UNA CASA SOSPESA SUL MONTE DEVASTATO DALLA FRANA A CASAMICCIOLA
1 - CASAMICCIOLA: PROCURA INDAGA SU ALLARMI INASCOLTATI
(ANSA) - La Procura di Napoli indaga sugli allarmi inascoltati lanciati dall'ingegnere Giuseppe Conte, ex sindaco di Casamicciola, il comune ischitano dove una frana all'alba di sabato scorso ha provocato distruzione e morti.
Lo rendono noto organi di stampa. L'ex primo cittadino ha riferito di avere lanciato 4 giorni prima della tragedia, cioè il 22 novembre, delle pec alle autorità competenti (al prefetto di Napoli, al commissario prefettizio di Casamicciola, al sindaco Manfredi e alla Protezione Civile della Campania) per avvertirle dei rischi che correvano i cittadini di Casamicciola a causa delle abbondanti precipitazioni previste.
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Gli altri filoni sui quali si snoderà il tortuoso percorso di accertamento degli inquirenti, che non è solo documentale, si concentreranno sulla manutenzione degli alvei e sui permessi edili ed eventuali decreti di demolizioni non eseguiti, riguardanti non solo le abitazioni travolte e interessate dalla frana assassina.
2 - «EVACUATE L'AREA»: LE 23 MAIL (SENZA RISPOSTA) DELL'EX SINDACO
Ferruccio Pinotti per il “Corriere della Sera”
LA MAIL PEC INVIATA DALL EX SINDACO DI CASAMICCIOLA GIUSEPPE CONTE
Ventitrè mail pec inviate ad altrettanti destinatari istituzionali appena quattro giorni prima della tragedia che ha sconvolto Ischia: «Evacuate Casamicciola, la semplice allerta meteo non basta». A scriverle era stato, il 22 novembre, l'ingegnere Giuseppe Conte (omonimo dell'ex premier), già sindaco nei primi anni '90 del Comune colpito dalla frana. Un allarme inascoltato. «Avevo scritto al prefetto di Napoli, al commissario prefettizio di Casamicciola, al sindaco Manfredi e alla Protezione Civile Campania.
Nessuno mi ha risposto», denuncia al Corriere . «A seguito dell'allerta meteo arancione, avevo segnalato il pericolo per la popolazione della zona e chiesto la loro evacuazione».
«Dopo l'alluvione del 2009 non c'è stato alcun intervento, o almeno nessuno significativo, nonostante i fondi stanziati per la sicurezza negli ultimi anni: 180 mila euro per la pulizia degli alberi, 3 milioni e 100 per un intervento a monte dell'abitato di Casamicciola (nel 2010-2012) e un lavoro della città metropolitana per mettere in sicurezza il bacino dell'alveo la Rita nel 2018. Manca inoltre da anni l'annunciato piano per il dissesto idrogeologico della zona», sostiene Conte.
ricerche dei dispersi dopo la frana di casamicciola 83
Al Corriere l'ingegnere, classe '47, un passato come dirigente nel settore acque e acquedotti della Regione Campania, spiega: «Il problema di Casamicciola, di cui sono stato sindaco negli anni Novanta, non è l'abusivismo, le cause di questo disastro sono le stesse dell'alluvione del 1910, ovvero la fragilità del territorio. Dopo l'alluvione del 1910 furono realizzati dei sistemi di protezione dell'abitato, le cosiddette "briglie", ma da allora non si è più intervenuti con iniziative appropriate e con una manutenzione degna di questo nome».
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L'ex sindaco scrive nella mail: «È opportuno ricordare che nella notte del 13 febbraio 2021 si verificava, presso il vallone La Rita, il crollo di uno degli storici stabilimenti termali. I tecnici intervenuti hanno riscontrato l'esistenza di una situazione catastrofica e la possibilità di ulteriori crolli e l'urgenza di ripulire tutto l'alveo sia dalla vegetazione, sia dall'immondizia e dai blocchi di materiale solido presenti all'interno».
casamicciola il giorno dopo la frana vista dal drone 3
L'ingegner Conte prosegue: «Considerato che i lavori richiesti non sono stati realizzati, può sussistere lo "stato di grave crisi per la calamità naturale imminente", nei Comuni di Casamicciola Terme e di Lacco Ameno, dato dal pericolo imminente nella zona del vallone della Rita.» E ancora: «Tutti gli alvei naturali di Casamicciola Terme, nonostante i fondi stanziati, per l'inerzia della pubblica amministrazione, in un perverso gioco di scaricabarile, non sono stati oggetto di alcun intervento dopo l'alluvione del novembre del 2009. C'è, quindi, l'eventualità concreta di una nuova alluvione nelle stesse zone, per cui si chiede di porre in essere determinate azioni di protezione della popolazione, non basta un'allerta meteo». Un avviso profetico, che non ha avuto risposta.
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