Federico Rampini per “la Repubblica”
Dicendo che il coronavirus è la nuova Pearl Harbor, Trump ha maneggiato una metafora molto densa. Per almeno tre ragioni.
donald trump xi jinping
Anzitutto, Pearl Harbor nella memoria storica degli americani è "l' Asia infida che ci attacca alle spalle". Nel dicembre 1941 fu il bombardamento del Giappone su una base militare e navale nelle Hawaii, senza dichiarazione di guerra preventiva. Oggi l' equivalente attacco non dichiarato sarebbe il coronavirus di Wuhan, su cui la Cina nascose a lungo delle notizie che potevano prevenire il contagio in altri paesi.
XI TRUMP
Un secondo significato di Pearl Harbor è l' inizio della grande guerra del Pacifico. Che per gli Stati Uniti fu a lungo più importante del fronte europeo contro la Germania nazista. Già allora per Franklin Roosevelt il Pacifico cominciò ad essere il nuovo centro del mondo, dove si giocava la sfida per la supremazia globale. Terza ragione per cui il paragone con Pearl Harbor è "denso": allude al possibile inizio di una guerra vera, non più solo guerra fredda, come scenario possibile. In una fase in cui nei mari d' Oriente si moltiplicano le tensioni tra la US Navy e la marina cinese, soprattutto in "zone grigie", frontiere marittime contestate, isole contese, dove Pechino vuole allargare la sua sovranità e la sua sfera militare a scapito di alleati dell' America come il Giappone e le Filippine.
trump taiwan
Tra le cause scatenanti di una crisi va aggiunta sempre Taiwan, isola "ribelle" che la Cina considera sua ma che gli Stati Uniti s' impegnano a difendere da un' invasione. È in atto un pressing diplomatico di Trump perché Taiwan partecipi a una conferenza dell' Oms a maggio. La conferenza essendo dedicata al coronavirus, sembra logico che partecipi una nazione-modello che ha gestito la pandemia con risultati esemplari.
Però per la Cina escludere Taiwan dalle organizzazioni internazionali è un principio inderogabile.
peng liyuan e xi jinping con melania e donald trump
Dai tempi del disgelo Nixon-Mao nel 1972, la diplomazia americana si è rassegnata a non urtare la suscettibilità di Pechino sul tabù di Taiwan. Trump ha deciso di urtarla. Per finire, entro due settimane la Casa Bianca vuole verificare che Xi Jinping rispetti la promessa di un consistente aumento di acquisti di derrate agricole americane. Fu su quella base che la guerra dei dazi conobbe un armistizio a gennaio.
Quella tregua potrebbe avere i giorni contati.