Pietro Del Re per “la Repubblica”
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Le teste rasate non sono la maggioranza tra chi è stato invitato a festeggiare l’attesa, schiacciante vittoria di Marion Maréchal-Le Pen. Ma alle 20 in punto, quando appare la conferma del suo trionfo al primo turno delle regionali in Provenza- Alpi-Costa Azzurra è dai loro petti che s’alza il boato più fragoroso.
E tra i quattrocento iscritti del Front National riuniti allo stadio coperto di Le Pontet, in periferia di Avignone, sono gli skin-heads che per primi cominciano a scandire: «Ma-ri-on!, Ma-ri-on!, Ma-ri-on!».
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L’eroina dei luoghi, già politica di razza nonostante la sua giovane età (compirà 26 anni giovedì prossimo), arriva intorno alle 20.30. L’ultima creatura della famiglia della destra xenofoba francese entra scortata da una mezza dozzina di marcantoni.
Sale sul palco ricoperto da un’ampia bandiera francese, così come lo sono i muri dell’impianto sportivo e i tavoli dove si brinda con champagne di marca, ed esordisce così: «È una vittoria storica e inattesa, che infonde nuova speranza alla nostra regione. Il vecchio sistema è morto: spero che la destra e la sinistra, che hanno tradito e umiliato il popolo di Francia, ne trarranno le giuste conseguenze».
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È commossa, la giovane Le Pen, e sorride come nella gigantografia alle sue spalle, che la ritrae in un campo di lavanda, e che più che a un manifesto elettorale ricorda la pubblicità di un detersivo. Ce l’ha quasi fatta a succedere al socialista Michel Vauzelle, che da quasi diciott’anni governa la regione. Tutto si deciderà domenica prossima. Intanto, però, il primo turno l’ha stravinto, raccogliendo oltre il 34 per cento dei suffragi.
E ciò grazie alla sua giovane età, al suo bel sorriso, alle sue repliche sferzanti e il suo discorso populista. Esilarato dal risultato, Bruno Guillemin, commercialista di 56 anni, prima di diventare uno sfegatato fan di Marion lo era del nonno Jean-Marie. Dice: «Tutti sostengono che per riuscire in quest’impresa ha sfruttato la paura scatenata dagli attacchi di Parigi. In realtà, i francesi si sono accorti che le stesse misure prese dal governo dopo gli attentati lei le preconizzava da mesi».
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Fatto sta che negli ultimi giorni Marion Maréchal-Le Pen ha indurito i toni della sua campagna, sostenendo che in caso di un’elezione al secondo turno taglierebbe le sovvenzioni a tutte le associazioni «multi-culturaliste o troppo politicizzate», come, per esempio, quella della pianificazione familiare che «banalizza l’aborto».
Martedì scorso, la candidata della destra radicale aveva anche dichiarato «che i francesi possono essere di confessione musulmana a condizione di piegarsi al modo di vita che l’influenza greca, romana e cristiana hanno affinato negli ultimi 16 secoli».
JEAN MARIE LE PEN E LA NIPOTE MARION
Negli ultimi mesi, la Maréchal-Le Pen è stata abilissima anche a schivare gli spruzzi di fango prodotti dalla guerra tra la zia Marine, segretario del Front National, e il nonno Jean-Marie, recentemente espulso dal partito che aveva fondato. Ne è uscita indenne, riuscendo perfino a guadagnare l’appoggio dell’anziano patriarca. «Come lui è un’ammiratrice di Napoleone, e da un punta di vista strategico è Marion la vera erede di Jean-Marie», dice ancora il commercialista Guillemin.
Bisognava vederla, mercoledì scorso, durante il dibattito televisivo con i candidati alla presidenza della regione meridionale d’Oltralpe, quello repubblicano Christian Estrosi, che ieri ha ottenuto il 28 per cento dei voti, e quello socialista Christophe Castaner che ne ha guadagnati appena al 16 per cento.
Davanti alle telecamere, tra un candido sorriso e l’altro, la Le Pen ha tirato fuori gli artigli con cui ha macellato i suoi avversari, interrompendoli di continuo e ridicolizzandoli con l’opportunismo e la facondia tipici del suo clan. Il socialista Castaner avrebbe potuto decidere di continuare la corsa, unendosi a una lista di una sinistra più estrema e agli ecologisti.
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Ma avrebbe offerto una vittoria certa alla Le Pen. A tarda sera, la dirigenza del Ps ha invece deciso il suo ritiro, il che significherà l’assenza totale di eletti socialisti in seno alla futura assemblea regionale. In compenso alcuni degli elettori di Castaner potranno riportare i loro voti sul repubblicano Estrosi del partito di Sarkozy, nel difficilissimo tentativo di sbarrare la strada alla giovane e ostinata Le Pen.