una donna preferisce la morte alla dialisi
Meglio morta che brutta: rifiuta dialisi e il giudice le dà ragione. Secondo quanto riportato dal DailyMail, una donna inglese di 50 anni ha chiesto di poter rifiutare la dialisi per curare una malattia al rene, affermando di essere pronta a morire pur di non trovarsi nella condizione di malata cronica, che a suo parere la renderebbe brutta. Il suo caso è finito in tribunale e il giudice le ha dato ragione.
La decisione della paziente, il cui nome non viene specificato per motivi di privacy, deriva dal fatto che per lei curarsi significherebbe rinunciare alla sua bellezza, perché non avrebbe più la possibilità di essere impeccabile dal punto di vista fisico. Una scelta singolare, se non assurda, da molti ritenuta immorale. La pensa diversamente il giudice Justice MacDonald, che invece ha riconosciuto il diritto della malata di rifiutare le cure e decidere del suo destino.
il giudice justice macdonald
“Il diritto di rifiutare le cure si estende al declino dei trattamenti che, se somministrati, salvano la vita del paziente”, ha detto MacDonald. “Questa posizione riflette il valore che la società pone sull’autonomia personale in materia di trattamento medico e il diritto del paziente di scegliere se accettare o rifiutare le cure mediche. Quando un paziente rifiuta le cure mediche salvavita la corte può intervenire solo nei casi in cui il giudice è convinto che il paziente non abbia la capacità mentale di decidere se accettare o rifiutare tale trattamento”.
In questo caso la donna è perfettamente capace di intendere e volere. Lo dimostrano anche alcune scelte passate relative alla sua salute, per esempio quando ha rifiutato di prendere i farmaci dopo che le era stato diagnosticato un cancro al seno. Motivo: non voleva ingrassare. A difendere la scelta della paziente è anche una delle sue figlie, che ha affermato:
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“Mi madre ha vissuto una vita glamour, non ha mai voluto essere povera, brutta e vecchia (…) la cosa più importante per lei è stata avere una vita frizzante e perderla le fa perdere il senso dell’esistenza stessa. Non vuole vivere senza “scintilla”. E’ una scelta che non ci piace, ma non possiamo far altro che comprenderla”.