1.BUZZI, IL RICATTO DELL’EX AMANTE. IL BOSS DELLA “29 GIUGNO”: VOLEVA SOLDI, L’HO DENUNCIATA
Francesco Salvatore e Giuseppe Scarpa per “la Repubblica - Roma”
SAREBBE stato ricattato dall'ex amante che voleva avere una buonuscita dalla loro relazione. Un'ex dipendente della cooperativa da lui gestita che pretendeva seicento euro per pagarsi l'affitto, altrimenti avrebbe raccontato tutto alla sua compagna. Vittima della tentata estorsione è Salvatore Buzzi, indagato numero due nell'inchiesta Mafia Capitale.
salvatore buzzi con il quarto stato alle spalle
Ieri il ras delle cooperative è arrivato in un'aula del tribunale penale di Roma con un volo diretto dalla Sardegna, dove è detenuto in regime di massima sicurezza nel carcere nuorese di Badu 'e carros, per raccontare la sua personale storia da vittima di un ricatto a cui si è ribellato, denunciando tutto alle forze dell'ordine.
«Mi volevo tutelare e mi sono rivolto al mio legale che ha sporto denuncia” ha detto Buzzi davanti al giudice Francesco Rugarli. Camicia chiara, giacca nera e scarpe Hogan ai piedi ha poi continuato a raccontare i contorni della relazione con l'imputata, un'ex barista della cooperativa 29 Giugno, accusata di tentata estorsione. “Con lei è stata una relazione episodica. Siamo stati insieme quattro o cinque volte. Poi è finita. Quando è scaduto il suo contratto non ho potuto fare nulla per riassumerla” ha spiegato Buzzi rispondendo alle domande del pm Mauro Masnaghetti.
Una versione, quella del braccio operativo di Massimo Carminati, che però non coincide perfettamente con quella dell'imputata: “Prendiamo atto del racconto fatto da Buzzi e dell'accusa - ha detto l'avvocato Renato Raineri, legale della donna - anche noi racconteremo la nostra versione. Abbiamo una tesi alternativa che rappresenteremo in aula”.
SALVATORE BUZZI - GIULIANO POLETTI
Salvatore Buzzi e la donna si conoscono nel 2010. L'imputata, infatti, gli è stata presentata da una conoscenza comune e poi è stata assunta alla cooperativa 29 Giugno. Il contratto, a tempo determinato. La relazione è clandestina. Lui ha già una compagna e lei ha un figlio avuto da una precedente relazione. La storia prosegue per alcuni mesi. Nell'estate del 2011 il contratto di lavoro della donna termina e, nello stesso periodo, i due smettono di vedersi.
A questo punto lei si sente abbandonata. Perso il lavoro e terminata la storia con Salvatore Buzzi, al tempo presidente della cooperativa, decide di ricorrere alle misure estreme. La donna ha conservati nel cellulare alcuni messaggi che potrebbero incastrare il suo ex amante. Se solo parlasse, potrebbe mettere in crisi la relazione ufficiale di Buzzi. Allo stesso tempo ha bisogno di soldi, perché risiede in una casa e sta per essere sfrattata. Manda, quindi, un primo messaggio a Buzzi: «Dammi 600 euro, altrimenti dico tutto alla tua compagna».
MASSIMO CARMINATI NEGLI ANNI OTTANTA
Qualche settimana più tardi un secondo messaggio, il cui tono è di gran lunga diverso: «Ho bisogno di aiuto perché mi stanno mandando via da casa. Devo pagare l'affitto per un altro appartamento». Buzzi, però, non si fa intenerire e per paura che tutto venga a galla chiama il suo avvocato. Qualche giorno dopo è pronta la denuncia da consegnare in commissariato.
2. PRESTO ARRESTI PER MAFIA CAPITALE: BUFERA SUL GOSSIP DI SALVINI
Mauro Favale per “la Repubblica- Roma”
L’APPALTO è sempre lo stesso, quello che un anno fa aveva acceso gli interessi di Mafia capitale e che ha messo nei guai Maurizio Venafro, da dieci giorni ex capo di gabinetto di Nicola Zingaretti. Ora sulla gara del Cup (60 milioni di euro divisi in quattro lotti per assegnare, dopo anni di proroghe, il servizio di prenotazione delle prestazioni sanitarie) si rincorrono le voci di una nuova iscrizione nel registro degli indagati che riguarderebbe Elisabetta Longo, dirigente regionale a capo della centrale unica degli acquisti.
SALVATORE BUZZI
Il condizionale è d’obbligo visto che ieri la Longo è stata costretta a scrivere una lettera indirizzata a Zingaretti e al segretario generale della Regione, Andrea Tardiola, per sottolineare che «non risponde al vero che io sarei indagata nell’ambito dell’indagine “Mafia capitale” per i reati di falso e turbativa d’asta». Quest’ultimo (e precisamente “tentativo di turbativa d’asta”) è anche il reato che la procura di Roma contesta a Venafro, dimessosi il 24 marzo dopo aver appreso di essere indagato dalla procura con l’ipotesi di aver interferito nella nomina della commissione di quella gara. Interferenze che avrebbero coinvolto anche la Longo, smentite ieri dalla diretta interessata: «È falso — prosegue la dirigente — che io abbia, direttamente o indirettamente, ricevuto pressioni di qualsiasi genere dal dottor Venafro in merito alla commissione di gara».
E, aggiunge ancora, «è falso che io abbia favorito finalità illecite di chicchessia nell’ambito della predetta gara ». Quello che la Longo conferma a Zingaretti e Tardiola è, invece, il colloquio avuto con i magistrati che stanno indagando su Mafia capitale: «È vero che sono stata sentita dai pm ed è evidente a tutti che nulla posso (al momento) riferire in merito ai fatti d’indagine, riservandomi, al termine del segreto istruttorio, ogni più ampia e diffusa precisazione».
NICOLA ZINGARETTI
Parole sufficienti per il governatore, già provato politicamente per le dimissioni di Venafro: «Mi sembra che la Longo abbia chiarito», dice. «Mi permetto di consigliare a tutti fiducia nella magistratura che sta lavorando bene». L’opposizione alla Pisana, però, pretende maggiori chiarimenti, a cominciare da Francesco Storace per finire ai 5 Stelle che col capogruppo Gianluca Perilli chiede le dimissioni di Zingaretti: «Cosa altro deve succedere affinché il presidente prenda atto di una situazione ormai compromessa ed indifendibile?».
E ieri su Mafia capitale è tornato anche Matteo Salvini, leader della Lega Nord: «Mi dicono gli uccellini da Roma — dice intervenendo a Radio Padania — che nelle prossime ore ci saranno alcune decine, forse addirittura alcune centinaia di nuovi interventi della magistratura e delle forze dell’ordine, sempre legati a Buzzi e Mafia capitale». Da Scelta civica, il deputato Gianfranco Librandi chiede a Salvini di non fare «gossip politico». Mentre il responsabile sicurezza del Pd, Emanuele Fiano, invita il leader del Carroccio a recarsi in procura: «In politica non esistono “uccellini”. Esistono invece le notizie di reato e l’obbligo di rivolgersi alla magistratura. Altrimenti sia la magistratura a chiedere ragione di queste affermazioni».