Estratto dell’articolo di Marino Niola per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/commenti/2024/11/30/news/banana_cattelan_mangiata_justin_sun-423766194/
Justin Sun si mangia la banana di maurizio cattelan
La banana di Cattelan sta facendo il giro del mondo da quando Justin Sun, tycoon delle criptovalute, se l’è mangiata durante una conferenza stampa. Pappandosi in senso letterale i sei milioni e duecentomila dollari che aveva speso per aggiudicarsela nei giorni scorsi a New York in un’asta da Sotheby’s.
Subito dopo l’acquisto, che molti hanno considerato un insulto alla miseria, l’immaginifico Justin aveva dichiarato di volerla regalare a Elon Musk. «Se Elon vuole gliela farò mettere sulla navicella spaziale per Marte». Invece l’ha messa altrove. Confermando indirettamente la fama della banana, che è il più allusivo dei frutti ma anche il più scivoloso.
il fruttivendolo dove e stata acquistata la banana di maurizio cattelan
Infatti, i sei milioni e passa inghiottiti in un sol boccone dal miliardario di origini cinesi sono uno spettacolare scivolone dell’arte contemporanea verso la finanza. E verso il marketing pubblicitario.
Uno spot di questa portata sarebbe costato a Sun altro che sei milioni. Invece, mangiandosi in diretta una bananetta costata a Cattelan 25 centesimi, ha ottenuto una pubblicità globale. […]
Siamo davanti a una sfrontata autoesaltazione del neocapitalismo che usa l’arte come strumento di legittimazione, come forma di comunicazione e come rappresentazione della sua potenza.
merda d'artista piero manzoni 2
In fondo da 25 centesimi a sei milioni e duecentomila euro il margine di profitto è più che stellare. Se poi quell’ipertrofico dislivello tra costi e ricavi viene inghiottito in qualche secondo davanti agli sguardi sbigottiti dei media, l’incremento di valore diventa fantascientifico. Perché rappresenta una sorta di cupio dissolvi dell’economia e dei suoi criteri, dei suoi limiti di sostenibilità, non parliamo di equità.
Quel che affiora dalla provocazione di Sun è uno scarto pauroso, quasi tossico, tra valore di scambio e valore d’uso, per utilizzare un lessico marxista datato ma non del tutto arrugginito. Perché la performance alimentare di Hong Kong è una sorta di rivendicazione provocatoria del potere del denaro che non ha più anticorpi né freni, né morali, né politici, né religiosi. Siamo lontanissimi da quello che la Chiesa intendeva quando definiva i soldi “sterco del diavolo”. O da quel che voleva dire Marx, ancora lui, con l’espressione schmutziges geld, più o meno denaro merdoso.
merda d'artista piero manzoni 1
E qui non occorre sforzarsi troppo per cogliere il nesso tra la pupù del diavolo e la merda d’artista. Come quella che Piero Manzoni mise in scatola quando decise di raccogliere le sue feci in novanta scatolette da consegnare direttamente alla storia dell’arte. Inscatolata nel 1961, l’opera fu venduta nel 2016 per 275 mila euro, per una sola scatola ovviamente.
Anche allora ci fu chi gridò allo scandalo, estetico e morale. Ma a ben vedere era un prezzo stracciato al confronto dell’opera di Cattelan che il metabolismo di Justin Sun disperderà, senza nemmeno metterla da parte. Una doppia sola, visto che nel caso di Manzoni era tutto opera dell’artista, la creazione e l’espulsione.
maurizio cattelan
In questo caso invece la creazione è di Maurizio Cattelan, mentre l’espulsione è di colui che ha mangiato l’opera. E che trasforma sei milioni in materia da evacuazione. Evidentemente la trasmutazione questa volta è opera della pancia dell’acquirente. Una trovata pubblicitaria pazzesca. A riprova che l’arte contemporanea è sempre più in bilico tra creazione e deiezione.
piero manzoni 2 piero manzoni 1 Comedian banana di Maurizio Cattelan