Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
giandavide de pau
Uccise e dimenticate. Lasciate sole prima di morire, poi rimaste per anni senza giustizia. Spesso senza nessuno che ne abbia reclamato i corpi per piangerle o pregare per loro. Sono quasi un centinaio le prostitute assassinate negli ultimi 40 anni a Roma e dintorni. Forse ancora di più quelle nel decennio precedente. Vittime di protettori e clienti, sfruttatori e maniaci.
Non pochi i delitti insoluti, ancora oggi cold case. Proprio per questo - nella Giornata nazionale contro la violenza sulle donne - la strage di Prati assume un significato ancora più profondo. E le indagini tuttora in corso riportano indietro nel tempo. Perché fra le analogie ancora da dimostrare con qualche delitto precedente c'è quella di vittime aggredite, uccise e infine spinte sotto il letto.
GIANDAVIDE DE PAU
Un goffo tentativo di nascondere i cadaveri o, secondo alcuni psichiatri, l'intento del killer di allontanare da sé il pensiero di quanto appena fatto. Martha Castaño Torres, accoltellata in via Durazzo, era in parte sotto il letto, così come prima di lei Yang Yun Xiu, alias Xiuli Guo, in via Augusto Riboty.
Agli atti dell'inchiesta ci sono foto inedite che mostrano Giandavide De Pau mentre lascia l'appartamento della ragazza cinese e della sua coinquilina. Si è coperto il viso, si è ripulito dal sangue. Il sospetto di chi indaga è che abbia seguito un rituale, per questo si valuta se contestargli la premeditazione.
Era già successo anni fa in casi analoghi di omicidi di prostitute che ricevevano in casa. Nel febbraio 2010 in via Pietro Rovetti, a Torpignattara, fu trovato il cadavere di una cinese di circa 30 anni, strangolata e incastrata nel giaciglio. Scena simile nel novembre 2009 in via Squillace, vicino Capannelle, dove Laura Zambani, 55 anni, fu massacrata con un tubo di ferro.
GIANDAVIDE DE PAU
La Squadra mobile si è concentrata sui due casi insoluti, con una vittima dall'identità non certa, per verificare se ci siano collegamenti con quelli di oggi. E non solo. Al vaglio ci sarebbe anche la tragica fine di una ragazza nigeriana, tuttora senza nome, uccisa con sette coltellate in una notte di ottobre di 10 anni fa su via Aurelia e gettata in una vicina discarica. Quel fascicolo potrebbe essere ora riaperto.
Il profilo genetico di De Pau è stato già isolato e verrà confrontato con quelli inseriti nella banca dati nazionale. In queste ore vengono riesaminati i video girati dal 51enne in via Riboty. Si cerca di ricostruire ogni dettaglio, focalizzare i particolari, individuare un eventuale rituale. E si lavora alla ricostruzione delle ore successive al triplice omicidio, soprattutto alla partecipazione di possibili complici alla fuga dell'uomo. La storia recente dei delitti di ragazze di strada ed escort nella Capitale è d'altra parte costellata di misteri.
GIANDAVIDE DE PAU
E di serial killer. Come quello finora sfuggito alla cattura dopo aver ucciso almeno quattro giovani della Nigeria e del Ghana, tra l'estate e il Natale del 2001: «È solo l'inizio», annunciò un misterioso interlocutore al centralino della Questura. Poi sparì lasciandosi dietro due vittime all'Ardeatino e al Laurentino, un'altra davanti al cimitero di Anzio e una ancora nelle campagne di Tuscania. L'anno successivo Maringa Popic, bosniaca di 22 anni, fu trovata uccisa dietro un benzinaio ai Colli Albani.
Nessun colpevole, come per cinque dei sette omicidi contestati a Maurizio Giugliano, killer seriale morto in carcere nel 1994, detto «Il lupo dell'Agro romano». L'anno successivo un'altra vittima sconosciuta, sempre accoltellata, vicino alla discarica di Rocca Cencia, mentre nel 2011 l'Ardeatino è ancora teatro dell'orrore con i resti di una donna senza testa e senza gambe, violentata prima di essere uccisa, trasformata in una macabra valigia con un manico in filo di ferro. Mai identificata, come il «macellaio» - il soprannome dato al killer - che aveva fatto un lavoro meticoloso per renderla irriconoscibile.
LIA - UNA DELLE DUE PROSTITUTE CINESI UCCISE DA GIANDAVIDE DE PAU GIANDAVIDE DE PAU