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    LEGA DI LOTTA E DI GOVERNO? – D’ALIMONTE: "L'ERRORE ELETTORALE DI SALVINI È TENERE IL PIEDE IN DUE STAFFE. IL CASO POLACCO SEMBRA INDICARE CHE SALVINI HA SCELTO DI GAREGGIARE CON LA MELONI SUL SUO TERRENO, QUELLO DELL'EUROSCETTICISMO. PER QUALE MOTIVO UN ELETTORE DOVREBBE VOTARE LEGA INVECE DI VOTARE FRATELLI D'ITALIA? LA LEGA COME PARTITO DEI MODERATI. QUESTO SAREBBE UN MESSAGGIO DIVERSO DA QUELLO DELLA MELONI…"


     
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    ROBERTO D’ALIMONTE PER IL SOLE 24 ORE

     

    matteo salvini e giorgia meloni matteo salvini e giorgia meloni

    Il caso del conflitto tra Unione europea e Polonia ripropone la questione della identità della nuova Lega. Matteo Salvini ha deciso di schierare il suo partito su una posizione apertamente sovranista. La massa degli elettori italiani non ha la più pallida idea del rapporto tra diritto europeo e diritto nazionale, ma capisce che per Salvini l'Italia viene prima dell'Europa. Questa è l'essenza del messaggio. Per chi conosce i delicati equilibri su cui si regge l'Unione questa tesi mina uno dei pilastri su cui si regge l'integrazione europea. Ed è lo stesso messaggio di Giorgia Meloni. Cosa fa pensare a Salvini che questa mossa sia elettoralmente redditizia?

     

    Sono i sistemi elettorali a decidere come i partiti si presentano davanti agli elettori. Con un sistema proporzionale ognuno corre da solo. Tutt' al più un partito o più partiti possono dichiarare prima del voto con quali altri partiti vogliono governare. Ma la dichiarazione è ben poco vincolante. Il governo si fa dopo il voto alla fine di più o meno lunghi negoziati. Con questo sistema ogni partito sceglie il suo leader, il suo profilo, il suo programma, i suoi simboli , i suoi slogan, il suo stile di comunicazione e i suoi candidati. Con il sistema elettorale attualmente in vigore le cose non stanno così.

    matteo salvinin e giorgia meloni matteo salvinin e giorgia meloni

     

    Se il sistema non cambierà, Salvini e Meloni si presenteranno davanti agli elettori insieme. Molto probabilmente con Forza Italia. Il criterio che pare in vigore nel campo del centrodestra è che il partito con più voti esprima il presidente del Consiglio. Lasciamo perdere la questione non irrilevante del ruolo del capo dello Stato e soffermiamoci invece sulle conseguenze di un simile criterio applicato all'attuale sistema di voto.

     

    Quale sarà il profilo con cui i due si presenteranno agli elettori? Quello della Meloni o quello della Lega di governo? Il caso polacco sembra indicare che Salvini ha scelto la prima opzione. Questo equivale a gareggiare con la Meloni sul suo terreno, quello dell'euroscetticismo. È strano perché Salvini ha un handicap ed è quello di essere al governo. Per quale motivo un elettore insoddisfatto dell'operato del governo o un elettore critico nei confronti dell'Europa dovrebbe votare Lega invece di votare FdI? Sarebbe interessante avere la risposta dello stesso Salvini. Ma le domande non finiscono qui. Per quale motivo un elettore moderato, contento dell'operato di Draghi e magari critico, ma non scettico nei confronti dell'Europa dovrebbe votare Salvini? Come può Salvini pensare di vincere la concorrenza della Meloni con un messaggio uguale al suo, ma molto meno credibile dell'originale?

    matteo salvini giorgia meloni matteo salvini giorgia meloni

     

    Gli elettori italiani non sono particolarmente informati, ma non occorre esserlo per capire che c'è qualcosa che non va in una posizione del genere. E anche se Salvini decidesse ora l'uscita dal governo, ammesso che il suo partito lo segua, sarebbe comunque troppo tardi per riacquistare la verginità perduta dopo aver appoggiato per mesi l'ex presidente della Banca centrale europea. Sarebbe una chiara ammissione di aver commesso un errore.

     

    E sarebbero altri voti che se ne andrebbero da una parte alla Meloni, dall'altra all'astensione e magari qualcuno anche verso Berlusconi, Calenda o Renzi. Le elezioni amministrative non sono un test del tutto attendibile, ma qualcosa ci dicono se si guardano bene i dati. La Lega sembra essere tornata ai livelli di 5 anni fa. Ha guadagnato qualche punto rispetto ad allora, ma ha perso tantissimo rispetto a consultazioni più recenti.

     

    ABBRACCIO MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI ABBRACCIO MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

    Nei 118 comuni con più di 15mila abitanti alle europee del 2019 aveva preso più del 28% dei voti. Negli stessi comuni oggi ne ha preso meno dell'8 per cento. Anche tenendo conto che a Napoli non era presente, si tratta di un dato piuttosto negativo. I flussi di voto a Torino fanno vedere chiaramente come abbia perso voti verso l'astensione e verso FdI. La decisione di Salvini di entrare nel governo Draghi sembrava il primo passo per fare della Lega un partito diverso. Quella che abbiamo definito come la seconda metamorfosi della Lega, dopo quella che ne ha fatto un partito nazionale. La Lega come partito dei moderati.

     

    Questo sarebbe un messaggio diverso da quello della Meloni e se fosse credibile darebbe a Salvini una chance concreta di prendere un voto più della rivale e valorizzare la sua partecipazione al governo. Ma Salvini può essere credibile in questa nuova veste? Il tempo per farlo c'è. Ma il tempo non basta. Al momento sembra convinto che la posizione migliore per il suo partito sia ancora quella di tenere il piede in due staffe, starsene lì in mezzo al guado aspettando Godot. E intanto gli elettori se ne vanno. 

    matteo salvini e giorgia meloni matteo salvini e giorgia meloni

     

    matteo salvini e giorgia meloni a cernobbio matteo salvini e giorgia meloni a cernobbio salvini meloni salvini meloni Matteo Salvini e Giorgia Meloni Matteo Salvini e Giorgia Meloni

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