(ANSA) Sono in corso perquisizioni in Campidoglio da parte dei carabinieri nell'ambito dell'operazione che ha portato all'arresto del presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito. Le perquisizioni stanno interessando anche uffici di Acea, l'Italpol e la Silvano Toti Holding Spa.
ARRESTATO DE VITO
Fiorenza Sarzanini e Carlotta De Leo per corriere.it
marcello de vito
Tempesta giudiziaria sull’amministrazione romana guidata dalla sindaca Virginia Raggi: all’alba è stato arrestato il presidente dell’assemblea capitolina, il Cinque Stelle Marcello Di Vito. I carabinieri hanno passato al setaccio la sua abitazione all’alba con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dai pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli. De Vito è accusato di corruzione per aver preso elargizioni dell’imprenditore Luca Parnasi promettendo in cambio di favorire il progetto per la costruzione dell’impianto sportivo nell’area di Tor di Valle
Altri progetti
Non c’è soltanto il costruttore Luca Parnasi nell’elenco delle persone che avrebbero «pagato» De Vito. Il giudice lo accusa di aver preso soldi e alte utilità anche dal gruppo Toti e dal gruppo Statuto sempre per favorire alunni progetti a Roma. In questo caso la procura - l’indagine è coordinato dall’aggiunto Paolo Ielo - aveva contestato il traffico di influenze illecite, ma il giudice ha ritenuto che si trattasse di corruzione. Per questo per i due imprenditori è scattata la misura interdittiva
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L’albergo
I progetti riguardano la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e alla riqualificazione dell’area degli ex Mercati Generali di Roma Ostiense. L’indagine ha fatto luce su una serie di operazioni corruttive realizzate da imprenditori attraverso l’intermediazione di un avvocato ed un uomo d’affari, che fungono da raccordo con il Presidente dell’Assemblea comunale capitolina al fine di ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari.
L’inchiesta
Il nome di De Vito (l’uomo che ha raccolto più preferenze nella Capitale) era già stato fatto nell’inchiesta che ha portato all’arresto di Parnasi e altre 18 persone per la costruzione dell’impianto di Tor Di Valle. Tra gli altri, era finito in manette Luca Lanzalone, ex presidente di Acea.
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