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    “LO STUPRO L’HAI VOLUTO TU” – LA MAMMA DI UNA DELLE DUE RAGAZZINE STUPRATE A CAIVANO HA INCOLPATO LA FIGLIA PER AVER SUBITO LA VIOLENZA: “SONO MOLTO DELUSA” – IERI SONO STATI ARRESTATI I NOVE RESPONSABILI DELLE VIOLENZE SESSUALI E, NEI VIDEO DEGLI STUPRI ACQUISITI DAGLI INQUIRENTI, SI SENTONO I RAGAZZI RIDERE – UN QUINDICENNE HA PARTECIPATO ALLE VIOLENZE DOPO AVER FINITO IL TURNO DI SPACCIATORE E VIENE ACCOMPAGNATO DA UN RAGAZZINO DI NOVE ANNI, SUO COLLEGA, CHE FA IL PALO...


     
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    Estratto dell’articolo di Antonio E. Piedimonte per “La Stampa”

     

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    Chi fossero lo sapevano da tempo, ieri mattina sono andati a prenderli. Nove componenti del branco di stupratori di Caivano sono stati portati via dagli uomini dell'Arma che hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla procura di Napoli Nord e da quella dei minorenni. Nel gruppo infatti ci sono due maggiorenni (uno lo è diventato dopo i fatti), mentre gli altri hanno tra i 14 e i 16 anni.

     

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    La vicenda che ha scosso l'Italia – e facendo luce sullo spaventoso degrado del già tristemente noto Parco Verde ha provocato persino l'intervento diretto del primo ministro Giorgia Meloni – aveva preso le mosse a fine luglio con la denuncia ai carabinieri delle violenze sessuali subite da due cuginette di 10 e 12 anni, N. e M., una delle quali affetta da quelle che nell'ordinanza vengono indicate come "immaturità affettiva" e "deficit cognitivo prestazionale" (tanto da avere necessità di sostegno scolastico).

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    Accolte nella camera nella caserma dedicata alle vittime, le bambine hanno raccontato l'intera vicenda a Francesca, maresciallo donna che ha saputo farle parlare con tranquillità di quei traumatici eventi.

     

    Entrambe tradite dai loro fidanzatini, i quali, grazie a un rapido quanto superficiale "corteggiamento" via Instagram avevano subito "catturato" le loro prede, e dopo averle violate le avevano cedute agli amici trascinandole in gorgo infernale.  […]

     

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    Non a caso uno degli stupratori, il quindicenne F.B., partecipa alle violenze dopo aver finito il turno di spacciatore e viene accompagnato da N., età nove anni, il suo collega di lavoro che fa il palo. Dalla lettura dell'ordinanza emerge tutta la brutale crudeltà del branco.

     

    Le bambine subiscono pressioni e minacce di ogni genere: dicono loro di non restituire i cellulari, che sarebbero andati in giro a raccontare quanto accadeva (a una dicono: «Chiamo tuo padre»), che avrebbero mostrato i filmati degli stupri. 

     

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    O più semplicemente le agitano davanti alla faccia un bastone e tanto basta anche perché le piccole sanno che si tratta di violenti che amano far del male: «Girano tutti con i tirapugni in tasca, picchiano gli altri ragazzi», raccontano.

     

    È la logica del branco, la vigliacca aggressione di gruppo, applicata agli abusi sessuali: quelli che non partecipano direttamente allo stupro e non sono impegnati a riprendere la scena, in attesa del loro turno fanno la guardia all'esterno della "capanna degli orrori", che al contrario di quanto emerso inizialmente non era lo stabile diroccato del centro sportivo ma un altro edificio pubblico anch'esso abbandonato: la casupola dell'isola ecologica di Caivano. 

     

    Tra i luoghi usati per gli abusi anche gli spogliatoi di un campo di calcio abbandonato e il retro di un grande centro commerciale (in quel caso però non riuscirono nell'intento). Altri dettagli significativi emergono dagli audio delle registrazioni video – in tutto cinque quelli recuperati, oltre quello trasmesso in diretta con una video-chiamata su un social – come nel filmato girato il 30 giugno scorso, nel quale si vede uno dei ragazzi di spalle (poi identificato anche da un familiare come Pasquale Mosca) e si può udire il commento di chi sta facendo la ripresa, il quale rivolto agli altri membri del branco dice: «…sta il capraio con le sue pecore». Seguono volgarità e sghignazzi. «Gli stupratori ridevano» Questo è un altro punto che le bambine ripeteranno più volte nelle loro testimonianze: «Ridevano». 

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    Un particolare rimarcato anche dal gip Fabrizio Forte: «Deridevano le bambine». Il quale ha segnalato un altro dettaglio. Una delle bimbe, la più grande, ha detto che la «madre, allorquando era venuta a conoscenza di tali episodi (…) aveva reagito rimproverandola, dicendosi assai delusa da lei e sostenendo che, in qualche modo, l'aveva voluto lei». Mentre le piccole vittime proseguono il loro percorsi di recupero – come ha spiegato il procuratore dei minori di Napoli Maria de Luzenberger Milnersheim – […]

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