LA PRIMA PAGINA DEL FATTO QUOTIDIANO DOPO I RISULTATI DELLE AMMINISTRATIVE
Ogni quotidiano ha una sua linea e una sua vicinanza politica, più o meno spiccata e più o meno palese. Ovvio, scontato. Noi di Libero, per esempio, all'indomani del voto rimarchiamo in prima pagina come il voto sia "un campanello d'allarme" per il centrodestra. Ne segue titolo di apertura: "Sveglia centrodestra". Quindi, in sintesi: "Ko a Milano, al ballottaggio solo Roma, Torino e Trieste. Consolazione Calabria". Già, per il centrodestra non è andata bene. Affatto. Doveroso riconoscerlo.
E poi, giusto per pescare un giornale dal mazzo, c'è Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio, megafono e gazzettino del M5s di Giuseppe Conte. E la prima pagina confezionata oggi dal direttore contiano è uno spettacolo. Uno spettacolo comico: deliziosa, strepitosa, imperdibile. Già, perché, considerato il disastroso tracollo dei grillini guidati da Conte alle amministrative, forse il gazzettino-M5s poteva suggerire al suo punto di riferimento una "sveglia". Ma invece no, non accade.
MARCO TRAVAGLIO A OTTO E MEZZO DA LILLI GRUBER
Il titolone di prima pagina recita: "Pd e 5Stelle uniti vincono, le destre unite perdono". E si trasecola: ma come? Travaglio cerca davvero di spacciarci come una mezza vittoria quella del M5s, in tandem con quello stesso Pd che ha insultato, deprecato e ritratto come una banda di gangster per anni? Pare proprio di sì: quando si dice "essere senza vergogna...".
MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE
Ma si immagina che, studiando meglio la prima pagina, si possano trovare accenni critici ai tanto-cari-grillini. Dunque, leggiamo l'occhiello del titolone: "Il centrosinistra prende Milano, Bologna e Napoli al primo turno". Nessuna critica. Proseguiamo col catenaccio: "Male la lega e il M5s, bene Meloni e Pd". Oh, per fortuna: "Male il M5s", l'aspra critica la abbiamo trovata, ben infognata e in verità assai poco "aspra". Viene poi rivendicato quasi con orgoglio il risultato a Roma di Virginia Raggi, "terza", come se per un sindaco uscente non arrivare neppure al ballottaggio non sia una specie di tregenda politica.
MARCO TRAVAGLIO
Sublime, infine, il richiamo a un articolo all'interno del quotidiano, il quale recita: "I voti M5s decisivi a Roma e Torino. Conte arbitro dei 2 ballottaggi: sì a Gualtieri, ma no a Lo Russo". Insomma, un trionfo: il fulgido "Giuseppi" Conte "arbitro" del secondo turno (ma de che?).
E poi ovviamente c'è lui, c'è Travaglio, col suo "graffiante" fondo nel quale si legge che "i non votanti - primo partito d'Italia - sono soprattutto ex elettori 5Stelle in attesa di un'offerta credibile. È un monito soprattutto per Conte, che dovrà trovare linguaggi e contenuti di populismo gentile e competente per recuperare almeno una parte delle periferie sociali ed elettorali che non si sentono rappresentate da nessuno".
MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE
Che prosa, che tatto: Travaglio sembra essersi trasformato improvvisamente in Paolo Mieli, abbandonando insulti e toni forcaioli, per spendersi in compite analisi e posati scenari. Una pacata analisi in cui il disastro alle urne per il M5s viene confezionato e presentato come "un monito per Conte", il quale, va da sé, per i grillini e secondo Travaglio resta l'unica speranza. Grassissime risate...