Giuliano Foschini e Giovanna Vitale per "la Repubblica"
marco mancini
A pochi giorni dal suo pensionamento dai Servizi segreti, Marco Mancini - la spia italiana al centro dei fatti italiani più delicati degli ultimi 30 anni - apre una partita che potrebbe avere ripercussioni, importanti, dal punto di vista politico. Racconta infatti del suo rapporto con l'allora premier Giuseppe Conte e soprattutto con l'ex direttore generale del Dis, Gennaro Vecchione, fedelissimo dell'ex presidente del Consiglio.
E lo fa davanti al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza, al termine di un'audizione improvvisa e assai contestata dal Partito democratico (il deputato Enrico Borghi ha infatti deciso di disertare la seduta) ma fortemente voluta dal nuovo presidente del Comitato, il senatore di Fratelli d'Italia Alfonso Urso. Mancini è stato chiamato per dare spiegazioni sul suo incontro in autogrill, avvenuto alla vigilia dello scorso Natale, con Matteo Renzi. Incontro registrato - grazie al cellulare di una passante che aveva riconosciuto il leader di Italia viva, questa la ricostruzione che fin qui è stata fatta - e poi mandato in onda su Rai3 dalla trasmissione Report.
marco mancini e matteo renzi
Proprio dopo la pubblicazione del video, e le arrabbattate spiegazioni su quanto era accaduto, il governo Draghi aveva deciso la sostituzione di Vecchione con Elisabetta Belloni, attuale numero uno del Dis. Mentre a Mancini era stato proposto di rientrare nei Carabinieri, dove si era arruolato alla fine degli anni '70, e di fatto spinto verso il prepensionamento. Eppure, ancora ieri, l'ex 007 ha raccontato che dietro l'appuntamento con Renzi non c'è stata, dal suo punto di vista, alcuna anomalia.
Nel corso dell'audizione segreta avrebbe spiegato infatti che del faccia a faccia era stato informato Vecchione. E che non era stato certo il primo: gli capitava spesso di vedere parlamentari, seppur tenuto all'obbligo di riservatezza che tutti i dirigenti del Servizio devono rispettare in questi casi. Tali incontri erano stati autorizzati per iscritto dal suo ex capo. E, d'altronde, non erano vietati: lo sono diventati solo dopo, in seguito allo scandalo dell'autogrill.
conte vecchione
Mancini avrebbe rivelato poi che di questi rendez-vous era al corrente anche il premier, col quale intratteneva rapporti assolutamente cordiali. Al punto che in più occasioni - ha aggiunto l'ex dirigente dell'Intelligence - gli era stata promessa la vicedirezione del Dis: oltre che da Conte, anche da Vecchione e dal ministro degli Esteri Di Maio. E sull'incontro con Renzi ha ribadito che si era trattato di un semplice scambio di auguri. Durante il quale gli avrebbe davvero consegnato gli ormai famosi "Babbi", i wafer di cioccolato.
MATTEO RENZI E MARCO MANCINI
Arrivando persino a esibire la ricevuta della carta di credito con cui li ha acquistati. Un'audizione «illegittima» secondo il Pd, che accusa il presidente del Copasir di non aver seguito le procedure corrette. Ma Urso si difende: «Ho fatto tutto secondo le regole e ho informato il premier Draghi ». Tuttavia la Lega, che dall'elezione di Urso al posto di Raffaele Volpi alla presidenza del Comitato non ha più indicato nuovi componenti a sostituire i dimissionari, si schiera con il partito guidato da Enrico Letta.
giuseppe conte gennaro vecchione
«Le dimissioni degli esponenti della Lega dal Copasir avevano e hanno fondamento, come confermato anche dal Pd - fanno trapelare da via Bellerio -. Meglio tardi che mai, anche a sinistra convengono che il Copasir ha bisogno di una guida equilibrata, senza subire continue tensioni politiche che nulla hanno a che vedere con un organismo di garanzia. Siamo sicuri che i presidenti di Camera e Senato sapranno maturare una saggia decisione». Il sospetto è che FdI voglia utilizzare il Comitato di controllo sui Servizi contro il governo Draghi.
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