Irene Soave per il “Corriere della Sera”
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Il premier olandese Mark Rutte si è scusato per il ruolo dei Paesi Bassi nella tratta degli schiavi, «che va riconosciuta come crimine contro l'umanità». «Oggi nessuno ha colpe personali, ma lo Stato olandese è responsabile», ha detto ieri in un discorso all'Aja. E si è scusato. Dal 2020 il governo ha istituito un comitato per lo studio del passato schiavista: sono esclusi risarcimenti ai discendenti, ma 200 milioni per iniziative educative sono stati stanziati.
mark rutte
È abbastanza? Interventi sui giornali e sui social da parte di attivisti di tutto il Paese indicano che: nessuna associazione di discendenti di schiavi è stata consultata; le scuse davvero attese sarebbero quelle del re, che il 1° luglio 2023 dovrebbe festeggiare così la fine della schiavitù nel Suriname; il razzismo resta «endemico», e legato agli anni del colonialismo. Nello Stato caraibico di Sint Maarten, parte del Regno, la premier Silveria Jacobs ha detto che «non accetterà alcuna scusa senza un dibattito». Le scuse non basta farle; bisogna che l'altro le accetti.
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