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    IL JIHADISTA SFIGATO - LA STORIA DEL NEOZELANDESE MARK TAYLOR CHE SI ARRUOLO’ NELL’ISIS MA HA COMBINATO SOLO PASTICCI - TWITTO’ A FAVORE DELLA GUERRA SANTA DALLA SIRIA E SI FECE GEOLOCALIZZARE, E’ STATO IMPRIGIONATO DAI MILIZIANI PER AVER FUMATO HASHISH, SI È SPOSATO DUE VOLTE MA ENTRAMBE LE MOGLI NON LO SOPPORTAVANO E RIUSCIRONO A COSTRINGERLO A CHIEDERE IL DIVORZIO - VOLEVA COMPRARE UNA SCHIAVA MA…


     
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    A.Z. per “Libero Quotidiano”

     

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    Ci sono anche terroristi sfigati. Uno è il neozelandese Mark Taylor, finito in un carcere Isis almeno tre volte addirittura per aver prodotto artigianali e fumare hashish. Ma l' episodio più celebre, che fece guadagnare al quarantaduenne l'appellativo di «jihadista pasticcione», risale al 2014, ovvero poco dopo il suo arrivo in Siria, quando pubblicò alcuni tweet propagandistici nei quali invitava i confratelli in Australia e Nuova Zelanda a compiere attentati. Tweet pubblicati senza prima, però, disabilitare la localizzazione geografica, consentendo così di individuare la posizione del covo dei terroristi.

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    La cosa si ripetè ben 12 volte, finché il suo account non fu sospeso. «Nel gennaio 2015 fui convocato con una lettera da uno degli ufficiali», ha raccontato Taylor all' americana Abc dal carcere curdo dove è oggi prigioniero, «mi portarono in una stanza, mi tolsero la mia arma e ogni altra cosa, compreso il telefono cellulare, che non avrei più visto, e mi dissero che ero sospettato di aver contribuito a localizzare via Gps 12 luoghi all' interno dello Stato Islamico».

     

    Accusato di essere una spia e minacciato di tortura, Taylor, che avrebbe svolto per lo più compiti di guardia, se la cavò con cinquanta giorni di prigione, un castigo decisamente clemente per gli standard di Daesh. Diventato lo zimbello degli altri jihadisti, il neozelandese sarebbe stato incarcerato almeno altre due volte per violazioni più, diciamo, veniali. «L'ultima volta sono stato accusato di fabbricare e bere alcol e di fumare hashish, è stato piuttosto ridicolo».

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    Nella conversazione con Abc, Taylor lamenta pure la sua sfortuna con le donne. Durante la sua militanza nell' Isis si è sposato due volte ma entrambe le mogli non lo sopportavano e riuscirono a costringerlo a chiedere il divorzio. «Mi ero sposato con una siriana di Deir Ezzor», racconta, «il suo nome era Umm Mohammed. Mi pregò di andarmene e recarmi a Idlib, e poi in Turchia. Un mese dopo ho sposato un' altra donna siriana molto più giovane, sostenitrice dell' Isis, ma ho divorziato», spiega ancora Taylor, «non voleva stare nella mia casa, voleva stare vicino ai suoi amici, e non a suo marito. Ho dovuto spiegarle più volte che doveva restare a casa e obbedire a suo marito».

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    L' unica alternativa, a questo punto, sarebbe stato procurarsi una schiava ma Taylor non aveva abbastanza soldi per acquistarne una, cosa che definisce il suo più grande rimpianto: «Per comprare una schiava servono almeno 5.000 dollari per una di 50 anni e oltre. Per comprarne una decente ne servono almeno 10 mila o 20 mila e non avevo quel denaro con me. Ero troppo povero».

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