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    UNA STORIA DI ODIO TRA EX E FOLLIA BUROCRATICA – A FROSINONE UNA 47ENNE MALATA DI CANCRO E IN STATO TERMINALE SI È RIVOLTA AL TRIBUNALE PER VEDERE PER L'ULTIMA VOLTA IL FIGLIO 12ENNE AFFIDATO ALL'EX MARITO, DA LEI DENUNCIATO PER MALTRATTAMENTI - PURTROPPO È MORTA PRIMA CHE I GIUDICI DECIDESSERO – NELL'ULTIMO ANNO IL RAGAZZINO HA SALTATO GLI INCONTRI MENSILI CON LA MADRE STABILITI DAI GIUDICI – LA RELAZIONE DEL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA DEL MASTRO: “IL MINORE HA DATO ATTO, PURTROPPO, DELLA VOLONTÀ DI NON VOLER DIALOGARE CON LA MADRE…”


     
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    Estratto dell'articolo di Assia Neumann Dayan per “La Stampa”

     

    CURE PALLIATIVE PER IL TUMORE CURE PALLIATIVE PER IL TUMORE

    Ieri una donna è morta di cancro senza poter vedere suo figlio di dodici anni, affidato al padre. La donna, che chiameremo Anna, docente di 47 anni, qualche anno fa aveva chiesto la separazione, denunciando il marito, un medico di Trani, per maltrattamenti.

     

    Secondo Anna, il marito le aveva vietato l'uso di elettrodomestici e della connessione internet, costringeva la famiglia a vivere in un immobile inadatto, avrebbe impedito ai figli di conoscere i nonni materni, non sopportava il fatto che la moglie fosse di umile estrazione sociale. Anna decide di separarsi, poi scopre il cancro.

     

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    […]  Anna non aveva molto tempo, e lo sapeva. Con lei era rimasta la figlia più grande di 17 anni, mentre il figlio più piccolo era stato affidato al padre, padre che non gliel'ha mai fatto vedere. Ieri lei è morta, e questi sono i fatti.

     

    La deputata del Pd Maria Cecilia Guerra, insieme a Serracchiani e Fornaro, l'11 gennaio scorso hanno interpellato il Ministro della giustizia e il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità in merito a questa vicenda.

     

    Il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove ha risposto in maniera molto articolata, fornendo ulteriori elementi, come quello che la relazione del consulente tecnico di ufficio, fatta lo scorso aprile, ha evidenziato che «il minore ha dato atto, purtroppo, della volontà di non voler dialogare con la madre. Il minore, in sede di ascolto da parte del CTU nominato dal giudice, ha ulteriormente riferito di avere ricordi spiacevoli del tempo trascorso con la madre e di come gli peserebbe trascorrere tempo con essa, avendo timore e ansia quando sta con la madre».

    ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE

     

    Mi chiedo, e dovremmo in coscienza chiedercelo tutti, come un bambino di dodici anni sia arrivato a non voler vedere la mamma per l'ultima volta perché ha dei ricordi a suo dire spiacevoli, e come nessuno abbia fatto niente affinché perlomeno la visita mensile venisse rispettata. Non è solo la volontà del minore che va rispettata, ma anche il suo interesse e il suo bene. Questo bambino probabilmente vivrà nel rimorso: non adesso, non tra pochi anni, ma succederà.

     

    […] Nella replica a Delmastro Delle Vedove, Maria Cecilia Guerra dice: «Noi, purtroppo, molto spesso, quando il minore non vuole vedere il padre, assistiamo a situazioni in cui la madre viene accusata da CTU poco coerenti con il fatto che la PAS, la sindrome dell'alienazione parentale, sia stata definita non esistente, non scientificamente fondata».

    CURE PALLIATIVE PER IL TUMORE CURE PALLIATIVE PER IL TUMORE

     

    […] Perché poi ci sono i divorzi difficili, i rancori, le vendette, ed è tutto umano, a volte pure comprensibile, ma dove non arriva il buonsenso, arriva il giudice, e dove non arriva l'essere persone decenti, dovrebbe arrivare l'essere genitori decenti. Se non si ha più paura di fare quello che stabilisce un tribunale, che si fa?  […]  

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