi continuava a chiedermi se fantasticavo sulla collega che viaggiava con me e valutava il fisico delle donne che s' imbarcavano». La sorella del fondatore di Facebook ha poi ricordato di averlo riferito al personale di volo, che avrebbe non soltanto lasciato correre («perché il passeggero era un cliente abituale» ed «era uno fatto così, senza filtri»), ma avrebbe offerto a Zuckerberg di spostarsi in Economy. «Sono disgustata - commenta -, hanno pure continuato a servirgli da bere alcolici».
RANDI ZUCKERBERG
La compagnia americana Alaska Airlines replica che sta indagando sulla vicenda, ha sospeso i «privilegi» del passeggero e ricorda la «tolleranza zero verso ogni tipo di molestia». Ma è il secondo caso, in poco più di un anno, che la vede coinvolta. L' 8 maggio 2016 Heidi Anne McKinney, 26 anni, è stata accusata di aver toccato «la coscia e l' inguine» di un' altra passeggera sul volo Las Vegas-Portland.
Randi Zuckerberg è così l' ultima vittima, la più famosa - senza dimenticare Jessica Leeds, che sostiene di essere stata palpeggiata nel 1979 da Donald Trump -, di un fenomeno che sfugge a ogni controllo statistico e che però stando a chi lavora nel settore è in crescita, anche a causa della configurazione dei velivoli. Gli spazi a disposizione sono sempre più stretti per il numero maggiore di sedili e i contatti fisici sono facilitati.
RANDI ZUCKERBERG
In parallelo il personale di bordo è stato ridotto per tagliare i costi. E nei voli notturni il buio e la presenza dei superalcolici possono trasformarsi in un mix insidioso. A questo bisogna aggiungere l' assenza di un registro «sex offender» da condividere tra i vettori. Nel 2016, negli Stati Uniti, l' Fbi ha aperto 60 fascicoli d' inchiesta, il 50% in più rispetto al 2015.
Certo, è una minuscola realtà in mezzo a oltre quattro miliardi di passeggeri. Ma è un argomento insidioso: diverse compagnie aeree contattate hanno preferito non parlarne.
Non esiste nemmeno un database. Così gli unici dati certi, a livello globale, sono quelli dei passeggeri molesti: 49.084 «denunciati» dal 2007 al 2015, secondo la Iata, la principale associazione internazionale dei vettori, che però non distingue tra i casi di approcci indesiderati e quelli in cui il viaggiatore tenta di fumare ad alta quota.
MARK E RANDI ZUCKERBERG
«Non è facile identificare la molestia: uno può sostenere che stava dormendo e la mano è scivolata senza volerlo sulla passeggera seduta di fianco», spiega un' assistente di volo di una compagnia mediorientale che preferisce l' anonimato perché non autorizzata a parlarne. «E la segnalazione si deve limitare a indicare la presenza di un viaggiatore problematico, è la polizia che stabilisce se si tratta di molestie».
RANDI ZUCKERBERG
«Per troppo tempo i messaggi espliciti e le aggressioni sono stati un' epidemia silenziosa anche nei nostri aerei», ammette Sara Nelson, hostess e presidente internazionale dell' Associazione degli assistenti di volo. Intanto alcune compagnie hanno iniziato a fare qualcosa. Air India riserva una fila, in Economy, alle sole donne. Un' altra indiana, Vistara, non fa sedere in mezzo quelle che volano da sole. In Arabia Saudita, dodici posti di flyadeal sono «ladies only». Scelte che, però, fanno storcere il naso a diverse esponenti che parlano di ghettizzazione.
RANDI ZUCKERBERG