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    ANZIANI, NON TUTTO E' PERDUTO! - LA TERZA ETA’ E’ L’OSSERVATORIO MIGLIORE DELLA NOSTRA VITA: INSEGNA A CONOSCERE DAVVERO NOI STESSI - LE TESTIMONIANZE DI "DINOSAURI" DOC COME CAMILLERI, PIRANI, REICHLIN NEL LIBRO DELLO PSICANALISTA MASSIMO AMMANITI - LA CAPRIA: "LA VERA VITA LA VEDIAMO SOLTANTO QUANDO NON C'È PIÙ CIOE' QUANDO INVECCHIAMO..."


     
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    Francesco Bei per “la Stampa”

     

    MASSIMO AMMANITI LA CURIOSITA NON INVECCHIA MASSIMO AMMANITI LA CURIOSITA NON INVECCHIA

    La vecchiaia, al di là della retorica e dei buoni sentimenti, serve a qualcosa? Serve all' individuo che la vive - la subisce? - e a chi gli sta intorno? Domande non banali, soprattutto in una società come la nostra in cui gli oltre 65 anni (ma ormai anche i 90enni) sono destinati a costituire una delle coorti più numerose. Sono secoli, naturalmente, che l' umanità si interroga intorno a questo tema - il De Senectute di Cicerone è del 44 a.C. -, che in fondo è anche il tema della persona di fronte alla prospettiva della sua fine biologica, dell' uomo e la sua morte, di quello che lascerà e di ciò che ha compreso della sua esistenza.

    LO PSICHIATRA MASSIMO AMMANITI LO PSICHIATRA MASSIMO AMMANITI

     

    Portandoci per mano come un Virgilio premuroso attraverso questi interrogativi che possono produrre angoscia e depressione, lo psicanalista Massimo Ammaniti si serve a sua volta della saggezza di alcuni sapienti per rassicurarci: nel suo La curiosità non invecchia, Elogio della quarta età , lascia spesso la parola a protagonisti della vita politica e culturale italiana come Andrea Camilleri, Raffaele La Capria, Aldo Masullo, Mario Pirani, Alfredo Reichlin, Luciana Castellina e altri, che ci hanno preceduto in questo territorio della vita.

     

    raffaele la capria (2) raffaele la capria (2)

    Le risposte non possono che essere personali, ma ci sembra illuminante l' intuizione di Raffaele La Capria: «Noi, la vera vita, la vediamo soltanto quando non c' è più, appunto quando invecchiamo, e quindi solo allora la possiamo contemplare». Come nel libro di La Capria L' amorosa inchiesta , questa indagine su di sé è possibile solo da vecchi: «Quando tu la vita la puoi contemplare, cioè quando la vedi a una certa distanza, la puoi anche giudicare».

     

    Andrea Camilleri Andrea Camilleri

    D' accordo, ma esiste uno scopo? O la contemplazione si riduce a una rassegnata constatazione del bel tempo andato e delle cose che abbiamo perso per sempre? Tutto il contrario, ci rincuora Ammaniti. Non solo non si deve rinunciare a fare progetti per il futuro, anche proiettandosi su figli e nipoti, ma soprattutto bisogna ripudiare l' idea che la vecchiaia sia una sorta di anticamera della morte.

     

    L' autore fa sue le considerazioni di James Hillman, che a lungo si è occupato dell' esperienza dell' invecchiamento: lo scopo della quarta età «non sarebbe quello di preparare alla morte, bensì di far emergere il carattere personale, che ha bisogno di una lunga gestazione per rivelarsi, in primo luogo a se stessi ma anche agli altri». La vecchiaia dunque come «banco di prova della propria vita», in cui certamente possono accentuarsi o disvelarsi i difetti caratteriali, ma per fortuna anche le qualità.

     

    Mario Pirani Mario Pirani

    Capitolo dopo capitolo Ammaniti - che ha dedicato la sua vita ai problemi dell' infanzia, della genitorialità e dell' adolescenza e ora si mette alla prova con l' ultima età dell' uomo - ci fornisce la prova che la vecchiaia, al di là dei pregiudizi che sconta in una società dominata dal giovanilismo a tutti i costi, è un territorio da scoprire, rorido, fertile, persino produttivo - senza bisogno di essere scrittori come Camilleri, basta citare le esperienze di volontariato degli anziani, il tempo libero finalmente dedicato alla cultura e alla scoperta del mondo - e capace di stupire.

     

    Le rivelazioni sono sempre dietro l' angolo, basta mettersi in gioco. Come l' arcigno Isak Borg, il protagonista del film di Bergman Il posto delle fragole , vedovo e chiuso nel suo egoismo, che per un caso si ferma nella casa dove aveva vissuto da ragazzo e rivede la cugina Sara, «da lui amata in gioventù ma alla quale non aveva mai avuto il coraggio di dichiararsi, mentre raccoglie le fragole nel prato». Un episodio che porta all' illuminazione e a una progressiva riscoperta di sé: come Isak anche noi, «sollevati dal peso dei mille impegni quotidiani, possiamo tirare le fila della nostra vita e cercare di rileggerne la trama con occhi diversi».

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