Ho soltanto condiviso una vignetta che mi è sembrata sdrammatizzare un momento così complicato. Tutto qui. Non c’era alcun messaggio sottinteso e nessuna intenzione di mancare di rispetto ai malati e alle vittime di covid-19, se così fosse me ne scuso.
— Roberto Mancini (@robymancio) October 22, 2020
Gabriele Romagnoli per “la Stampa”
mancini vignetta
Gli uomini liberi vanno spesso controcorrente. Mai contromano. Hanno l' intelligenza per capire che se lo facessero metterebbero a rischio la vita, non soltanto la propria, ma anche di chi viaggia con loro e di chi viene dalla direzione opposta. Il commissario tecnico della nazionale di calcio Roberto Mancini da qualche tempo corre spedito in direzione contraria al buonsenso e ieri ha imboccato la rampa sbagliata, a fari spenti «per vedere se poi è così difficile morire». Ci vuol poco, fa sapere, basterebbe «guardare i tg»" per ammalarsi.
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E dunque, per assurdo: i 16mila nuovi contagiati di ieri lo sarebbero stati per aver appreso dai notiziari che il giorno prima ce n' erano stati 15mila; la pandemia sarebbe il frutto avvelenato dell' informazione battente (anche se questo non spiega il diffondersi della spagnola a inizio Novecento o della peste manzoniana nel Seicento) e il direttore di questo giornale sarebbe stato affetto dai titoli sull' avvento della seconda ondata del coronavirus.
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Fa tristezza dover replicare a Mancini, uomo con il coraggio delle proprie idee, nel calcio e fuori. Qui non si contesta la possibilità per uno sportivo di uscire dal suo campo, anzi: proprio perché campioni ed ex campioni hanno grande influenza le loro opinioni risuonano, possono aiutare gli altri, ma anche affondarli. Un ct della nazionale è un piccolo premier (e qualche volta un premier si è improvvisato piccolo ct).
Sa che quel che dirà avrà conseguenze. Quando Conte nel 2016 suggerì di indossare tutti una maglia azzurra i negozi finirono le scorte in 24 ore. Quindi, citando lo stesso Mancini, dovrebbe «pensare prima di parlare», o scrivere, o "postare". Il problema è proprio questo: lui l' ha fatto. La vignetta che ha copiato e inserito su Instagram non è fraintendibile, rappresenta la conclusione di un' azione offensiva, per così dire.
ROBERTO SPERANZA
Prima ha duellato verbalmente con il ministro della Sanità sulle priorità della vita, poi ha riportato una citazione dal processo di Norimberga, Herman Goering nientemeno, secondo cui: «Per rendere schiave le persone bisogna impaurirle». Ora, chi pensa che la verità renda liberi, si affanna a cercarla, con fatica quotidiana, dribblando confusione e versioni interessate, ma vorrebbe tanto dare un calcio alle panzane trasmesse con colpevole leggerezza. A forza di dileggiare gli esperti, siamo passati all' ora del dilettante.
GOERING AL PROCESSO DI NORIMBERGA
Gli sportivi hanno un peso nella partita della storia. Eccome. Alcuni di loro, per esempio, stanno battendosi contro Lukashenko, zar di Bielorussia, lo stesso che aveva tenuto aperti gli stadi sostenendo che il virus si poteva sconfiggere con il sudore e la vodka. Mancini ha il diritto delle sue opinioni e non le esprime su un account della federazione, ma anche il suo personale ha un rilievo pubblico. Faceva impressione leggere i commenti entusiasti che ha sollevato ieri su un sito calcistico. Chi lo segue sulla rampa rischia di far male anche a chi pensa e va nella direzione opposta. È di questo, commissario tecnico, che un po' si ha paura.
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