Marco Bresolin per “la Stampa”
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L'intesa europea sul patto di Malta «resta ancora molto lontana» e di conseguenza il meccanismo per la redistribuzione dei migranti salvati nel Mediterraneo non può partire. Il ministro Luciana Lamorgese prova a esibire ottimismo e, al termine del suo primo Consiglio Ue a Lussemburgo, considera ancora possibile una svolta entro la fine dell' anno. Ma la strada è tutta in salita per due ragioni molto semplici. Primo: i Paesi disposti ad accogliere i richiedenti asilo non si vedono. Secondo: c' è un forte allarme per la ripresa degli arrivi in Grecia.
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migranti
Il focus dell' attenzione si è dunque spostato sulla rotta orientale, anche in vista di una possibile crisi al confine tra Turchia e Siria. Il confronto di ieri tra i ministri dell' Interno dei Ventotto ha visto emergere le resistenze di molti governi. Al momento non c' è nessuna adesione ufficiale al patto di Malta. Lussemburgo, Portogallo e Irlanda si sono detti disponibili a entrare nel meccanismo, ma lo stesso ministro lussemburghese Jean Asselborn mette le mani avanti: «I pochi Paesi che sin qui hanno aderito non sono abbastanza».
Jean Asselborn
Amelie De Montchalin
Quanti ne servono? «Almeno la metà» dice il ministro, spostando l' asticella a quota 13-14. La francese Amélie De Montchalin si è spinta a dire che «dieci Paesi potrebbero aderire». Nel suo conteggio include anche la Finlandia (che però resta alla finestra), la Slovenia (che contesta alcuni punti del testo) e la Svezia (che ieri si è chiamata fuori: «Abbiamo già fatto più della maggior parte degli altri Paesi» ha detto il ministro Mikael Damberg).
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Durante il week-end Francia e Germania, firmatarie dell' accordo con Malta e Italia, hanno lanciato una vera e propria caccia ai volenterosi. Ma il lavoro diplomatico non ha portato i risultati sperati. Per convincere i riluttanti, il tedesco Horst Seehofer ha assicurato che il meccanismo redistributivo riguarderà «centinaia di richiedenti asilo» e che se questi diventano «migliaia, allora si ferma».
LUCIANA LAMORGESE ROBERTO GUALTIERI horst seehofer
Il che sarebbe un controsenso se si pensa che lo schema è pensato proprio per alleviare la pressione sui Paesi in prima linea. Durante la sua visita in Danimarca, Sergio Mattarella ha parlato della questione con la premier Mette Frederiksen, ma Copenhagen ha ribadito la sua indisponibilità perché contraria alla redistribuzione. «Quello dei migranti è un problema che esiste e che bisogna governare - ha replicato il Presidente della Repubblica -, non si può far finta di rimuoverlo».
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Georgios Koumoutsakos
Il pranzo di ieri è durato tre ore e mezza, ma gran parte della discussione se l' è presta la situazione in Grecia: «Ci sono tutti i segnali di una nuova crisi migratoria» ha avvertito il ministro di Atene, Georgios Koumoutsakos, che con i colleghi di Bulgaria e Cipro ha presentato un documento in cui si chiede maggiore attenzione per la rotta orientale. Nel solo mese di settembre sono sbarcati 11.500 migranti in Grecia, più di quelli arrivati in Italia e a Malta nell' intero 2019.
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