Andrea Laffranchi per "www.corriere.it"
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È il personaggio del mondo dello spettacolo dell’anno. Così ha deciso la rivista Time che l’ha eletta «entertainer» del 2019. Così hanno certificato le nomination ai Grammy, gli Oscar della musica, che vedono Lizzo guidare la classifica delle candidature con 8 presenze, comprese quelle nelle tre categorie principali (record, song e album). Almeno in America, dove il suo terzo album «Cuz I Love You» è risultato nella top 20 del 2019 mentre in Europa fa più fatica, ha ribaltato le regole del pop.
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In un’epoca di esaltazione via social del corpo perfetto, di filtri per rimovere le imperfezioni, di canoni estetici da inseguire con il bisturi, lei ha fatto del corpo fuori misura la killer app del suo progetto artistico. Sulla copertina dell’album è completamente nuda. Esibizione ed esaltazione del «sono come sono e sono felice» proseguono sul suo profilo Instagram dove le pose fanno il verso al soft-porno. «Penso che sia salutare avere un buon rapporto con il proprio corpo nudo, anche se nessuno lo vedrà mai. Ma io ho sempre sentito il bisogno di condividerlo», ha dichiarato in un’intervista a Time.
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L’idea dell’accettarsi per quello che si è, il suo messaggio di empowerment sono anche nei testi delle canzoni. «Juice», la hit che l’ha svelata lo scorso gennaio, è il manifesto del Lizzo-pensiero: «specchio specchio delle mie brame, non c’è bisogno che tu lo dica perché so di essere bella». Temi che trattava già nel 2015 con «My Skin»: «Imparare ad amare se stessi e il proprio corpo è un viaggio che ogni persona, soprattutto se donna, deve intraprendere».
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«Faccio musica positiva da tempo, ma ora la cultura è cambiata. C’erano molte cose che non erano popolari ma esistevano già, come la body positivity che all’inizio era una forma di protesta per corpi grassi e donne nere e ora è un trend, una cosa commercializzata», ha detto.
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Lizzo racconta di aver lavorato (e lavorare ancora) su se stessa e sul tema dell’accettazione. I suoi toni sembrano quelli di un sermone new age. «Vi voglio bene. Siete belli. E potete fare qualsiasi cosa» è il mantra che ripete al suo pubblico ad ogni occasione.
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Ha iniziato suonando il flauto traverso, poi ha scoperto i suoi contemporanei e la sua musica sta a metà strada fra rap e la black con un occhio al vintage anni Ottanta. Il rischio per lei è che il marketing si mangi la musica, che il messaggio sia più forte delle canzoni, come accaduto con Meghan Trainor o Beth Ditto di cui si è finiti per parlare solo per le forme e non per la sostanza. Lizzo artisticamente non ha i numeri di Brittany Howard degli Alabama Shakes il cui aspetto fisico oversize arriva dopo le canzoni. Lizzo per ora è il suo corpo.
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