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    “NUDA DI FRONTE ALLA KIDMAN MI SONO SENTITA FRAGILE” - MATILDA DE ANGELIS RIVELA I RETROSCENA DELLE SCENE PIU’ HOT DI “THE UNDOING”: “NON ABBIAMO PARLATO DELLA SCENA DEL BACIO. LA KIDMAN DAL VIVO È SCONVOLGENTE: ALTA, STATUARIA, CON OCCHI PENETRANTI DI UN AZZURRO GHIACCIO. CON ME PERÒ È STATA DOLCISSIMA, MOLTO AFFABILE. IL PROVINO L’HO FATTO MANDANDO UN VIDEO, ME L’HANNO CHIESTO PERCHÉ ERO L’ATTRICE ITALIANA VINCITRICE DELLO SHOOTING STARS AWARD, UN PREMIO PER EMERGENTI. E POI OGGI BASTA FARE UN FILM PER NETFLIX PER ESSERE IN 150 PAESI…”


     
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    Sara Faillaci per “F”

     

    matilda de angelis matilda de angelis

    «Non era previsto un nudo integrale. Però sul set, con la regista Susanne Bier, abbiamo fatto un discorso molto franco tra ragazze: se nello spogliatoio di una palestra una donna viene a parlarti in mutande e reggiseno, non ti fa alcun effetto. Ma se quella donna è completamente nuda e ti si para a un centimetro dalla faccia, allora sì che la percepisci come minacciosa. E questo doveva essere Elena Alves: aveva poche scene ma in quelle doveva essere indimenticabile».

     

    video di matilda de angelis a piedi nudi video di matilda de angelis a piedi nudi

    È da quando ho visto The Undoing - Le verità non dette che aspettavo questo momento. Quello in cui avrei chiesto a Matilda De Angelis come ha fatto a stare completamente nuda in piedi davanti alla faccia di Nicole Kidman ed essere così naturalmente sfacciata,

    sicura di se stessa. Ho visto la serie sei mesi fa e ricordo ogni singolo movimento della Alves, ogni espressione. Segno che l’impresa di regista e attrice è riuscita. Se pensi

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    a The Undoing la prima immagine che ti esplode nella testa è lei: lei alla cena della costosa scuola privata con quella scollatura da vertigini, lei nuda di fronte a una

    Kidman annichilita che si fa piccola piccola sulla panchetta della palestra.

     

    Sarebbe bastato il successo della serie Hbo per scrivere che questo è stato l’anno

    di Matilda De Angelis. Ma questa ragazza cresciuta a Pianoro, paese a 20 chilometri

    da Bologna, a febbraio è salita sul palco di Sanremo e, come si dice in gergo, ha “spaccato”. Ha cantato e tenuto testa ad Amadeus con il monologo sul bacio che

    ha interpretato, anche questa volta, senza esitazioni, da attrice consumata. E dire che non ha mai studiato recitazione: è arrivata a fare l’attrice per caso (sì, la classica storia

    matilda de angelis foto claudio iannone matilda de angelis foto claudio iannone

    in cui ha accompagnato l’amica al provino per Veloce come il vento e invece dell’amica hanno preso lei).

     

    Nel frattempo, ha girato con Pietro Castellitto la serie Leonardo; con Liev Schreiber l’adattamento cinematografico dell’ultimo romanzo ambientato a Venezia di Ernest Hemingway, Across the River and into the Trees, e ora al Taormina Film Festival presenta

    Atlas di Niccolò Castelli, una produzione italo-svizzera di cui è protagonista assoluta.

    matilda de angelis matilda de angelis

     

    Mi dica che cosa ha pensato nuda davanti a Nicole Kidman.

    Premesso che mi sento più a mio agio nuda che vestita, perché a volte con certi abiti non mi sento del tutto me stessa mentre con il mio corpo sto benissimo, di fronte alla Kidman

    mi sono sentita fragile. Quella fragilità però paradossalmente mi ha dato forza, l’ho sfruttata a mio vantaggio.

     

    Il nudo integrale è un’esperienza forte.

    Sì, ma lo accetto volentieri se funzionale alla storia. So mettere da parte il mio ego.

     

    Con la Kidman avete parlato di come affrontare quella scena e quella del

    vostro bacio?

    No. Ho incontrato Nicole direttamente sul set. Non so se sia stato meglio o peggio ma

    la Bier non vuole prove, ama lavorare direttamente sulla scena. La Kidman

    dal vivo è sconvolgente: alta, statuaria, con occhi penetranti di un azzurro

    ghiaccio. Con me però è stata dolcissima, molto affabile.

    matilda de angelis youtopia matilda de angelis youtopia

     

    Hugh Grant invece che effetto le ha fatto?

    Conserva il suo fascino british, quella comicità cinica che a me piace molto. E poi Notting Hill  è stato un cult anche per la mia generazione. Sul set ha fatto un lavoro pazzesco: da romantica simpatica canaglia si è trasformato in un cattivo psicopatico e fino all’ultimo non capisci se lo è.

     

    Che effetto fa lavorare con mostri del cinema?

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    Un attore di fama ha esperienza e tira su anche la tua interpretazione. D’altro canto lavorare con i miei coetanei è bello perché con loro abbiamo  un linguaggio comune.

     

    Si trasferirebbe a Hollywood per lavoro?

    Ci tengo a una carriera internazionale: sono stata felice di recitare sia in Leonardo, sia con Liev Schreiber a Venezia quest’inverno: è un attore pazzesco. Ma oggi non hai più bisogno di trasferirti all’estero per lavorare nelle produzioni straniere: il provino di The Undoing l’ho fatto mandando un video, me l’hanno chiesto perché ero l’attrice italiana vincitrice dello Shooting Stars Award, un premio per emergenti. E poi oggi basta fare un film per Netflix per essere in 150 Paesi.

     

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    Di Atlas è la protagonista.

    È stato un film difficile. L’abbiamo girato in due momenti diversi: una parte nel 2018, l’altra

    nel 2019. Poi è stato pesante psicologicamente: interpreto una ragazza che cade in una depressione verticale dopo che la sua vita viene improvvisamente interrotta da un evento dove lei rimane ferita e dove perdono la vita i suoi migliori amici. La cosa positiva è che sono tornata a fare molto sport, perché il mio personaggio ama arrampicare.

     

    Per 12 anni aveva fatto ginnastica artistica.

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    Nel paese dove sono cresciuta non c’era molta scelta e io odiavo il nuoto. Allora mia madre mi ha portato alla prova di artistica e lì ho scoperto di essere molto portata: a 6 anni ero in agonistica. Lo sport ti dà una disciplina e una sopportazione della fatica che è importante conoscere fin da bambini; ti insegna il senso di squadra, il saper tifare per qualcun altro. E poi c’è la performance: nelle gare di ginnastica artistica ti trucchi, ti fai i capelli, hai questi body sempre super sgargianti pieni di glitter: l’esibizione è uno spettacolo. Imparare da piccola a essere giudicata in una competizione mi è servito a sbloccare tante cose.

     

    Era la più brava?

    Eravamo tutte molto brave ma in cose diverse. La mia specialità era la trave, una piattaforma stretta e lunghissima di legno rialzata, quasi due metri da terra sulla quale fai degli esercizi sopraelevati. Mi sono sempre sentita a mio agio su dei binari molto limitati, ero molto sensibile. La mia insegnante mi diceva che le piaceva soprattutto la mia personalità, il mio cuore, come empatizzavo con gli altri.

     

    nicole kidman e matilda de angelis the undoing nicole kidman e matilda de angelis the undoing

    La sua famiglia la sosteneva in questa passione? Chi la portava alle gare?

    Le altre mamme. La mia sarà venuta una volta. Credo avesse paura che mi facessi male. 

     

    Che lavoro fanno i suoi genitori? In un’intervista li ha descritti “fricchettoni”.

    Fricchettona è soprattutto mia madre, anche se definirla così è riduttivo: è una persona molto speciale. Ma a prima vista è una simpatica donna con i capelli fucsia che fa molto ridere. Ha fatto 200 lavori nella sua vita, da un anno è impiegata nell’archivio storico di Unipol e fa la sindacalista. Mio padre invece è un grafico pubblicitario. Mi hanno cresciuta in maniera molto libera, fuori dagli schemi, mi volevano indipendente.

     

    Spieghi.

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    Quando a 17 anni sono partita con il mio gruppo musicale, e stavo in giro per l’Europa anche tre mesi dormendo in furgone, avevo la loro approvazione: mia mamma mi ha sempre detto che non avrebbe mai potuto vietarmi di fare un’esperienza così bella per paura che mi succedesse qualcosa. Secondo lei, se avessi iniziato, per dire, a drogarmi, lo avrei fatto  anche in vacanza nella riviera romagnola.

     

    Siete sempre andate d’accordo o ci sono controindicazioni ad avere una mamma così?

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    Ci siamo amate di più in alcuni periodi, meno in altri, ma abbiamo sempre avuto la libertà di  dirci ti amo, ti odio. Quando cresci impari che i genitori non sono perfetti, sono persone e non puoi fargli una colpa delle distrazioni che magari hanno avuto nel tempo. Credo che trovarsi e piacersi tra genitori e figli sia una fortuna perché non ci scegliamo. Però oggi posso dire che siamo una famiglia unita e veniamo sempre al primo posto l’un per l’altro.

     

    In passato ha raccontato di aver sofferto di anoressia.

    Oggi che sono più grande penso di aver sbagliato a chiamarla anoressia, li definirei più disturbi alimentari, anche se sono arrivata a perdere 9 chili in un mese e mezzo e mia madre era molto preoccupata.  L’anoressia è una vera e propria malattia, che ho riconosciuto in alcune mie amiche ma non in me.  Non mi sono mai guardata

    allo specchio dicendo: «Devo essere più magra», il mio perdere peso era una

    reazione a sofferenze.

     

    matilda de angelis brufoli matilda de angelis brufoli

    Quali? Per esempio una delusione d’amore?

    No guardi, le delusioni d’amore non mi hanno mai ammazzata, anzi, mi hanno sempre spronata e fortificata perché penso sia sbagliato far dipendere dagli altri la propria felicità. Se entriamo in un momento di sofferenza vero dipende soprattutto da noi stessi.

    La cause della mia erano familiari, cose vissute nell’infanzia di cui sul momento magari non ti rendi nemmeno conto ma intanto un vermicello si accovaccia in un punto del

    tuo cuore, della tua anima, e quando sei più fragile inizia a rosicchiare.

     

    Quando è successo?

    A 19 anni. Era una di quelle fasi di cambiamento, in cui  non hai molto chiaro dove stai andando – non facevo ancora l’attrice – e la sofferenza è tornata a galla. Allora ho cercato di controllare quello che potevo: che cosa mangiavo o non mangiavo.

     

    Come ha risolto i suoi disturbi alimentari?

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    Ci ho lavorato. Vado ancora oggi in analisi e lo consiglio a tutti. Però bisogna stare attenti

    a non cronicizzare i problemi e il passato. Bisogna vivere il presente e guardare al futuro, anche se in alcuni momenti ci sembra più appannato. Dalla verità, ne sono convinta,

    nasce molta libertà.

     

    Iniziare a recitare l’ha aiutata?

    Sì: è un lavoro terapeutico e mi piace tantissimo, anche se non ho mai studiato per farlo.

    Però tutte le esperienze che ho vissuto – dall’agonismo con la ginnastica a cantare

    e suonare, ai tour con la band – mi hanno insegnato a muovermi nello spazio e a uscire

    da me stessa, che poi è quello che impari  nelle scuole di recitazione.

     

    A Sanremo ha spaccato. Ed è arrivata la  grande popolarità.

    Anche se qualcuno all’inizio si chiedeva: «Ma chi cazzo è Matilda De Angelis?». Io sono sempre molto critica con me stessa, però riconosco che aver retto quel palco in un anno allucinante, senza pubblico, alla mia età, mi ha reso fiera. Mi è spiaciuto solo non aver cantato meglio.

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    Sta lavorando tantissimo. Riesce a trovare un equilibrio con la sua vita privata?

    Non molto. Finora sono stata molto concentrata sul lavoro perché penso che questi siano gli anni in cui hai l’energia per fare tutto. Però ora vorrei non trascurarmi più. Ci sto provando.

     

    Con Nayt, il rapper con cui è fidanzata?

    Del mio privato preferisco non parlare.

     

    Però ha postato una foto con lui sul suo profilo Instagram. Dove ha pubblicato, mesi fa, anche uno scatto con il viso devastato dall’acne.  Oggi ha una pelle splendida. Come ha fatto?

    Ne avevo sofferto in passato ma a dicembre è tornato uno sfogo terribile, proprio mentre giravo con Liev a Venezia. L’acne è insidiosa, può avere molto cause. Nel mio credo fosse lo stress, stavo facendo troppe cose insieme. L’ho risolta con un intervento manuale, l’elettrolisi, che ha bruciato le ghiandole sebacee delle cisti che avevo sul volto. Alle ragazze che ne soffrono consiglio prima di tutto di ascoltarsi per capire che cosa sta succedendo nel loro corpo.

     

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    La sua bellezza non è convenzionale. Si piace?

    Non sono nata sicura di me ma non sono fissata con l’aspetto: non mi trucco quasi mai, non seguo le mode. Il mondo dei social, dove io cerco sempre di essere sincera postando anche le mie imperfezioni, nei modelli che propone è scollato dalla realtà: se non ci emancipiamo da capelli, vestiti, tacchi, rossetto, seno, culo, non saremo mai libere. Io spero di essere riconosciuta per la mia intelligenza, per l‘ironia e l‘empatia. Non per gli occhi o le tette.

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