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Nuovi ostacoli, in Puglia, per Flavio Briatore: anche il secondo progetto di far sbarcare in Salento il Twiga è naufragato. Il locale esclusivo a Savelletri, nel comune di Fasano (Brindisi) — in una delle zone più vip della Puglia, tra masserie di lusso e lidi super esclusivi — doveva essere realizzato sul modello degli stabilimenti già avviati in Toscana: il Twiga Beach Club a Forte dei Marmi e quello di Marina di Pietrasanta. Il cantiere, però, non è stato ancora aperto e i motivi sono diversi.
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Il progetto Twiga
L’apertura per l’estate 2022 voluta dalla società Vittoria srl Investments & Consulting, che aveva scelto Savelletri per costruire uno stabilimento a 5 stelle utilizzando il famoso brand, è sfumata.
La società aveva acquisto dalla famiglia Rotunno per 400 mila euro la concessione demaniale dello stabilimento ormai inutilizzato da anni ed era pronta ad avviare i lavori.
Secondo Vittoria srl Investments&Consulting i cantieri sarebbero al momento bloccati per mancanza di manodopera e materie prime. A gettare un’ombra sull’operazione Twiga (che prevede circa 600 mila euro di lavori di ristrutturazione) ci sarebbe però anche l’intervento della Guardia di finanza che avrebbe chiesto di acquisire la documentazione depositata in Comune, a Fasano, da Vittoria srl.
L’accordo con Briatore
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Sarebbe questo il motivo principale dello stop al progetto. Le indagini della Gdf avrebbero infatti fatto saltare l’accordo commerciale con Briatore per la concessione del brand. L’imprenditore del resto già in passato si era defilato da progetti interessati da indagini giudiziarie.
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Era accaduto, ad esempio, per i presunti abusi edilizi legati alla realizzazione del Twiga Beach Club di Otranto. L’area interessata dai lavori fu messa sotto sequestro nel 2017 in fase di ultimazione dei lavori, a pochi mesi dell’inaugurazione. In quel caso Briatore aveva inizialmente concesso l’uso del suo marchio «Twiga Beach Club» per poi ritirarlo all’apertura dell’inchiesta. Stanco della «troppa burocrazia» — come ebbe a dire all’epoca — decise di abbandonare il progetto di un nuovo Twiga a Otranto, in una Puglia «troppo provinciale per ospitare ricchi».