Da Avvenire
haftar lavrov
Ci sarà Sarraj. E, soprattutto, ci sarà Haftar. I due nemici, gli uomini che si fronteggiano in Libia, si ritroveranno faccia a faccia domenica a Berlino nella Conferenza che vorrebbe "ricucire" un Paese ostaggio delle fazioni tribali (e dei relativi sponsor internazionali).
«Il generale della Cirenaica si è detto pronto a rispettare il cessate il fuoco malgrado non abbia firmato l' accordo sulla tregua a Mosca», ha fatto sapere il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, sbandierando un certo (prematuro?) ottimismo dopo esser volato a Bengasi proprio per convincere l' uomo forte della Cirenaica.
Che poi, a sua volta, è volato in Grecia. «Il nostro messaggio è chiaro: nessuno può vincere questo conflitto militarmente », aveva detto Maas prima di lasciare Berlino. Un «ottimo segnale» anche per il premier Giuseppe Conte. I nodi da risolvere restano. A cominciare dall' ingerenza degli altri attori regionali, Turchia in testa, scesa in campo a difesa di Sarraj. «Stiamo inviando le nostre truppe per mantenere in piedi un governo legittimo», ha ribadito il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
vladimir putin al cremlino nel 2004
Ma non basta. Erdogan ha annunciato che la Turchia avvierà quest' anno «attività di esplorazione e perforazione » nel Mediterraneo nelle zone inquadrate dall' accordo sulla demarcazione dei confini marittimi con la Libia. «Non è più possibile per altri Paesi condurre attività di ricerca sismica e di perforazione senza il consenso della Turchia e della Libia nelle aree designate dall' accordo marittimo», ha tuonato Erdogan aggiungendo che «la nave Oruc Reis effettuerà inizialmente un' esplorazione sismica».
Alla Turchia ha "replicato" il premier Conte. La Libia «non ha bisogno di nuovi combattenti», è il momento «della diplomazia e del dialogo», ha detto. «Possiamo trovare una soluzione alla crisi libica, senza ulteriori combattenti, questo riguarda tutti indistintamente i soggetti coinvolti».
AL SARRAJ ERDOGAN
Di certo la conferenza sarà "affollata".Il presidente turco ha assicurato nei giorni scorsi la sua presenza e quella del presidente russo Putin. Di certo in partita vogliono rientrare gli Usa, che hanno deciso di partecipare alla conferenza con due pesi massimi: il segretario di Stato Mike Pompeo e il consigliere per la Sicurezza nazionale Robert ÒBrien, segnale chiaro della volontà di tornare protagonisti nello scenario libico. Una decisione presa direttamente da Donald Trump che, due giorni fa, ha telefonato a Erdogan dopo aver parlato con la cancelliera tedesca Angela Merkel, grande tessitrice dell' iniziativa diplomatica.
AL SARRAJ ERDOGAN haftar e al sisi GIUSEPPE CONTE KHALIFA HAFTAR