Enrica Roddolo per www.corriere.it
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E’ il motore della Casa reale, lui che - esattamente una settimana fa oggi - ha invitato al funerale della regina gli ospiti internazionali e gli amici di famiglia. Lui che gestisce la macchina operativa dei Windsor, la Royal Household, di cui ieri la sovrana e adesso il nuovo re Carlo III è «presidente», «amministratore delegato». E’ il Lord Ciambellano, il Ceo operativo: Lord Parker.
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E lunedì 19 settembre poco prima della sepoltura ultima di Elisabetta II, gli ultimi atti terreni sono stati quello di re Carlo che ha posto sulla bara a bandiera del reggimento della regina. E quello appunto del Lord Chamberlain, Lord Parker, che ha simbolicamente spezzato il bastone del comando, per conto della regina. Bastone che è stato seppellito assieme alla sovrana.
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E adesso che il mandato di Lord Parker è finito, con la fine della regina, ci si chiede se Carlo III chiederà sempre a lui di continuare a gestire la complessa macchina della monarchia. Perché è il Gran Ciambellano del palazzo che sovrintende a tutto quanto ruota attorno al sovrano. Che, certo, deve dare il suo assenso, insomma, è lui il numero uno. Ma si muove sulla base dell’influente parere dell’amministratore delegato che governa circa settecento dipendenti.
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Consapevole della sfida, alla guida di questa complessa macchina, nel 2021 Elisabetta II aveva appunto chiamato l’ex capo dell’MI5, ovvero i servizi segreti interni del regno. Lord Parker, succeduto a Lord Peel (discendente di Sir Robert Peel, il primo ministro), è stato così il primo Ceo della Royal Household a Londra, espressione non dell’antica aristocrazia, dai conti ai duchi, ma dei servizi segreti. Un uomo abituato a confrontarsi con terrorismo e attentati, per vigilare sulla Corona, per traghettarla nel futuro.
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Probabile che Carlo voglia continuare ad avvalersi dell’esperienza a 360 gradi di Lord Parker. Anche se per esempio ha già fatto capire di voler cambiare quanto a segreteria particolare: Sir Edward Young, segretario particolare della regina, affiancherà solo temporaneamente Sir Clive Alderton da tempo segretario di fiducia di Carlo che evidentemente continuerà a svolgere il suo ruolo accanto a Carlo III. Intanto continuano ad affiorare anticipazioni dal libro Courtiers (di Valentine Low), non solo su Harry e Meghan ma anche su Carlo che secondo l’autore avrebbe un carattere difficile tanto da aver avuto cinque segretari in 7 anni. «faceva lavorare come dei matti la gente. Pieno di idee, sempre a chiedere alle persone di andare e far. Un peso immenso quello di fare il segretario particolare», scrive Low riferendo fonti interne al palazzo.
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Una cosa è certa, il principe Filippo, padre di Carlo, scomparso nel 2021 era altrettanto puntiglioso ed esigente. Ogni meeting con il duca di Edimburgo finiva con una raffica di domande e precisazioni. Mai che fosse soddisfatto al cento per cento. Un segno anche della passione e della profondità che metteva nelle sue iniziative.
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A proposito invece di servizi segreti, c’è un curioso «precedente», ben più intrigante: quello di Sir Anthony Blunt. Anche perché non si trattava in quel caso di una spia al servizio di Sua Maestà, ma sovietica. Il doppio gioco di Sir Anthony venne a galla quando Elisabetta aveva appena partorito Edoardo, ma restò segreto per anni per motivi di sicurezza nazionale. Anzi, la spia continuò indisturbata a lavorare come sovrintendente della galleria della regina, la Queen’s Picture Gallery. E i servizi di Sua Maestà gli concessero l’immunità in cambio di preziose rivelazioni su Mosca.
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