Stefano Lorenzetto per il Corriere della Sera
pierre cardin e il nipote rodrigo basilicati
Il novello Dorian Gray non vuol rivelare dove tiene nascosto il ritratto che invecchia al posto suo, se nella casa di Parigi, o nella futuristica villa di Théoule-sur-Mer in Costa Azzurra («Palais Bulles resta la mia residenza preferita»), o nel castello di Lacoste dove abitò il marchese de Sade. Una cosa appare certa: da qualche parte c' è un volto che si sta avvicinando al secolo di vita, però non è quello di Pierre Cardin, il decano dell' alta moda con la vitalità di un cinquantenne.
pierre cardin
Tutti lo chiamano Cardèn, in realtà all' anagrafe è Pietro Cardìn, con l' accento sulla «i», alla veneta, ultimo degli otto figli di un possidente terriero rovinato dalla Grande guerra, costretto a emigrare oltralpe nel 1924. Fra meno di tre mesi compirà 96 anni, essendo nato il 2 luglio 1922 a Sant' Andrea di Barbarana, frazione di San Biagio di Callalta (Treviso).
La sua giornata comincia di notte. «Mi sveglio più volte per appuntarmi le idee che mi vengono in mente. La mattina mi reco in ufficio e consegno ai miei collaboratori i bozzetti dei nuovi modelli da realizzare. Poi attacco con gli appuntamenti, che spesso proseguono a pranzo». Mangia da Minim' s, brasserie porta a porta con il celebrato Maxim' s, a pochi metri da Place de la Concorde. «Nel pomeriggio gestisco l' universo delle griffe Cardin, dalle boutique ai ristoranti. Per me è fondamentale monitorare tutto. Alle 20 un' occhiata alle news. Poi esco a cena con amici o con mio nipote Rodrigo». Ingegnere, diplomato in pianoforte, Rodrigo Basilicati, 47 anni, padovano, è figlio di Lucrezia Cardin, il cui padre Erminio era il fratello terzogenito del couturier. «Da tempo l' ho designato mio erede artistico», dice il prozio.
pierre cardin marion cotillard e raf simmons
Lei fu il primo, nel 1959, a creare la moda pronta. Ora ha annunciato il ritiro dal prêt-à-porter. Perché?
«Perché lo fanno tutti».
sfilata abiti pierre cardin (6)
Mentre a Cardin piace distinguersi.
«Per me l' abito è un' opera d' arte. Chi lo indossa diventa una scultura, anche se il fisico ha qualche imperfezione. Conta solo il vestito. Il corpo è un liquido che prende la forma del vaso».
Quali corpi ha messo in vaso?
«Quelli di Elizabeth Taylor, Barbra Streisand, Jeanne Moreau, Lauren Bacall, Jackie Kennedy, Charlotte Rampling. Dei Beatles e dei Rolling Stones tra gli uomini. Ma non è l' alta moda».
Ago e filo non furono la sua prima vocazione.
sfilata abiti pierre cardin (5)
«Citazione appropriata, perché io so cucire. È vero, ho svolto vari lavori prima di diventare sarto. Ho fatto il contabile della Croce rossa a Vichy. La professione di ragioniere mi ha reso libero, anche di rischiare, tenendomi lontano dalle banche. Nel 1945, appena arrivato a Parigi, dove fui assunto da Jeanne Paquin e poi da Elsa Schiaparelli, mi sarebbe piaciuto diventare ballerino. Sono stato attore. Ho diretto vari miei teatri. Da imprenditore mi sono occupato di molteplici attività, inclusa una fonte di acqua minerale nel Parco nazionale del Casentino. Ho persino insegnato».
Dei suoi grandi colleghi del passato - Christian Dior, Yves Saint-Laurent, Pierre Balmain, fino a Hubert de Givenchy, scomparso di recente - chi ricorda con più nostalgia?
«André Courrèges. Un artista dalla forte personalità, un creativo puro. Dior è tra i miei ricordi più cari: nel primo dopoguerra credette in me e mi ingaggiò.
sfilata abiti pierre cardin (4)
Saint-Laurent e de Givenchy si sono invece limitati a disegnare l' eleganza».
Abbiamo dimenticato Coco Chanel.
«Ha creato un solo vestito ed è diventata una star mondiale. La fortuna fa miracoli».
E Pierre Cardin che allievi ha avuto?
«Jean-Paul Gaultier, per esempio. Fin da giovane è sempre stato estremo, in tutto e con tutti. Un provocatore nato, dal carattere molto allegro».
Fra gli stilisti italiani chi preferisce?
villa di pierre cardin
«Non credo di conoscerli tutti e in modo adeguato. In Francia 40-50 anni fa erano molto apprezzati nomi come Valentino e Roberto Capucci. Ognuno fa storia a sé, con il proprio stile. Quando c' è. Oggi alcuni stilisti sono noti solo perché a spingerli ci sono la finanza e la pubblicità. Ma senza indossatrici da copertina e celebrity qualcuno si accorgerebbe di ciò che creano? Chiuda gli occhi. Ricorda un loro abito? La moda è arte».
Con quale di loro è più in confidenza?
«Con Giorgio Armani c' è un rapporto di reciproco rispetto. Ci inviamo dei saluti, di tanto in tanto. Lui è persona gentile, ha una classe d' altri tempi».
jeanne moreau
Qualcuno, almeno agli inizi, è venuto a chiederle consigli?
«Nooo! Non si possono dare consigli nella moda. Con il talento di creatore si nasce. Al limite si può diventare copiatori. Ecco, in giro ci sono parecchi imitatori che si spacciano per originali».
Che cosa ha imparato da suo padre?
«L' eleganza nei modi».
jeanne moreau
E da sua madre?
«Lei era un' intellettuale».
Che cosa è rimasto di veneto in lei?
«Tutto! Persino a tavola. Polenta e schie (gamberetti della laguna veneta, ndr ) è il mio piatto preferito».
È arrabbiato con Venezia per la bocciatura del suo Palais Lumière alto 250 metri?
«Ma no, sono le cose della vita».
Chi ha contrastato di più il progetto?
«Una certa politica del no a prescindere. Credevo di aver offerto una straordinaria opportunità per la rinascita di Porto Marghera. La storia giudicherà».
sfilata abiti pierre cardin (1)
Vent' anni fa voleva ricostruire il Faro di Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo, distrutto da un terremoto nel 1302.
«Ci credevo molto. L' avevo immaginato come un obelisco di luce. Il presidente egiziano Hosni Mubarak mi ricevette due volte al Cairo. Sembrava cosa fatta, poi tutto si è bloccato. Quando ci sono di mezzo i politici, non sai mai come andrà a finire».
Un obelisco di 150 metri. Insegue il desiderio di perpetuare il ricordo di sé con un' architettura che sfidi il cielo?
pierre cardin 3
«No, è solo il piacere di un' emozione».
È vero che per ridurre lo stress di magistrati e avvocati francesi ha cucito nelle toghe particelle di metallo capaci di scaricare l' elettricità statica?
«Ho disegnato abiti per i giudici, ma sinceramente non mi ricordo di questo dettaglio».
Pensa che in Italia servirebbero il doppio o il triplo di particelle?
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«No comment».
Lo sa che alla Camera dei deputati hanno rubato gli ombrelli di cortesia griffati Pierre Cardin?
«Ah sì? Questa mi giunge nuova. Non sapevo che a Montecitorio avessero i miei ombrelli».
Conobbe Jeanne Moreau nel 1961, quando venne da lei per provare un vestito da indossare nel film «Eva». L' attrice confessò che la sedusse a un festival teatrale a Stratford-upon-Avon: «Scelsi una camera d' albergo vicino alla sua, bussai alla porta e gli saltai addosso».
(Sorride). «Tutto vero. Non avevo rapporti fisici con le donne. Ma Jeanne mi conquistò. Corrispondeva al mio ideale di bellezza, anzi di trascendenza».
Perché gli stilisti sono in prevalenza gay?
PIERRE CARDIN A VENEZIA
«Gli omosessuali hanno una sensibilità pro femminile, sono più attenti alla donna. Niente più. Questione di natura, non di volontà».
Ha provato attrazione per altre donne?
«No».
Mi dicono che tra i suoi rimpianti vi è quello di non aver avuto un figlio e che l' avrebbe voluto proprio da Jeanne Moreau. Perché è importante avere figli?
«Perché ti danno prospettiva. Offrono l' opportunità di trasmettere loro la tua esperienza. Così la società progredisce».
Però ha un bravissimo nipote.
PALAIS LUMIERE LA TORRE DI PIERRE CARDIN AL PORTO DI MARGHERA
«Sui giornali francesi ho già detto molto del talento di Rodrigo Basilicati come designer. Un esempio concreto di ciò che abbiamo realizzato insieme lo vede adesso sulla mia scrivania: gli occhiali Evolution 5. Creatività pura. Su di lui come persona non posso aggiungere altro, visto che è qui presente».
PALAIS LUMIERE LA TORRE DI PIERRE CARDIN AL PORTO DI MARGHERA
È favorevole o contrario alle adozioni omosessuali?
«Non sono l' ideale, a mio avviso».
Da quanto tempo non mette piede nella sua Ca' Bragadin, una delle poche dimore veneziane con giardino, in cui soggiornò Giacomo Casanova?
«Dal 2016, quando alla Fenice assistetti all' anteprima mondiale di Dorian Gray .
La bellezza non ha pietà , la mia nuova produzione di teatro musicale, scritta dal padovano Daniele Martini. Confido di tornarci in agosto per l' ultima rappresentazione dello spettacolo, che in questo periodo va in scena tra Arcimboldi, Pergola, Petruzzelli e San Carlo».
ZAIA CLINI ORSONI PIERRE CARDIN INAUGURANO IL PROGETTO DELLA TORRE
Lo scrittore Giorgio Boatti mi ha raccontato d' aver incontrato nell' abbazia benedettina di Sant' Eutizio, in Umbria, padre Giovanni, che ha lavorato per lei a Parigi e a Tokyo, occupandosi del guardaroba di Imelda Marcos. Se lo ricorda?
«Certo che me lo ricordo Giovanni Sanna. Ne ho avuto anche un altro che poi diventò monaco. Si chiamava Chino Bert. Era un giornalista. Morì nel 2012».
E lei in che rapporti è con il Padreterno?
«Lo rispetto».
La domanda non è d' attualità, perché i sarti sono immortali. Ma come dimora per l' eternità preferirebbe il Père Lachais di Parigi o l' isola di San Michele a Venezia?
«Non ci ho ancora riflettuto. Quello sarà l' ultimo palazzo. Preferisco non pensarci».
villa di pierre cardin 3
villa di pierre cardin
i beatles 9 studio pierre cardin sfilata nella villa di pierre cardin luchino visconti jeanne moreau LA TORRE DI PIERRE CARDIN A MARGHERA
i beatles 6 giorgio armani liz taylor a venezia liz taylor durante cleopatra