Marco Giusti per Dagospia
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Lo so che ci sono parecchie serie e nuovi film da vedere, su Sky passa addirittura “Crimes of the Future” di David Cronenberg con Viggo Mortensen e Léa Seydoux, quello di “Surgery is the new sex”/”La chirurgia è il nuovo sesso”, un capolavoro anche se è un po’ difficile da digerire con tutte quelle operazioni chirurgiche che diventano performance artistiche.
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Ma stasera mi sa che me lo rivedo e lo consiglio ovviamente anche a Dago. Su Sky passa pure, ma non lo consiglio a Dago, “Il colibrì” diretto da Francesca Archibugi, tratto dal romanzo di Sandro Veronesi con Pierfrancesco Favino e Nanni Moretti. Magari non un capolavoro… E si può vedere pure il favoloso “Le buone stelle”, cioè “Broker” di Hirokazu Kore-eda, che per raccontare le sue famiglie scomposte (o ri-composte) si sposta dal Giappone alla Corea del Sud. Ma la vera perla di Sky, adesso lo sappiamo tutti, è la terza puntata di “The Last of Us”, quella dove la storia, con tanto di vent’anni di guerra e di pandemia, l’azione con tutti quegli zombi che girano liberi, la logica da videogioco giocato in tutto il mondo trapiantata nel cuore di una serie di grande popolarità si fermano di botto.
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Perché? Perché la terza puntata di “The Last of Us”, quella considerata da tutti i critici americani un capolavoro, la migliore ora di tv che sia vista quest’anno (avvertite il professor Grasso), uno dei migliori episodi di televisione mai visti (lo ha scritto Mike Flanagan), deve raccontare una storia d’amore tra due uomini maturi e barbuti, i Bill e Frank di Nick Offerman e Murray Bartlett, che dura appunto vent’anni, che inizia in mezzo a guerra e pandemia e andrà avanti fino a dove deve arrivare. Una storia d’amore con baci in bocca barbe permettendo, canzoni di Linda Ronstadt, scopate, dedizione totale, perfino un matrimonio vestiti bene.
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Si era mai visto tutto questo in una serie di zombi? In una serie tratta da un videogioco sparaduro? In una serie alla Cormac McCarthy dove un uomo e una ragazzina stanno attraversando l’America? No. L’idea che né la pandemia né la guerra possono fermare una storia d’amore e che questa storia sia una lunga lunga lunga storia d’amore ha fatto impazzire gli americani.
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Che stanno chiusi lì con le armi cariche e il pieno di carne surgelata e di birre in cantina come il grosso Bill. E magari aspettano un bacio da quello che sembra l’ultimo uomo della terra. La nostra voglia di romanticismo, come tutti noi che abbiamo visto le prime due puntate sappiamo, era rimasta un po’ frustata dagli eventi della seconda puntata. Ma tutto ciò serviva solo a questa esplosione. Assolutamente improvvisa. Dove le due anime dell’America, quella trumpiana conservatrice e quella più democratica si uniscono carnalmente in un grande abbraccio tra maschi che prima sgranocchiano una braciola, bevono vino e poi scopano.
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Ci sono problemi? Direi di no. Anzi. Vedo che la cosa che più ha stupito gli americani, a cominciare da Stephen King, che è un supporter della serie, è il fatto che si dice che siamo a 10 miglia a ovest di Boston e questo non è possibile, abbiamo letto, perché si vede chiaramente che non siamo da quelle parti. Tutto ciò ha dato vita a una pioggia di proteste e battute sui social. Ma non sfiora più che tanto il cuore della serie. Tutti a piangere adesso.
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