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    I GRILLINI ZOMPANO VIA? - DOPO LA SENATRICE VONO PASSATA CON RENZI, LUIGINO DI MAIO TEME CHE ALTRI GRILLINI SI ACCASINO A "ITALIA VIVA" O ALLA LEGA. ECCO PERCHÉ HA PROVATO A RICICCIARE IL VINCOLO DI MANDATO - TRA TAGLIO DEI PARLAMENTARI E SECONDO MANDATO, IL MALESSERE TRA I PENTASTELLATI CONTRO IL CAPO POLITICO CRESCE - I NOMI DEI PARLAMENTARI PRONTI A MIGRARE – VIDEO


     
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    Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

     

    luigi di maio luigi di maio

    Il Supermarket 5 stelle ha alzato la saracinesca. La prima è fuggita via. Altri tre pronti a farlo. Quelli che "Di Maio non ci piace più", quelli che "ma qui non verremo più rieletti", quelli che "forse Matteo Renzi.." e perfino quelli che "con Matteo Salvini mi salvo". E sono proprio i due "Mattei" ad aggirarsi rapidi tra gli scaffali dei gruppi grillini di Camera e Senato, in questi giorni del grande malcontento.

     

    silvia vono silvia vono

    Perché più che la scissione, nel recinto del Movimento ad essere temuto è l' esodo centellinato, da qui ai prossimi mesi. Alla Casaleggio hanno ben chiaro che il caso della senatrice Silvia Vono, trasmigrata in "Italia Viva" perché «Renzi ha scelto di esporsi coraggiosamente », sarà solo il primo di una serie.

     

    salvini renzi salvini renzi

    Certo, la miscela di queste ore è esplosiva, come racconta uno dei loro nel corridoio di un Montecitorio già deserto giovedì pomeriggio. C' è il calo dei consensi, anzi il dimezzamento delle ultime Europee rispetto al 34 delle Politiche 2018. C' è l' imminente taglio dei parlamentari, preteso dal ministro degli Esteri per il 7 ottobre (voto che ridurrà ulteriormente le truppe già sulla carta dimezzate).

     

    matteo salvini e matteo renzi si incrociano in senato matteo salvini e matteo renzi si incrociano in senato

    C' è la regola interna del secondo mandato (ancora in vigore). E c' è il malessere crescente, del quale è stata un campanello la riunione dell' altra sera in cui settanta senatori hanno chiesto di modificare lo Statuto invocando un direttorio da affiancare a Di Maio. Le voci, va da sé, sono arrivate fino a New York.

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    «C' è bisogno di una stretta, avvierò la procedura per i parlamentari che passano in altri gruppi come previsto dal regolamento e chiederò il risarcimento di 100 mila euro», si affretta ad avvertire il ministro degli Esteri a margine dell' assemblea generale dell' Onu nella quale è impegnato da giorni.

     

    gianmarco centinaio matteo salvini gianmarco centinaio matteo salvini

    Il fatto è che altri nomi sono già cerchiati in rosso, dentro il Movimento. A cominciare da quello del senatore Cataldo Mininno, pugliese, classe 1975. Considerato dai colleghi in partenza, destinazione nientemeno che Lega. «In tanti nel M5S rimpiangono il governo precedente - racconta l' ex ministro leghista Gian Marco Centinaio a Un giorno da pecora - Ci contattano, chiedono informazioni. In due mi hanno contattato personalmente». E Salvini cosa le ha detto? «Valutiamo le persone, vediamo».

    LELLO CIAMPOLILLO LELLO CIAMPOLILLO

     

    Il passaggio è previsto «prima di Natale». Salvini non nega affatto: «Io non vado a cercare nessuno, non è il calcio mercato, ma è vero che in tanti si sentono traditi. Se vedono nella Lega la possibilità di portare avanti battaglie di onestà e concretezza, io non dico no a nessuno ». Più chiaro di così. Anche l' altro Matteo non nasconde la calamita. «Come cantava Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo », risponde a L' aria che tira , La7, a chi gli chiede se altri sono in arrivo a Italia Viva dopo Silvia Vono.

     

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    Nel frullatore rimbalzano anche qui dei nomi, anche questi non confermati, non dai diretti interessati quanto meno. E sono quelli del senatore napoletano e docente universitario Ugo Grassi e del suo collega di gruppo, il barese Lello Ciampolillo. La misura è colma, per Di Maio. Il capo del Movimento, in collegamento con Porta a Porta dagli States, oltre a confermare che chiederà i «danni di immagine» a chi va via, evoca una sorta di "vincolo di mandato" (al quale il Pd è nettamente contrario).

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    «Non voglio andare al muro contro muro nel governo - premette - ma proporrei un foro con dei costituzionalisti per trovare una soluzione, contemperando la libertà della persona con la fedeltà di chi è stato eletto ».

     

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    Di certo, mercoledì sera ha fatto di tutto per impedire l' addio della senatrice Vono. L' ha contatta via Whatsapp, dapprima per informarla, come si legge dallo screenshot qui pubblicato: «Nelle prossime ore girerà il tuo nome come una delle due persone che passa con Renzi. Se non è vero ti consiglio di smentire». E lei, pochi minuti dopo, gelida: «Ciao, è vero. Mi dispiace ma mi pare che il mio malessere era evidente e ho cercato di fartelo capire. Buona fortuna. Silvia ».

     

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    Vana la sequenza dei successivi 7 (sette) messaggi inviati a notte fonda dal ministro alla senatrice: «Guarda che sarai massacrata», «io non te lo consiglio», «credimi stammi a sentire», «sarà stata solo una questione di poltrone», «la definiranno così», «Pensaci bene. Sarai marchiata a vita», «tu sei una brava persona». Un monologo: la senatrice non gli avrebbe più risposto.

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