Annamaria Piacentini per “Libero quotidiano”
franca leosini foto di bacco (2)
La giornalista Franca Leosini torna al timone di Storie maledette, il programma di Raitre che, da sempre, vanta "innumerevoli tentativi di imitazione" e conquista milioni di telespettatori. Ideato e condotto con professionalità ed eleganza dal lontano 1997, ha cambiato il modo di fare inchieste puntando su interviste fatte ai protagonisti dei più efferati delitti. Dal prossimo 7 giugno la rivedremo su piccolo schermo in prime time (ore 21,20) con due nuove puntate.
Franca, il 7 giugno torna con il suo storico programma. Perchè solo due puntate?
«Con il Coronavirus entrare nelle carceri è praticamente impossibile. Stiamo aspettando, dovremmo registrarne altre due appena sarà possibile. Intanto volto pagina con una nuova serie dedicata ai mandanti dei delitti».
I "signori" che ufficialmente non si sporcano le mani? Cosa si intotolerà la prima puntata?
antonio ciontoli intervistato da franca leosini
«Lo scotch che sigilla un mistero. Protagonista Franco Rocca, che nel 2008 aveva 38 anni, ed era un medico dentista in Barbagia. Dopo un lungo e complicato percorso di indagini è stato condannato all' ergastolo».
Mandante di quale delitto?
«Quello della moglie Lina Dore di 37 anni. La storia è davvero molto forte, mi ha colpito».
Ce la racconta?
«Dina Dore è stata uccisa nel garage sotto casa, a Gavoi. La porta era chiusa e non era riuscita ad uscire con la macchina perchè non ha trovato le chiavi. Gli inquirenti, dopo la scoperta del corpo hanno prestato molta attenzione a tutto ciò che poteva essere utile alle indagini, che all' inizio apparivano come un tentativo di sequestro finito male».
franca leosini foto di bacco
Invece?
«Era un depistaggio. È stata la cocaina a sostituire l' epoca dei processi per sequestro in Barbagia».
Torniamo a Dina Dore. Come è stata uccisa?
«Gli è toccata una morte orribile, valutata in 7-8 minuti di grande sofferenza.
È stata incaprettata (una corda parte dal collo ed arriva fino alle gambe che vengono sollevate. Quando i muscoli cedono si muore soffocati ndr). È stata trovata così».
Perchè l' ergastolo al marito?
«L' accusa è stata fondata sul fatto che si era innamorato della segretaria che lavorava nel suo studio. Ha avuto una storia con lei. Ma questa donna non è mai entrata nelle indagini, gli inquirenti hanno preso le distanze. L' esecutore materiale è stato trovato e condannato, era un minorenne, di 17 anni. Gli inquirenti sono convinti che ad aiutarlo ci sia stato un altro ragazzo di cui non si conosce il nome. Mettere in atto tutto da solo, sarebbe stato impossibile. La sentenza definitiva è arrivata dopo otto anni».
Si dichiarava innocente?
«Continua a dichiararsi innocente. Gli inquirenti dopo la morte della moglie tenevano d' occhio Rocca. Risultavano agli atti una lettera anonima e alcuni messaggi. Le prove diventavano sempre più concrete per chi indagava».
antonio ciontoli a storie maledette intervistato da franca leosini
Ha incontrato Francesco Rocca, cosa ne pensa?
«Non sono un magistrato, non posso giudicare, ma mi faccio sempre un' idea. In questi casi mi auguro che un condannato all' ergastolo sia colpevole. È inaccettabile pensare che un innocente sconti questo tipo di pena. La considero una tragedia umana».
La seconda puntata?
«Racconta la storia di Sonia Bracciale condannata a 21 anni per il pestaggio che ha portato alla morte il marito. È considerata la mandante, quella che voleva la sua morte avvenuta poi nel 2012 in un ospedale emiliano dopo essere caduto sotto le sprangate. Mi ha raccontato molte cose. A volte, quando vado nei carceri per fare le interviste e mi confidano momenti che non hanno detto neanche ai magistrati, io non tradisco».
franca leosini intervistata foto di bacco
So che prima di fare le interviste non c' è niente di concordato, giusto?
«Assolutamente no! Non so mai cosa possono dirmi i miei interlocutori e non accetto interferenze. Tutto deve essere spontaneo. Nella scorsa serie ho rifiutato un' intervista».
Per quale motivo?
«Un tizio che aveva ucciso la moglie pretendeva di avere prima le domande scritte.
Stavo partendo con la troupe, ma ci ho rinunciato, queste sono cose che non accetto. È una questione di onestà professionale. Studiare i processi richiede tempo, mesi di lavoro, di rigore nella ricerca dei personaggi. È come un film di Camilleri. Quando mi concedono di fare le interviste devo essere presente senza aver concesso nulla. Non sono lì per giudicare, cerco di capire. Questo è il percorso che mi gratifica».
Cosa ne pensa dell' uscita di molti detenuti dal carcere a causa del coronavirus?
franca leosini
«Mi auguro che chi ha messo in atto questo provvedimento abbia valutato caso per caso in termini di arresti domiciliari. Non sono cose che si prendono alla leggera, deve esserci la massima garanzia per loro e per noi».
Altri invece sono rimasti in carcere. Sospesi i colloqui, come comunicano con le famiglie?
«Lo Stato ha acquistato molti cellulari per metterli in contatto con i parenti. Sono stati consegnati agli addetti ai lavori e vengono dati, ad ogni carcerato seguendo l' ordine dei colloqui. E poi, ritirati fino alla prossima giornata dedicata agli incontri telefonici. Chi non segue i processi non conosce certe realtà, ma nella vita ci sono tante Storie maledette!».
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