Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Rod Rosenstein, vice ministro della Giustizia, soprattutto plenipotenziario dell’ inchiesta scottante denominata Russia Gate, se ne va. Anzi no. Rimane. Prenderà presumibilmente il suo posto delicatissimo il Solicitor general, l'avvocato Generale dello stato, Noel Francisco, repubblicano, fedele al presidente, per le cui ragioni si è numerose volte esposto negli ultimi due anni? Ma dopo molte ore in cui le voci si moltiplicano, la conferma della sostituzione non c'è.
ROD ROSENSTEIN
A chi conviene tanto casino? Rosenstein si dimette per non essere licenziato? No, aspetta di essere licenziato. No, si dimette lascia l'Amministrazione. Chi lo licenzia, visto che Donald Trump è alle Nazioni Unite a New York per l'Assemblea generale e per tenere il suo discorso? Perché sta andando alla Casa Bianca? Non basta per licenziarlo il suo capo, l’Attorney General Jeff Sessions? Forse si rifiuta di farlo, visto che gli ha lasciato la guida del Russia gate? Ma no, Rosenstein partecipa a mezzogiorno ha un incontro fissato da tempo. Il mistero non è risolto
ROD ROSENSTEIN
Passando ad altro tipo di domande, perché il New York Times ha silurato in modo così spietato e brutale Rod Rosenstein? La domanda è legittima perché il New York Times negli ultimi anni si è comportato da fazioso, non da informatore, pubblicando scoop poi rivelatisi inesatti, prendendo per buone fonti anonime, non verificandole.
Allora davvero la rivelazione che il vice Ministro della Giustizia sarebbe stato pronto a indossare un registratore per rivelare gli scatti di umore e linguaggio scurrile usato da presidente, è stata pubblicata pensando di compiere un passo in avanti verso la possibilità di invocare il famoso articolo 25 della Costituzione, che permette di far dimettere un presidente quando non è in sé?
Non ha invece contribuito a ritenere legittima e fondata la continua denuncia che fa Donald Trump di un Deep State fatto di burocrati e tecnocrati i quali remano contro il governo perché sono tutti legati al partito democratico, a Barack Obama e Hillary Clinton, e quindi sono traditori, loro, i loro avvocati famosi, e i complici di una stampa asservita? Non ha assecondato insensatamente, o perché obbligato da uno dei suoi informatori più potenti, le vendette piccole e grandi della Palude di stato e dell'Fbi, in questo caso il terribile McCabe?
Se invece lo scopo diabolico fosse quello di profittare del casino suscitato dalla cacciata di Rosenstein e dalla nomina di un nuovo responsabile del Russiagate nel dipartimento di Giustizia per ritardare la consegna ai senatori e poi la pubblicazione di documenti che rivelerebbero indagini a senso unico, solo contro Trump, ma in difesa di Hillary Clinton e della passata amministrazione Obama? Sarebbe una tattica disperata.
mueller trump
Intanto a Rosenstein e’ toccato tentare prima di rispondere che la cosa è completamente falsa, che mai ha pensato di intrappolare o danneggiare il presidente, che scherzava, era una battuta sarcastica, che stava rispondendo ironicamente a quell’ invasato di Andrew McCabe, l'ex vice direttore dell'FBI di recente licenziato.
Ma non è bastato, e siccome è lui che ha preso a suo tempo la decisione di nominare un procuratore speciale aprendo il Russiagate, e di nominare proprio Robert Mueller, ritenuto un avversario del presidente, perché gli ha lasciato questo incarico ricusandosi dall'inchiesta il Ministro della Giustizia Jeff Sessions, ecco che, dopo mesi di denuncia di caccia alle streghe, Trump ha l'occasione di sostituire Rosenstein.
McCabe
Forse addirittura l'obbligo di farlo. Anche su questo circolano numerose versioni. Di certo il presidente e il vice Atttorney General hanno avuto a lungo una pessima relazione. Basti che Rosenstein prima gli ha fornito la documentazione per licenziare il direttore dell'FBI James Comey, e gli ha consigliato vivamente di farlo, poi, quando la notizia del suo ruolo è trapelata, ha tentato di negarlo, e ha subito dopo nominato un procuratore speciale nella persona di Robert Mueller per indagare sulle stesse presunte collusioni denunciate da Comey e sul tentativo di ostruzione alla giustizia fatto licenziandolo. Che equivale a dimostrare che se sei uno del Deep State e ti provi a comportarti diversamente, ti castigano e devi avere paura.
Questo comportamento Trump glielo ha pubblicamente e reiteratamente contestato. Ma la relazione negli ultimi mesi, forse perché nulla sta venendo fuori che riguardi collusioni con la Russia da parte di Trump, era andata gradualmente migliorando, come la quantità di conversazioni e briefing tra i due. Il presidente l'aveva di recente addirittura definita fantastica.