matteo salvini canta con giorgia meloni alla festa di compleanno.
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
«Il karaoke con la canzone sull’annegata no, c’è un limite, è una trovata veramente di bassa lega», commenta severo Stefano Cappellini in un editoriale sulla Repubblica. Come rievoca Federico Pistone su Rockol.it, premiato nel 2016 come miglior sito musicale italiano, La canzone di Marinella di Fabrizio De André, oggetto della performance canora di Giorgia Meloni e Matteo Salvini alla festa per i 50 anni del vicepremier leghista, non riguarda un’annegata, bensì Maria Boccuzzi, una «prostituta adolescente di origine calabrese» che «nel 1953 venne uccisa con un colpo di pistola e gettata nel fiume Olona». Ma qui sbaglia anche Pistone.
stefano cappellini
Non era adolescente, Maria Boccuzzi, meglio conosciuta con il soprannome Mary Pirimpò (o Mary Pirimpo, secondo il Corriere della Sera dell’epoca), essendo nata nel 1920 a Radicena (Reggio Calabria): aveva dunque 33 anni quando il suo cadavere fu ripescato a Milano, presso il ponte di via Renato Serra (l’Olona fu poi tombato, nel 1955, per far posto alla circonvallazione).
MARIA BOCCUZZI - LA MARINELLA DELLA CANZONE DI DE ANDRE
E non fu uccisa con un colpo di pistola. All’obitorio si contarono sulla salma i fori di 6 proiettili: due nella regione scapolare, uno nel petto, uno nel collo, due ai polsi. Per il delitto fu arrestato un ex ballerino nella compagnia di Wanda Osiris, Luigi Citti, alias Jimmy, amante e protettore della donna, che però venne condannato a 5 anni e 10 giorni di reclusione per i soli reati di sfruttamento ed estorsione.
Trascorsi 19 mesi, Valmiria Pellicciari, che aveva conosciuto Maria Boccuzzi ai tempi in cui entrambe esercitavano la prostituzione a Torino, fu uccisa in una casa chiusa a Firenze.
La Stampa, refuso sconcertante
Le indagini sul primo crimine proseguirono fino al 1958, a opera di Mario Nardone, leggendario capo della Squadra mobile milanese, il quale arrivò a interrogare 2.000 persone e riuscì a rintracciare in Sudafrica l’auto su cui Maria Boccuzzi era salita la notte in cui venne ammazzata. Carlo Boccuzzi, il padre della mondana, aveva già perso nel 1945 il primogenito Gaetano, dilaniato dallo scoppio di una granata a Desenzano del Garda.
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Sulla Stampa, la notizia della tragica fine di Torpekai Amarkhel, 42 anni, giornalista scappata dall’Afghanistan e morta nel naufragio del barcone in Calabria, finisce con questo periodo, funestato da uno sconcertante refuso: «Costretta a fuggire, imbarcandosi su quel barcone per l’Italia, la sua figa è finita con l’annegamento nella notte terrificante di Cutro, per scampare dall’inferno dei taleban». A che cosa pensano i redattori della Stampa mentre lavorano?
veronica gentili
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Dal Venerdì di Repubblica: «L’export di vino e birra meritano un brindisi». E il titolista un bel 2 in italiano.
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«Come nelle migliori sfide tra tycoon, Pinault e Arnaud, Berlusconi e De Benedetti, Cuccia (che però mai si è arricchito) e Sindona», scrive il coltissimo Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore. Tycoon, secondo Lo Zingarelli 2023, significa «magnate, grande imprenditore commerciale». Enrico Cuccia e Michele Sindona sono stati banchieri, non imprenditori commerciali.
Pinault con la moglie Salma Hayek
Cuccia, in particolare, non era socio di Mediobanca: solo un amministratore. Più avanti, il povero diavolo sostiene che «quando George W. Bush propose di abolire le tasse di successione alcuni super ricchi – (dal padre di Bill Gates a Warren Buffett, da Soros a Rockefeller (Steven) – una moltitudine si schierò contro la proposta». William Henry Gates II, padre del fondatore della Microsoft, a differenza del figlio non era un super ricco, bensì un avvocato.
veronica gentili
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Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «È dunque verosimilmente da attribuire a questo il nuovo disegno di legge sull’immigrazione che Sunak ha annunciato con fare stentoreo». Stentoreo significa «chiaro e forte, detto della voce umana», non del fare o dell’agire.
Del resto, l’aggettivo deriva da Stentore, citato nell’Iliade di Omero, eroe epico greco che gridava con voce possente, pari a quella di 50 uomini messi insieme. Evidentemente, Gentili da piccola non ha mai giocato a Dire fare baciare, e confonde le prime due azioni.
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Il Messaggero, a Berlusconi resta solo il Monza
Titolo dal Messaggero: «Dopo il Milan, ceduto anche il Giornale / A Berlusconi ormai resta solo il Monza». Mediaset, Mondadori, Publitalia, Publieurope, Banca Mediolanum, Medusa film, Digitalia, Mediamond deve averle vendute la settimana prima, insieme con le ville di Arcore, Roma, Milano, Macherio, Rogoredo di Casatenovo, Porto Rotondo, Lesa, Lampedusa, Antigua.
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Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera a Kramatorsk, parla di Ivan Fedorov, sindaco di Melitopol: «La regione da Zaporizhzhia verso Melitopol potrebbe essere presto al centro della guerra.
LORENZO CREMONESI INTERVISTA ZELENSKY
Lui nella nostra intervista per telefono da Kiev si schernisce. “Non posso commentare temi che riguardano il nostro esercito”, spiega». Prossimamente su questo scherno. (Schernire significa «deridere, dileggiare, con disprezzo insultante». Schermirsi, verbo riflessivo, «sottrarsi abilmente, cercare di evitare». Quindi, Fedorov semmai si schermisce).
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In uno sgangherato e approssimativo articolo sulla composizione del prossimo conclave, Iacopo Scaramuzzi dispensa sulla Repubblica notizie e numeri. Sorvolando sulle sue acrobatiche incongruenze, basta limitarsi agli errori.
bergoglio funerali di ratzinger
In un barcollante elenco degli ultimi papi, il volenteroso vaticanista scrive che «33 giorni dopo Giovanni Paolo I arrivò il polacco Giovanni Paolo II». Il quale però fu eletto il 16 ottobre 1978 mentre papa Luciani era morto il 28 settembre precedente: i giorni furono dunque appena 18, non 33.
Inoltre, Francesco non può aver ridisegnato «il sacro collegio», per il semplice fatto che dal 1983 non è più definito sacro: il nome corretto è collegio cardinalizio. Infine il cardinale Louis Antonio Tagle si chiama Luis Antonio Gokim Tagle.
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VERONICA GENTILI
Titolo dalla Verità: «La linea Speranza per tenerci ai domicliari: “Vietato dare aspettative positive”». Ma non è vietato rileggere i titoli.
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Editoriale di Alessandro De Angelis sulla Stampa: «E questo racconta di un premier in balia degli eventi che, da quando ha iniziato, non c’è un solo atto su cui abbia davvero lasciato il segno». Anacoluto in purezza.
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Su Anteprima, nella rubrica Compleanni, viene citato «l’arcivescovo di Atene e primate della chiesa ortodossa greca Geronimo II». Si tratta di sua beatitudine Hieronymos II, da tradursi in Gerolamo II, e non con il nome del capo degli Apache. Augh!