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    LE DOMANDE ANCORA SENZA RISPOSTA DEL CASO LUCA MORISI: QUANDO SONO ARRIVATI, I CARABINIERI L’HANNO TROVATO IN STRADA CHE LITIGAVA CON I DUE ESCORT. ERA PIENO GIORNO E C’ERANO MOLTE PERSONE FUORI: UNA SITUAZIONE IMBARAZZANTE PER UNA PERSONA ESPOSTA COME LUI. PERCHÉ NON HA PROVATO A CHIUDERE L’ACCORDO? E COSA VOLEVANO OTTENERE I DUE RUMENI OLTRE AI SOLDI? – PETRE SOSTIENE DI AVER CHIAMATO IL 112 PER CHIEDERE AIUTO, MA NELLA TELEFONATA AL CENTRALINO NON HA FATTO ACCENNO ALLE SUE CONDIZIONI DI SALUTE. HA SOLO DETTO DI AVER… – IL POMERIGGIO IN CASERMA E IL MISTERO SULL'IDENTITÀ DEL PUSHER DELL'EX SOCIAL GURU


     
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    luca morisi luca morisi

    1 - MORISI, L'OMBRA DELLA VENDETTA "L'HANNO DENUNCIATO PER I SOLDI"

    Grazia Longo e Niccolò Zancan per “La Stampa”

     

    Forse la parola giusta è «vendetta». Ora che si conosce l'esatta sequenza dei fatti, che hanno trasformato una vicenda privata in un caso politico. Il caso Morisi. Sono le 15,37 del 14 agosto.

    PETRE - L ESCORT DEL FESTINO A CASA MORISI PETRE - L ESCORT DEL FESTINO A CASA MORISI

     

    Per tre volte Nicolas, nome d'arte, uno dei due ragazzi escort invitati a casa di Luca Morisi, il responsabile della comunicazione sui social della Lega e di Matteo Salvini, chiama i carabinieri e urla frasi che riguardano una faccenda di soldi: «Questo è un furto! Qui c'è un uomo che ci sta fregando. Dovete intervenire».

     

    Cade la linea. Ma Nicolas richiama ancora. Insiste. Non parla di droga. Contrariamente a quanto lui stesso ha dichiarato nelle interviste rilasciate in questi giorni, dice nulla del suo stato di salute e non sembra preoccupato di stare male. Quella che vuole dirimere con l'intervento delle forze dell'ordine è una questione economica. I carabinieri arrivano poco più tardi nelle campagne di Belfiore e chiedono alle tre persone presenti nell'appartamento di seguirli in caserma a San Bonifacio.

     

    CASA DI LUCA MORISI CASA DI LUCA MORISI

    Ecco chi sono: Nicolas e Alexander, escort gay contattati sul sito di incontri Grinder Boy. Il terzo che deve andare in caserma è Luca Morisi, il padrone di casa. Il tema è sempre quello dei soldi. Sul profilo di Alexander c'è il suo tariffario, che va da 150 euro per 30 minuti a 2500 euro per 24 ore quando si tratta di un servizio a domicilio.

     

    Secondo la versione degli escort, si erano accordati per 4 mila euro, ma Luca Morisi gli doveva ancora 1500 euro. Mentre stanno spiegando ai carabinieri una questione penalmente irrilevante, un militare nota il modo di parlare del ragazzo che li ha contattati. È impastato, stralunato, stravolto. Decide di fare una perquisizione nella sua auto.

    ESCORT ROMENO CHE HA PASSATO LA NOTTE CON LUCA MORISI ESCORT ROMENO CHE HA PASSATO LA NOTTE CON LUCA MORISI

     

    Trova una bottiglietta di liquido sospetto. «È droga dello stupro», dice Nicolas. Solo a questo punto si dichiara preoccupato per le sue condizioni di salute e verrà accompagnato in ospedale. E qui entra in scena la questione penalmente rilevante. È forse per vendetta, quindi, che proprio quel ragazzo dice una frase che si può riassumere così: «Andate a casa di Luca Morisi, troverete tantissima droga».

     

    Lì sarà lo stesso Morisi a indicare la bustina, al piano di sopra, sullo scaffale della libreria ai carabinieri della scientifica: 0,31 grammi di cocaina. Modica quantità, uso personale. È stato un litigio per una questione di soldi a aprire l'inchiesta della procura di Verona per un altro reato, l'unico iscritto il 14 agosto e l'unico reato iscritto ancora adesso: cessione di sostanze stupefacenti. Non la cocaina, di cui Morisi si sarebbe fatto carico. Ma la droga dello stupro.

    luca morisi e matteo salvini luca morisi e matteo salvini

     

    Quella bottiglietta sottoposta a analisi chimiche. È la droga che tutti scaricano sul prossimo. «Me l'ha offerta Morisi», dice Nicolas. «Non sono stato io a portarla», dice il padrone di casa attraverso il suo avvocato. Se c'è stata molta confusione è perché la prima versione dei fatti, a lungo sostenuta anche dalla procura di Verona, è che i ragazzi fossero incappati in un controllo casuale dei carabinieri.

     

    E invece, ecco adesso la procuratrice Angela Barbaglio: «Ho parlato di controllo casuale per spiegare che non c'erano indagini precedenti a quel giorno, nessuno era già sottoposto a investigazione. L'intervento dei carabinieri può benissimo essere partito da una chiamata al 112».

    ESCORT ROMENO CHE HA PASSATO LA NOTTE CON LUCA MORISI ESCORT ROMENO CHE HA PASSATO LA NOTTE CON LUCA MORISI

     

    Così è stato, infatti. Prima un litigio per soldi, poi una specie di vendetta attraverso la droga. «Se nel proseguo delle indagini emergeranno altri fatti di rilevo, potrà cambiare anche il titolo di reato. Per il momento siamo sempre all'ipotesi iniziale: quella della cessione di sostanze stupefacenti».

     

    La procuratrice Angela Barbaglio aggiunge: «Che questa notizia sia stata da noi, o dalle forze dell'ordine, tenuta artatamente nascosta per essere utilizzata in periodo pre-elettorale mi pare del tutto ridicola». Una notizia sempre minimizzata dalla procura di Verona. Anche quando è diventata pubblica. I due ragazzi romeni al centro della storia hanno scelto strategie diverse. Nicolas, l'unico che comprare agli atti, ha rilasciato tre interviste e dalla Romania annuncia per oggi il suo ritorno in Italia. Alexander tace, come chi aspetta che la tempesta passi.

     

    2 - MORISI FU PORTATO IN CASERMA ECCO COSA SAPPIAMO DI QUELLA NOTTE

    LA CASA DI LUCA MORISI LA CASA DI LUCA MORISI

    Giusi Fasano e Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

     

    Il pomeriggio del 14 agosto Luca Morisi lo passò in caserma. Mentre era in corso la lite in strada con i due escort rumeni (che con lui avevano trascorso la notte sniffando cocaina) arrivarono i carabinieri e non riuscendo a calmare i tre decisero di trasferirli tutti in caserma, appunto, per scrivere i verbali. Morisi però non fece il nome del pusher e alla fine rifiutò di firmare il verbale di perquisizione nel suo appartamento di Palazzo Moneta.

     

    MEME SUL CASO MORISI MEME SUL CASO MORISI

    È l'ultimo dettaglio di una storia dai contorni ancora oscuri, segnata da una ricostruzione che ha numerosi pezzi mancanti. Una vicenda che lo stesso Morisi, all'epoca responsabile della comunicazione social di Matteo Salvini e inventore della «Bestia», adesso sostiene di voler chiarire davanti ai magistrati. Morisi è un personaggio pubblico, ma nonostante questo decise di adescare i due giovani attraverso un sito di incontri.

    luca morisi luca morisi

     

    Lo racconta uno dei due rumeni, Petre, ma nelle interviste il giovane ha dato diverse versioni. Per questo bisognerà accertare come davvero avvenne il primo contatto e soprattutto quale fosse la cifra pattuita e l'accordo per il pagamento. Secondo Petre dopo un versamento iniziale avvenuto con accredito su una carta prepagata, i due giovani avrebbero dovuto ricevere altri 1.500 euro.

     

    «Ma quando stavamo andando via - sostiene il ragazzo - lui disse di non avere i soldi». Il sospetto è che in realtà i due rumeni, dopo aver trascorso la notte nell'appartamento di Morisi, lo abbiano ricattato chiedendo più soldi e minacciando che altrimenti lo avrebbero denunciato per il possesso di cocaina. Qual era davvero la cifra stabilita? Possibile che Morisi abbia accettato il rischio della denuncia?

    MEME SU MATTEO SALVINI E LUCA MORISI MEME SU MATTEO SALVINI E LUCA MORISI

     

    «Ho parlato con Petre - dichiara la sua avvocata, Veronica Dal Bosco - e lui nega di aver ricattato Morisi. Ci vedremo nei prossimi giorni, appena tornerà in Italia, e chiederemo anche alla Procura di interrogarlo». «Stavo male e decisi di chiamare il 112 per chiedere aiuto», sostiene Petre. Falso. Nella telefonata al centralino di emergenza si sente un uomo chiedere l'intervento dei carabinieri «perché c'è stato un furto».

     

    MEME SU LUCA MORISI MEME SU LUCA MORISI

    Come è possibile che due escort, con un flacone di droga liquida nello zaino, decidano di chiedere l'intervento delle forze dell'ordine? Che cosa volevano davvero ottenere? E soprattutto, avevano capito chi fosse quell'uomo? Durante la notte era stata consumata molta cocaina, per ammissione degli stessi giovani. I vicini raccontano anche di aver sentito più volte «un gran trambusto».

     

    UN VECCHIO TWEET DI LUCA MORISI SU ORGE E DROGHE UN VECCHIO TWEET DI LUCA MORISI SU ORGE E DROGHE

    Quando arrivano, i carabinieri trovano Morisi che sta discutendo con i due giovani alla fine del viale davanti a Palazzo Moneta. I rumeni dicono che devono avere dei soldi, Morisi nega. Si tratta di una situazione certamente imbarazzante per lui, anche perché avviene in pieno giorno e davanti a numerose persone. Appare strano che non abbia cercato di trovare un accordo. Eppure è proprio così, tanto che la lite rischia di degenerare e alla fine i carabinieri decidono di portare tutti in caserma.

     

    MATTEO SALVINI E LUCA MORISI MEME MATTEO SALVINI E LUCA MORISI MEME

    Quando entrano nella stazione di Belfiore, Petre dice di stare male, «mi sento morire», quindi i carabinieri chiamano un'ambulanza. Lo portano in ospedale per un controllo, mentre gli altri due aspettano in caserma. Intanto viene stilato il primo verbale che dà conto del sequestro di un flacone di Ghb, la «droga dello stupro».

     

    Petre dice di averlo consegnato spontaneamente ai carabinieri ma i militari scrivono invece di averla trovata loro nello zaino. Si decide una perquisizione a casa di Morisi. È stato lui ad ammettere il consumo di cocaina? Nella relazione di servizio che ricostruisce il controllo nel suo appartamento si specifica che è stato lui a consegnare spontaneamente 0,31 grammi di polvere bianca nascosti in un libro. Evidentemente si tratta di un avanzo, visto che su due piatti di ceramica ci sono i residui di altro stupefacente che, per ammissione dei giovani, era stato consumato in grande quantità.

    TWEET DI LUCA MORISI SULLA DROGA DATATO 2014 TWEET DI LUCA MORISI SULLA DROGA DATATO 2014

     

    Poi tornano tutti in caserma e vengono redatti i verbali definitivi. In caserma non si procede con le deposizioni dei tre e Morisi non svela da chi ha acquistato la cocaina. L'identità del pusher è uno dei misteri di questa storia, così come la possibilità che in passato ci siano stati altri incontri dello stesso tipo. Un vero e proprio giro di escort e serata a base di stupefacenti.

     

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    Sono le 20.32 del 14 agosto quando i carabinieri chiedono ai presenti di firmare gli atti. Morisi chiama il suo legale e rifiuta. La fine della sua carriera appare segnata. L'indagine sembra invece ancora all'inizio. Le verifiche dei carabinieri sono tuttora in corso. Nei prossimi giorni i magistrati della Procura dovranno invece interrogare i tre protagonisti. Mettere a confronto le diverse versioni, chiarire i punti ancora oscuri per valutare se siano stati commessi altri reati. E così scrivere la fine di una storia che continua a mostrare troppe discrepanze.

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