Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
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«Guardi che non stiamo parlando di una gentile concessione, di una folgorazione sulla via di Damasco o di uno slancio progressista...». Il Veneto ha appena approvato la realizzazione, all’interno del Policlinico universitario di Padova, di un centro per il cambio di sesso. Per il governatore Luca Zaia, un fatto dovuto: «Il cambio di sesso è un Lea, un livello essenziale di assistenza prescritto dalla legge».
Gli altri presidenti finora non l’hanno vista sotto questa luce...
«Chiariamo di cosa parliamo: si contano sulle dita di una mano le persone che in Veneto ogni anno, e con tanto di autorizzazione del tribunale, decidono per quella scelta. È un percorso impervio, al termine del quale, però, matura il diritto all’intervento e al percorso sanitario. Ovviamente, senza sottrarre alcuna prestazione riguardo alle altre patologie. Non ho fatto altro che garantire quel diritto».
MATTEO SALVINI LUCA ZAIA LORENZO FONTANA
Lei ne aveva parlato anche nel suo libro, «I pessimisti non fanno fortuna». Ma non era scontato che una cosa del genere la attuasse un amministratore di centrodestra. O no?
«Ma di che cosa parliamo? Io sono amministratore di tutti, al di là del censo, dell’orientamento sessuale, della fede religiosa o del colore della pelle. Chi non la pensa così non è degno di fare l’amministratore e si trova al posto sbagliato. E penso soprattutto che il compito della politica non sia limitare le libertà, ma garantirle».
[…] «La determinazione del sesso avviene in fase embrionale. Può accadere che per una serie di dinamiche ormonali e genetiche ci siano malformazioni di diverse entità. Si pensi, solo a titolo di esempio, all’ermafroditismo. E poi, c’è chi nasce nel corpo sbagliato. E noi abbiamo il dovere di rispettare questi casi».
LUCHINA ZAIA – FOTOMONTAGGIO LUCA ZAIA DONNA - TWITTER
Dicono che si favorirà il cambio di sesso dei minori.
«Ricordo che il cambio di sesso passa attraverso i tribunali. A parte il fatto che l’iter che porta all’operazione è lunghissimo, io non vedo proprio questa possibilità. E penso semmai a quei genitori con l’angoscia di essere soli di fronte a quello che provano e sentono i figli».
[…] C’è già chi fa fuoco e fiamme...
«Le posizioni radicali esistono anche a destra, come certamente a sinistra. Ma da qui a dire che una posizione radicale possa diventare una norma, ce ne corre. Ricordo comunque che l’istituzione del centro è stata votata all’unanimità».
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Lei, quando partecipò al Congresso mondiale delle famiglie a Verona disse che la «patologia è l’omofobia, non l’omosessualità». In fondo è un progressista?
«Ma no. Io parlo di uguaglianza dei cittadini. Se siamo tutti uguali, non c’è chi ha più diritti e chi ne ha meno. Poi, il centrodestra è spesso accusato di mancanza di sensibilità, ma non abbiamo l’anello al naso e non dobbiamo farci rinchiudere in una riserva. E comunque rispettiamo la legge. Lo ha detto anche Giorgia Meloni».
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A che proposito?
«Era appena stata eletta e già era assediata da chi le chiedeva dell’aborto. Lei ha risposto: “C’è una legge e io rispetto la legge”. Peraltro, se dici che sei a favore della legge sull’aborto, non è che sei un abortista: ti tieni le tue idee personali ma riconosci che le libertà altrui vadano rispettate. Io da amministratore, ancora di più».
Da amministratore di più?
«Se uno vuol cambiare il mondo non lo fa da amministratore, semmai va in Parlamento. Si fa eleggere, e propone quello che vuole. Ma non mi risulta che in Parlamento ci siano proposte per modificare la legge sul cambio di sesso».
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