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“SULL’INVIO DI SOLDATI EUROPEI IN UCRAINA NON C’E’ UNANIMITÀ, MA NON SERVE” - MACRON FA CAPIRE CHE ALCUNI PAESI EUROPEI (ITALIA, POLONIA E REPUBBLICA CECA) SONO CONTRARI ALL’INVIO DI TRUPPE UE IN UCRAINA, COME “FORZA DI RASSICURAZIONE”, IN CASO DI CESSATE IL FUOCO - MA IL TOYBOY DELL'ELISEO SE NE FREGA (GIUSTAMENTE) DELL’UNANIMITÀ: SI ANDRA’ AVANTI CON CHI CI STA - L’OBIETTIVO È FORNIRE A KIEV SUPPORTO LOGISTICO, STRATEGICO, TECNICO, ADDESTRAMENTO, SORVEGLIANZA, PROTEZIONE DELLE INFRASTRUTTURE CRITICHE O SUPPORTO ALLA DIFESA AEREA - NEI PROSSIMI GIORNI PARTIRÀ PER KIEV UNA MISSIONE MILITARE FRANCO-BRITANNICA PER IL RAFFORZAMENTO DELL’ESERCITO DI ZELENSKY…

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Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”

 

volodymyr zelensky emmanuel macron keir starmer foto lapresse

Keir Starmer e Volodymyr Zelensky escono insieme nel cortile dell’Eliseo, accennando un sorriso. Il presidente ucraino riparte dal vertice parigino ringraziando per «il sostegno incrollabile» degli alleati e le «numerose proposte » ricevute in materia di difesa antiaerea, presenza nel Mar Nero e investimenti nell’industria bellica ucraina.

 

Ma poi subito ammette che sulla «forza di rassicurazione» che Kiev chiede come seconda linea rispetto all’esercito ucraino in caso di un cessate il fuoco ci sono state «più domande che risposte». La richiesta di Zelensky divide. Mandare truppe occidentali in Ucraina comporta per molti leader, di cui è capofila Giorgia Meloni, troppi rischi militari e politici, in uno scenario altamente volatile.

PARIGI - RIUNIONE DEI PAESI VOLENTEROSI A SOSTEGNO DELL UCRAINA

 

«Non c’è stata unanimità» ammette Emmanuel Macron, citando le differenze di «contesto politico» nei Paesi più reticenti. Il leader francese però aggiunge: «Non abbiamo bisogno dell’unanimità». Francia e Regno Unito vogliono andare avanti su un’iniziativa a cui danno un valore simbolico per l’affermazione di una autonomia strategica del continente, con un rafforzamento della Nato in chiave europea.

 

volodymyr zelensky keir starmer emmanuel macron foto lapresse

Già nei prossimi giorni partirà per Kiev una missione militare franco-britannica per un piano di rafforzamento dell’esercito di Kiev e l’invio di una forza di rassicurazione composta di militari di alcuni paesi europei e Nato in caso di cessate il fuoco totale e poi di negoziati di pace. È uno scenario ancora lontano.

 

I partecipanti al vertice parigino si sono mostrati scettici sulla reale volontà del Cremlino di porre fine al conflitto. Macron ha descritto così la strategia di Mosca: «Fingere di aprire negoziati per scoraggiare l’avversario e intensificare gli attacchi». […] Per quanto incerto, il percorso verso la pace va preparato. Secondo Macron, la forza di rassicurazione non dovrebbe occuparsi di «mantenimento della pace, né dovrà essere presente lungo la linea di contatto, né sostituirsi alle forze ucraine».

UCRAINA - LA COALIZIONE DEI VOLENTEROSI

 

L’obiettivo è fornire a Kiev supporto logistico, strategico, tecnico, addestramento, consulenza strategica, sorveglianza, protezione delle infrastrutture critiche o supporto alla difesa aerea. «Saranno gli ucraini a indicarci le necessità su luoghi e numero di uomini – ha precisato il leader francese - affinché sia una forza credibile. Non escludiamo nulla, sia al livello marittimo, aereo e terrestre».

UCRAINA - LA POSSIBILE FORZA DI RASSICURAZIONE ANGLO FRANCESE - PORCOSPINO D ACCIAIO

 

Alcuni alleati europei si oppongono all’idea di inviare truppe senza un chiaro sostegno americano e senza un mandato internazionale. […] I volenterosi pronti a seguire Londra e Parigi sono Canada, Australia, Olanda, Danimarca e altri paesi della coalizione Joint Expeditionary Force come Svezia, Norvegia, Danimarca, Lituania, Estonia e Finlandia. Tra i più contrari ci sono invece l’Italia, ma anche la Polonia.

 

guerra in ucraina

L’ipotesi è stata definita «prematura» sia dal premier ceco Petr Fiala che dal governo di Pedro Sanchez. Molto dipenderà da quanto gli Stati Uniti saranno disposti a sostenere gli alleati. L’inviato di Trump, Steve Witkoff, ha criticato il piano di Starmer e Macron. «È una posa» ha detto, sottolineando di non vedere la necessità di un dispiegamento di forze europee per garantire la sicurezza. […] Sull’ipotesi, scontata, di un veto della Russia su questa forza di rassicurazione da schierare in Ucraina, il leader francese ha risposto così: «Posso rassicurarvi sul fatto che non c’è bisogno dell’accordo della Russia. Ci basiamo sul diritto internazionale e non è la Russia che deciderà che cosa succede sul territorio ucraino». Mosca già protesta e minaccia rappresaglie.

VOLODYMYR ZELENSKY - GIORGIA MELONI - CONSIGLIO EUROPEO - FOTO LAPRESSEGIORGIA MELONI - VOLODYMYR ZELENSKY - FOTO LAPRESSE petr fiala giorgia meloni