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    “SULL'UCRAINA L'EQUIDISTANZA NON È NEPPURE CONCEPIBILE” - LA SENATRICE A VITA LILIANA SEGRE RIMETTE IN RIGA I PARTIGIANI NEUTRALISTI DELL’ANPI – “QUELLA DI PUTIN E’ STATA UN'AGGRESSIONE IMMOTIVATA E INGIUSTIFICABILE CONTRO LA SOVRANITÀ DELL'UCRAINA. IL SOSTEGNO AGLI UCRAINI NON PUÒ E NON DEVE SIGNIFICARE INIMICIZIA NEI CONFRONTI DEL GRANDE POPOLO RUSSO, ANZI…"


     
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    Alessia Rastelli per il “Corriere della Sera”

     

    LILIANA SEGRE E L'UCRAINA - VIGNETTA ELLEKAPPA LILIANA SEGRE E L'UCRAINA - VIGNETTA ELLEKAPPA

    «Un'aggressione immotivata e ingiustificabile contro la sovranità dell'Ucraina», di fronte a cui «non è concepibile alcuna equidistanza». Così ieri la senatrice a vita Liliana Segre sulla guerra tornata in Europa, a proposito della quale, aggiunge, «possiamo solo unirci per chiedere un immediato cessate il fuoco».

     

    La senatrice a vita parla in un videomessaggio al Congresso nazionale dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi), in corso a Riccione. Un tema dolorosissimo quello dell'attuale conflitto, sul quale ha faticato finora a esprimersi, lei che ha vissuto la Seconda guerra mondiale e l'orrore della Shoah.

     

    «Il conflitto assurdo e sanguinoso - dice nel suo intervento -, che all'improvviso è tornato a sconvolgere il cuore dell'Europa, provoca in me un orrore che non è facile descrivere: quelle bombe sulle case, quelle famiglie in fuga, quei padri che baciano i figli forse per l'ultima volta e tornano indietro per combattere... quanti ricordi di un terribile passato, che non avrei mai immaginato di rivedere così vicino».

    liliana segre liliana segre

     

    Quindi, per interpretare quanto sta accadendo, la senatrice si affida alla Costituzione italiana, alla quale è ispirato il Congresso dell'Anpi: «Anche rispetto a questa mostruosità della guerra - spiega Liliana Segre - la nostra Carta ci offre una guida sicura, se riusciamo a declinare in chiave universale i suoi precetti».

     

    Come fa lei, proseguendo il ragionamento: «L'aggressione immotivata ed ingiustificabile contro la sovranità dell'Ucraina - chiarisce - rappresenta proprio l'esempio evidente del tipo di guerra che, più di ogni altro, l'articolo 11 della Costituzione ci insegna a "ripudiare": la guerra come "strumento di offesa alla libertà degli altri popoli".

     

    liliana segre settima votazione presidente della repubblica liliana segre settima votazione presidente della repubblica

    E la resistenza del popolo invaso rappresenta l'esercizio di quel diritto fondamentale di difendere la propria patria, che l'articolo 52 prescrive addirittura come "sacro dovere"». Dunque, continua, «non è concepibile nessuna equidistanza; se vogliamo essere fedeli ai nostri valori, dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all'invasione, per non perdere la propria libertà».

     

    Con una precisazione significativa per lei che fu detenuta nel lager di Auschwitz liberato dall'Armata rossa, e che vide con i suoi occhi, a un certo punto, gli eserciti americano e sovietico, allora dalla stessa parte, congiungersi: il sostegno agli ucraini «non può e non deve significare inimicizia nei confronti del grande popolo russo, anzi. Anche quest' ultimo subisce le conseguenze nefaste delle scelte e della condotta disumana dei suoi governanti. Condotta che reca offesa alla memoria dei 20 milioni di caduti dell'Unione Sovietica - dunque russi e ucraini insieme - nella guerra vittoriosa contro il nazifascismo». Infine, conclude la senatrice, «credo che proviamo tutti lo stesso senso di ripugnanza, di angoscia e anche di impotenza di fronte a questa guerra.

    zelensky putin zelensky putin

     

    Possiamo solo unirci nel chiedere un immediato cessate il fuoco, la fine dell'invasione russa, l'invio di rapidi aiuti alla popolazione civile, l'avvio di trattative a oltranza, l'affidamento all'Onu di un ruolo di interposizione, il ristabilimento di una pace autentica basata sulla giustizia e il rispetto dei diritti dei popoli». Con un augurio finale all'Anpi perché possa essere «sempre più presidio della nostra democrazia, testimoniando ora e sempre i valori della Resistenza, della Costituzione e della pace».

    volodymyr zelensky e vladimir putin 1 volodymyr zelensky e vladimir putin 1

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