Giu.Bal. per “la Stampa”
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Nei corridoi del ministero dell'Economia, l'imperativo è riportare Msc a bordo della trattativa per la privatizzazione di Ita. Senza il colosso della famiglia Aponte, c'è il rischio concreto che la compagnia nata dalle ceneri di Alitalia passi sotto il controllo di Lufthansa per soli 500 milioni di euro: quasi un miliardo in meno, rispetto alla valorizzazione di inizio anno.
E così, mentre i tedeschi accelerano - con l'obiettivo di chiudere entro fine anno, in settimana sono attesi a Roma emissari della compagnia -, è al lavoro la rete diplomatica dell'intero centrodestra per convincere Msc a risedersi al tavolo.
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D'altra parte la società di trasporto marittimo - merci e passeggeri - si è chiamata fuori perché «l'attuale procedura» non permetteva un reale privatizzazione. Tradotto: Msc sarebbe pronta ad ascoltare il Mef se sul tavolo ci fossero proposte concrete per tornare a negoziare.
Per quanto riguarda i tedeschi, invece, l'interesse della compagnia non è mai stato un segreto: l'ad di Lufthansa, Carsten Spohr, anche quando Certares trattava in esclusiva, aveva detto che se il governo avesse deciso di procedere a una vera privatizzazione, sarebbe stato «disponibile a volare laggiù ogni giorno». Nel frattempo, i tedeschi hanno avuto accesso alla data room per studiare i conti di Ita.
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Intanto, prende piede l'ipotesi di Ferrovie dello Stato in tandem con la compagnia tedesca: Lufthansa potrebbe rilevare il 51% del capitale, Fs il 29% e il Mef manterrebbe il 20%. Nel 2019, il governo Conte coinvolse Fs nel salvataggio di Alitalia: allora il gruppo ferroviario costruì una cordata con Atlantia e Delta per prendere il controllo della vecchia compagnia di bandiera, ma il progetto fu abbandonato.
Sulla nuova ipotesi i pareri raccolti sono discordanti, per alcuni può essere verosimile per le sinergie che si potranno creare tra le due società, per altri appare infondata. Fs non commenta: «Le Ferrovie vanno ancora in treno», ha detto l'ad del gruppo, Luigi Ferraris, a margine del forum internazionale Coldiretti. E via XX Settembre precisa che al Mef «non compete esprimere in alcuna modalità giudizi o valutazioni su eventuali partner aggiuntivi alle cordate ammesse» nella data room.
CARSTEN SPOHR - CEO LUFTHANSA
A preoccupare il Tesoro, però, è la valutazione data da Lufthansa che non sarebbe disposta a valutare la compagnia più di 500 milioni di euro, quando a inizio anno, insieme a Msc, offriva 1,4 miliardi. I due gruppi, infatti, avevano presentato insieme un'offerta per Ita, in concorrenza con quella di Certares, puntando complessivamente all'80% con una quota del 60% a Msc, il 20% a Lufthansa e il rimanente 20% in mano allo Stato. Il governo Draghi scelse invece il fondo Certares - che voleva solo il 51% - per andare in trattativa esclusiva. Il voto e l'arrivo del nuovo governo Meloni hanno poi rimescolato le carte in tavola.
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