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    QUANTO "VALE" LA BOSCHI? UN MILIONE DI VOTI IN MENO - LA COCCA DI RENZI E’ DIVENTATA UN “PESO” PER IL PD: LA MINORANZA DEL PARTITO E' IMBARAZZATA, NON LA VORREBBE CANDIDATA MA CHIACCHIERA SOLO SOTTO DIETRO ANONIMATO - IL DUCETTO, PERO’, NON LA MOLLA: PER LEI PRONTO UN COLLEGIO BLINDATO, COME PER LUCA LOTTI 


     
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    Carlo Bertini per “la Stampa”

     

    fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 5 fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 5

    Non c' è solo un partito insofferente verso colei che, nei capannelli, viene considerata in questa fase più un peso che una risorsa per il Pd. Un partito che nei suoi gangli, dai big ai peones, mal sopporta il suo potere, ma lo teme: tanto che quando qualcuno vuole parlare di lei liberamente chiede sempre garanzia di anonimato, «perché altrimenti sei politicamente finito qui dentro».

     

    Non c' è solo il Pd dunque con cui deve vedersela il leader, ora che le minoranze tacciono imbarazzate e che anche tra i renziani cresce la tensione per un problema che può azzoppare una già difficile campagna elettorale. «Al momento è ipotizzabile una flessione di almeno due punti percentuali, fino a un milione di voti in meno, anche solo sommando tutte le persone coinvolte nel caos sulle banche», sentenzia il sondaggista Alessandro Amadori: convinto che «con la bomba Vegas-Etruria-Boschi, Renzi potrebbe scendere pericolosamente verso quota 20 per cento».

    MARIA ELENA BOSCHI DA' IL CINQUE A MATTEO RENZI MARIA ELENA BOSCHI DA' IL CINQUE A MATTEO RENZI

     

    Analisi apparsa su Affariitaliani.it e che fa subito il giro sui cellulari dei renziani. Che non apprezzano la strategia da lei adottata negli ultimi mesi «di essere presente a tutto, all' anteprima della Mostra del cinema, alla prima della Scala, alla prima dell' Opera», sbottano. «Più cercano di azzopparla, più lei si fa vedere forte, questa è la strategia, ma è divenuta rischiosa a due mesi dalle elezioni». Certo, il «linciaggio» subìto, per ora stringe il Pd intorno a lei. Andrea Marcucci denuncia «il tentativo di usare il sottosegretario, per coprire le gravissime responsabilità degli istituti di vigilanza». E da Orfini in giù tutti fanno quadrato.

     

    RENZI BOSCHI LOTTI RENZI BOSCHI LOTTI

    Nessuno della minoranza Dem ne chiede le dimissioni, «altrimenti diventerebbe un' oggettiva ammissione di colpa», dicono gli uomini di Orlando. E se ad augurarsi che non sia ricandidata magari sono in molti, Renzi comunque la blinda. Il segretario, con cui lei ieri ha concordato ogni cosa fino alla scelta di andare dalla Gruber con Travaglio, non dubita di ricandidarla: il seggio per lei è sicuro, considerata la più affidabile tra i suoi insieme a Luca Lotti. Ma se la Boschi mai come ora è l' anello debole del Pd, il timore è che lo possa diventare ancor di più dopo l' audizione di Ghizzoni del 20 dicembre prossimo.

    giuseppe vegas giuseppe vegas

     

    Per Renzi ora che il nodo si ingarbuglia ci sarà da fare i conti anche con altri due fronti, oltre quello interno: il fronte istituzionale del governo, dove c' è il timore che la vicenda della sottosegretaria alla Presidenza possa gonfiarsi fino a lambirne il vertice, riverberandosi sul tasso di popolarità del premier. E questo in un momento di diffusa convinzione che serva tenerlo al riparo in vista di un futuro di massima incertezza. Un premier peraltro intenzionato a fare a pieno la sua parte in campagna elettorale, visto che costituisce l' asset più forte attualmente in dote al Pd.

     

    ghizzoni boschi etruria ghizzoni boschi etruria

    Poi c' è anche il fronte esterno, quello delle opposizioni, che già cavalcano il caso Boschi e che sul tallone d' Achille di Renzi imposteranno buona parte della campagna elettorale. Lo farà la destra, visto che gli si è sgonfiato l' argomento migranti («Boschi si dimetta e Renzi chieda scusa»), tuona il leghista Fedriga. Lo farà la sinistra che è stata la prima, con Speranza, a chiederle un passo indietro, insieme ai grillini: i quali sperano di esser quelli a beneficiarne di più.

     

    di maio di maio mario chiesa mario chiesa

    «Se il Pd dovesse ricandidarla ci confermerà che tutto il partito è coinvolto nello scandalo banche», sentenzia Di Maio pregustando l' offensiva. «Maria Elena Boschi è il Mario Chiesa della Seconda Repubblica, che con lo scandalo legato alla banca del padre farà iniziare il declino definitivo dei partiti», carica il leader M5S, guadagnandosi così un annuncio di querela della sottosegretaria.

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