Giorgio Marota per il “Corriere dello Sport”
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Più che far suonare un campanello d'allarme, Paolo Nicolato grida direttamente "al fuoco". L'odore di bruciato, del resto, si percepisce nitidamente dalle parti di Coverciano: il rischio concreto è che la vittoria all'Europeo di questa estate sia stata fumo negli occhi di un calcio che continua a dimenticarsi dei vivai. «Qualche anno fa avevamo un'Under 21 che guardava alla Serie A, ora il nostro campionato di riferimento è la Serie B.
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Ma se continuiamo così il rischio è che tra poco dovremo andare a prendere i calciatori in Serie C. Questo andamento causerà un problema per il futuro della Nazionale». I dati sono sotto gli occhi di tutti: in ogni squadra di Serie A ci sono, in media, solo 2,7 italiani convocabili dalla selezione Under 21. Questi ragazzi giocano solamente il 4% dei minuti disponibili e quasi sempre (80% dei casi) entrano oltre il 70’.
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PROSPETTIVE. Nella prima conferenza stampa del ritiro che porterà gli azzurrini al doppio confronto con Montenegro (venerdì) e Bosnia (martedì prossimo) - sfide valide per la qualificazione all'Europeo - il tecnico è tornato a premere su un tasto dolente. Ha fatto un appello ai media («abbiamo bisogno anche di voi per far capire il problema») con la speranza che qualcuno ascolti (i club, ma non solo) e consideri questo messaggio non più rinviabile, trovando una soluzione.
Dalle sue parole si percepisce nitidamente l'urgenza: «Il nostro reparto d'attacco è fatto da calciatori che in Serie A ormai non giocano più. A inizio stagione sembrava essere cambiato qualcosa, ma purtroppo quando il campionato entra nel vivo i ragazzi ci rimettono sempre. Alcuni sono calciatori di 22 anni e li consideriamo ancora giovani, non so fino a quando. Sono davvero preoccupato».
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GAP. C'è da allarmarsi, perché il gap con le rivali aumenta anziché diminuire. In Spagna, ad esempio, alcuni atleti nati nel 2003 e nel 2004 sono già stabilmente nel giro della Nazionale maggiore di Luis Enrique. «L'Europa ci sta insegnando molte cose - il pensiero di Nicolato, che negli ultimi mesi ha viaggiato parecchio per studiare le tendenze e i nuovi modelli del calcio giovanile - ma dobbiamo avere l'umiltà e gli occhi per vedere».
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A proposito di attaccanti, questa la fotografia dell'attuale nazionale Under 21: Cambiaghi (alla prima convocazione) gioca in B nel Pordenone ultimo in classifica, così come militano nel campionato cadetto Colombo (Spal), Gaetano (Cremonese) e Lucca (Pisa), mentre i due rappresentanti della Serie A, Cancellieri (Verona) e Yeboah (Genoa), hanno collezionato rispettivamente 190' e 520'.
GIOCO. Parlando delle due formazioni che l'Italia affronterà con l'obiettivo di superare la Svezia in vetta al girone F (gli azzurrini sono secondi a -1, ma con due gare da recuperare), Nicolato ha detto di «temere soprattutto la loro fisicità e l'intensità» più di ogni altro aspetto tecnico. Dal punto di vista tattico, invece, insisterà ancora sul collaudato 4-3-3, nonostante le ali "pure" stiano «scomparendo» e i calciatori solitamente schierati dall'inizio (Colombo e Vignato) in quelle posizioni siano da considerare «esterni d'attacco atipici».
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Ma la qualità del gioco che si è vista fin qui è un segnale da non sottovalutare. E lascia ben sperare: «Stiamo crescendo e mi piacerebbe insistere su questa strada - ha concluso l'allenatore - vorrei solo migliorare su un aspetto: abbiamo dei problemi realizzativi, facciamo pochi gol per le occasioni che creiamo». Oggi in conferenza parlerà il romanista Bove, un ragazzo che Nicolato ha convocato per osservare da vicino i suoi progressi visto che il percorso in Under 20 è stato notevole ma «con la Roma gioca al massimo 10 minuti».
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