Estratto dell’articolo di Giordano Stabile per “La Stampa”
SOLDATO ISRAELIANO NEL NORD DELLA STRISCIA DI GAZA
I canali Telegram filopalestinesi esultano per il ritiro della Brigata Golani dal fronte. Ma la "pausa" imposta all'unità più prestigiosa dell'esercito israeliano non dipende dalle perdite subite, seppure molto consistenti, ma da una fase nuova della guerra, per lo meno nel Nord della Striscia, e non depone a favore della "resistenza".
I "golani" sono stati la punta di lancia dell'offensiva verso Gaza City, si sono fatti fotografare all'interno del "Parlamento di Hamas", prima di farlo saltare in aria, e hanno permesso alle brigate meccanizzate e di fanteria di penetrare nel tessuto urbano per imporre il controllo del territorio. Hanno subito anche le perdite più massicce. Su 520 soldati uccisi - 373 il 7 ottobre, circa 150 dopo l'inizio dell'offensiva di terra -, ben 136 sono "golani", molti ufficiali di medio grado.
BENJAMIN NETANYAHU VISITA I SOLDATI ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA
[…] Ora la Brigata avrà un periodo di riposo e riorganizzazione, anche per rimpiazzare le perdite. L'obiettivo è averla pronta per la seconda fase della guerra, la conquista di Khan Younis e del Sud della Striscia. Questo vuol dire che il grosso della resistenza a Nord è stato spezzato, anche se rimangono sacche importanti, come Beit Lahiya e lo stesso centro di Gaza City. Un'altra ipotesi è che Israele voglia anticipare un'offensiva con Hezbollah in Libano ancora prima di aver sconfitto Hamas e preso tutta la Striscia.
liberazione degli ostaggi israeliani nelle mani di hamas
Israele in ogni caso si prepara già al dopo e lo stesso fa l'asse della "resistenza", incentrato attorno all'Iran sciita, ma che in questo momento gode di appoggi, anche ai vertici, nel mondo arabo sunnita. Sia gli Emirati che l'Arabia Saudita, dopo aver rifiutato di partecipare alla missione navale contro gli Houthi nello Yemen del Nord, hanno ribadito agli Stati Uniti la loro opposizione allo spostamento della popolazione palestinese verso l'Egitto.
SOLDATI ISRAELIANI A GAZA
Si sono offerti di finanziare la ricostruzione di Gaza, dopo che sarà passata sotto il controllo di un governo palestinese di unità nazionale, e solo dopo che sarà ribadito il percorso verso la soluzione "due popoli, due Stati". […]
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