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    “SIAMO COSTRETTI A VIVERE NEL TERRITORIO DELLE CHIACCHIERE” – MASSIMO CACCIARI SVISCERA LA COMUNICAZIONE POLITICA AL TEMPO DEI SOCIAL: “MA QUALE DEGRADO. NON DOBBIAMO FARE GLI SNOB! HA VINTO IL LINGUAGGIO CHE PRESCINDE DAL RAGIONAMENTO. I POLITICI RICORRONO A UNA COMUNICAZIONE FRETTOLOSA USANDO I MEZZI CHE HANNO A DISPOSIZIONE, MICA VIVONO SU MARTE!” – “SIAMO DOMINATI DALLA FRETTA. ANCHE I POLITICI SONO MERCE COL TIMBRO DI SCADENZA”


     
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    Estratto dell’articolo di Raffaella De Santis per “la Repubblica”

     

    massimo cacciari massimo cacciari

    Non ci sta Massimo Cacciari a parlare del degrado del linguaggio politico attuale. Nemico dei luoghi comuni, sbuffa, «ma quale degrado, questa è la classica accusa rivolta dall’intellighenzia». L’intervista telefonica avviene a ridosso di una lezione che il filosofo tiene oggi alla Biblioteca delle Oblate a Firenze incentrata sulla comunicazione politica dei nostri giorni, un’anteprima del festival Parole in cammino.

     

    Ammetterà che il livello a volte è scadente?

    "Ma non per questo dobbiamo fare gli snob. Il linguaggio politico è demagogico nella sua essenza, il suo fine consiste nel guidare il popolo e nel convincerlo con ogni mezzo della bontà di determinate idee e prospettive. La pretesa che possa avvicinarsi al linguaggio "scientifico" è folle. Lo scienziato deve cercare di rapportarsi con l'essere, il linguaggio politico con il dover essere".

     

    E oggi le sembra che i politici abbiano cura della realtà fattuale?

    LA COMUNICAZIONE POLITICA E I SOCIAL NETWORK LA COMUNICAZIONE POLITICA E I SOCIAL NETWORK

    "Il linguaggio generale è ormai vaniloquio, ma di che cosa ci stupiamo? Il degrado non è solo del politico, è esteso. Ha vinto il linguaggio dei social che prescinde da ogni analisi, da ogni critica, da ogni giudizio. È in atto un impoverimento tremendo dei nostri mezzi di comunicazione. I politici ricorrono a una comunicazione frettolosa usando i mezzi che hanno a disposizione, mica vivono su Marte!".

     

    […]

     

    I social hanno alzato il tasso di emotività. Cresce il bisogno di un nemico?

    "In politica il linguaggio del nemico non è una novità. La politica ha sempre finto il bellum ricorrendo a un linguaggio pseudo-militare, ma oggi è sparita la capacità di critica. Nessuno pensa più di voler conoscere il suo nemico, di comprenderne il linguaggio. Il giudizio ha bisogno di tempo, di distanza critica. Oggi si consuma tutto nell'immediato. La critica è un'attitudine scomparsa dai giornali e anche dalla scuola".

     

    Che cosa non le piace nella scuola?

    MASSIMO CACCIARI 1 MASSIMO CACCIARI 1

    "È travolta da un'ansia di prestazione, preoccupata di formare al lavoro, presa da una smania produttivistica. Quello che conta oggi è arrivare subito al successo, convincere rapidamente l'interlocutore, non importa se ricorrendo a fake news. Non conta pensare, ragionare, analizzare le cause, conta schierarsi più in fretta possibile. Siamo dominati dalla fretta. Anche i politici sono merce col timbro di scadenza".

     

    Resistere vuol dire rallentare?

    "Prendersi il proprio tempo, tornare a ragionare, cercare di comprendere le ragioni dell'altro, il linguaggio di chi non la pensa come noi. Se fai questo, probabilmente sarai un solitario, forse non diventerai mai un leader politico, ma che problema è?".

     

    […]

     

    Il populismo si nutre di questo habitat?

    MASSIMO CACCIARI 2 MASSIMO CACCIARI 2

    "Populismo è un'altra parola abusatissima. Elementi populisti e demagogici sono immanenti in ogni espressione politica. È una tendenza di tutta la politica contemporanea quella a parlare per slogan. Usando un linguaggio in cui prevale l'elemento della promessa".

     

    I politici di oggi esagerano in retorica?

    "L'osservazione è semmai un'altra. Nella prima Repubblica l'elemento demagogico si combinava con un elemento fortemente ideologico. L'elemento ideologico crea comunità, un ethos comune, ha una base solida. Da quando le ideologie sono state completamente smantellate, a partire dagli anni '80-'90, è rimasta solo la sovrastruttura demagogico-populistica".

     

    Morte le ideologie contano i programmi?

    massimo cacciari a cartabianca massimo cacciari a cartabianca

    "Ma quali programmi? I programmi servono ad aggiustare i termosifoni, li fanno i tecnici. Non esiste una politica che possa definirsi in chiave semplicemente programmatica. Oggi domina la chiacchiera senza ideologia".

     

    Dunque senza valori?

    "O i valori hanno una base ideologica forte, oppure sono chiacchiere".

     

    E i valori della famiglia tradizionale rivendicati dalla destra?

    "Ma dai! La famiglia nel nostro sistema socio-economico è la vittima designata (ride, ndr)".

     

    [...]

     

    LA COMUNICAZIONE POLITICA E I SOCIAL NETWORK LA COMUNICAZIONE POLITICA E I SOCIAL NETWORK

    Ci saranno soluzioni?

    "I politici dovrebbero dirci come oggi si può realizzare un programma politico credibile. Come si può realizzare una scuola uguale per tutti o una sanità uguale per tutti? I cosiddetti valori se non vengono normati rimangono pure chiacchiere. Ma oggi i margini per definire dei programmi attuativi sono probabilmente inesistenti. Questa impotenza è il dramma".

     

    Quindi?

    massimo cacciari a cartabianca massimo cacciari a cartabianca

    "Siamo costretti a vivere nel territorio delle chiacchiere".

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