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    MARE MORTUM - DUE BARCONI PROVENIENTI DALLA LIBIA SONO AFFONDATI UCCIDENDO 239 MIGRANTI - L’UNIONE EUROPEA SMENTISCE LE ACCUSE DI “AMNESTY” ALL'ITALIA: “NESSUNA TORTURA NEGLI HOTSPOT” - LA STORIA DI FATIM JAWARA, PORTIERE DELLA NAZIONALE DI CALCIO FEMMINILE DEL GAMBIA, ANNEGATA NEL TENTATIVO DI ATTRAVERSARE IL MEDITERRANEO


     
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    1 - NUOVA STRAGE IN MARE, MORTI 239 MIGRANTI

    Mariolina Iossa per il “Corriere della Sera”

     

    BARCONE CON MIGRANTI BARCONE CON MIGRANTI

    Ancora un naufragio con centinaia di vittime: due barconi provenienti dalla Libia sono affondati, l' ultimo bilancio parla di 239 migranti morti e 29 sopravvissuti, mentre altri 788 sono stati messi in salvo nel Mediterraneo centrale in sette diverse operazioni della Guardia costiera di Roma. Secondo i racconti fatti a Pietro Bartolo, il medico del film Fuocoammare, che ha parlato con il tg di Tv2000, «gli scafisti hanno sparato e ucciso un uomo per costringerlo a salire sul gommone». E il capo dello Stato Sergio Mattarella parla di «emergenza non compresa appieno».

     

    Alle accuse di Amnesty International - che nel rapporto annuale denuncia maltrattamenti, pestaggi, umiliazioni sessuali e torture compiute contro gli stranieri negli hotspot italiani - risponde il capo della polizia Franco Gabrielli: «Smentisco l'uso di metodi violenti sui migranti, anche perché i nostri hotspot sono costantemente visitati da un team della Commissione europea». Il ricercatore di Amnesty Matteo De Bellis insiste, dice che le «pressioni europee» spingerebbero l'Italia ad usare la «mano dura nei confronti dei rifugiati ed espellerli illegalmente», con lo scopo di «ridurre il movimento di migranti e rifugiati verso altri Stati membri».

    FATIM JAWARA FATIM JAWARA

     

    L'Ue però, chiamata in causa, interviene negando. «Alla Commissione - dice Natasha Bertaud, portavoce per l' Immigrazione - non risulta che negli hotspot italiani si siano verificati episodi di maltrattamenti e torture». Parole alle quali sono seguite quelle di Mario Morcone, capodipartimento Libertà civili e Immigrazione del ministero dell' Interno. «Scosse elettriche, torture? Sono tutte cretinate - ha detto Morcone -. Negli hotspot sono presenti organizzazioni di tutela come Unhcr e Oim. O entrambe sono distratte o Amnesty sta facendo un' operazione che cercheremo di capire» .

     

    2 - I MONDIALI DI CALCIO POI IL GOMMONE

    Alessandra Coppola per il Corriere della Sera

     

    FATIM JAWARA FATIM JAWARA

    Sarà ricordata per aver parato un rigore in un'epica benché amichevole partita contro le ragazze scozzesi di Glasgow, dice il presidente della Federazione Calcio del Gambia. Ma resterà pure impressa perché di volti come il suo ne affiorano pochi: Fatim Jawara, 19 anni, un talento da portiere, è annegata nel tentativo di raggiungere l' Europa - l' Italia - dalle coste della Libia.

     

    Nell'elenco di vittime, tante anonime e disperse, dei naufragi nel Mediterraneo, rimarrà l'immagine di una ragazzina magra, «tanto dolce», scrive il fratello su Facebook, «donna coraggiosa, la migliore», aggiungono gli amici; molto vivace a sfogliare le immagini.

     

    Spesso un cappellino da baseball in testa, in tenuta sportiva, in abiti africani rivisitati, da sola con una borsa che sembra un bauletto, in squadra a incoraggiare le compagne: «Ci sarà chi ci odia, ci saranno dubbi, ci sarà chi non ci crede e poi ci saremo noi, nobile famiglia delle Red Scorpions», la Nazionale di calcio femminile del Gambia.

     

    FATIM JAWARA FATIM JAWARA

    Fatim veniva da un villaggio della punta occidentale, Dippa Kunda, si era poi trasferita nella capitale, Banjul. E si era rivelata un portento calcistico, in particolare come estremo difensore, tanto da partire con il team under 17 per la Coppa del Mondo in Azerbaigian, nel 2012. «La ricorderemo per le sue grandi performance sul campo», dice anche l' allenatore di allora, Chorro Mbenga.

     

    «Abbiamo perso una atleta con molto talento - aggiunge la coordinatrice della nazionale femminile del Gambia, Siney Sissoko -: competitiva, sempre determinata a spingere verso la vittoria la sua squadra, molto gioviale e aperta». In versione elegante al matrimonio del fratello, quest' estate, con una donna americana. L' ultimo post è per condividere gli auguri agli sposi: «Meritate il meglio», 18 luglio 2016.

     

    Poi basta, è probabile che si sia dedicata ai preparativi di un viaggio complicato e rischioso. «Sperava di poter cominciare una carriera sportiva in Europa», spiegano dalla Federazione Calcio. In Gambia non era possibile? Probabilmente no. Non deve essere un Paese di grandi speranze se il 7% dei 159.469 migranti approdati in Italia quest' anno (dato aggiornato a ieri) viene da lì.

     

    A SINISTRA FATIM JAWARA A SINISTRA FATIM JAWARA

    La terza nazionalità dopo Nigeria ed Eritrea. Per gli organismi dei diritti umani un esodo così massiccio si deve anche a un clima particolarmente repressivo: «Il governo del presidente Yahya Jammeh, al potere dal colpo di Stato del 1994 - è scritto nell' ultimo rapporto di Human Rights Watch -, ha frequentemente commesso serie violazioni dei diritti umani, incluse detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate, tortura degli oppositori».

     

    Come Fatim, tanti tra i ragazzi che sono partiti dal Gambia attraverso il deserto fino alle coste libiche non sono mai sbarcati. Il fratello su Facebook il 30 ottobre spiega che la sorella è scomparsa la settimana prima, di sabato. A consultare i dati raccolti dall' Unhcr sugli ultimi naufragi, sono annotati numerosi morti in quei giorni, le condizioni del mare devono essere state particolarmente cattive, oltre 20 vittime in quattro diversi episodi venerdì 21 ottobre. Alla data di sabato 22 ottobre sono registrati 30 dispersi «al largo della Libia». Di uno di questi si conosce ora il volto, il nome, una brevissima storia: Fatim Jawara. «Unitevi alla preghiera per la nostra sorellina», scrive il fratello, postando per ultima l' immagine di un funerale senza bara.

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