1 – NO AI DECRETI-FANTASMA, L' ULTIMATUM DI MATTARELLA
Ugo Magri per “la Stampa”
sergio mattarella giuseppe conte
La faciloneria con cui il governo annuncia decreti, salvo approvarne la copertina e poi tenerli per settimane chiusi nel cassetto, è stata oggetto di un chiarimento al Quirinale tra Sergio Mattarella e Giuseppe Conte. Ufficialmente si sono scambiati gli auguri e, come di consueto, hanno ragionato di tutto, iniziando dal dramma libico.
giuseppe conte al salone del mobile 4
Ma fonti bene informate sui temi del colloquio assicurano che non è stata affatto routine, e comunque non solo Libia. Il capo dello Stato ha posto con fermezza un problema di decoro istituzionale. Al premier ha domandato che fine hanno fatto alcuni provvedimenti varati dal Consiglio dei ministri di cui si sono perse le tracce.
matteo salvini giuseppe conte a pian de giullari firenze
Due in particolare: quello cosiddetto «sblocca cantieri» e l' altro per rilanciare la «crescita». Era stato scelto dal governo di procedere d' urgenza, attraverso decreti legge ampiamente strombazzati a fini di propaganda. Ma nel primo caso sono trascorsi 28 giorni senza che sul Colle sia ancora arrivato un testo, sia pure sotto forma di bozza; e nell' altro caso l' attesa si trascina dal 5 aprile.
Parlare di ritardo sarebbe un eufemismo. Qui siamo dinanzi alla smaccata violazione di regole che la Costituzione scolpisce all' articolo 77. Dove addirittura prescrive: i decreti vanno presentati alle Camere «il giorno stesso» in cui vengono adottati. Il che non accade praticamente mai.
GIUSEPPE CONTE PINOCCHIO IN MEZZO AL GATTO (LUIGI DI MAIO) E LA VOLPE (MATTEO SALVINI) MURALE BY TVBOY
Antico vizio
L' abitudine di posticipare i decreti, fingendo che sia tutto okay, è vecchia di decenni. Con una differenza, però: una volta faceva scandalo che il governo impiegasse 4-5 giorni per stringere le ultime viti; dai tempi di Renzi è diventato normale impiegarci una vita. Esempio clamoroso: il decreto del 2014 che doveva soccorrere le popolazioni dell' Emilia Romagna, colpite due anni prima dal terremoto, arrivò sul tavolo di Napolitano la bellezza di 24 giorni dopo.
conte e mattarella
Il governo Conte ha appena stabilito il nuovo record assoluto, con Mattarella che chiaramente non può far finta di niente. Anzitutto perché viene contraddetto il criterio della «necessità e urgenza»: se un decreto impiega un mese a percorrere i 700 metri tra Palazzo Chigi e Quirinale, vuol dire che così urgente non era. Dunque, anziché un decreto, il governo avrebbe potuto varare un normalissimo disegno di legge e nessuno avrebbe obiettato. Questo il presidente ha fatto rilevare a Conte. Per poi segnalare un' altra deviazione dalla prassi costituzionale.
Il premier al bivio
conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 1
Trattandosi di decreti-omnibus, può finirci dentro di tutto. E dopo che il Consiglio dei ministri ha dato via libera con la formula magica del «salvo intese», qualche «manina» potrebbe tagliare e cucire il decreto a proprio piacimento senza che il governo, nella sua collegialità, ne venga informato. In altre parole, il presidente della Repubblica si ritroverebbe alla firma un testo che non si capisce chi l' abbia approvato.
Più si allungano i tempi e più questo rischio si dilata. Ciò spiega perché Mattarella abbia messo Conte davanti a un aut-aut: i testi dei decreti «crescita» e «sblocca-cantieri» dovranno arrivargli senza più indugio. Se non sarà possibile, il Consiglio dei ministri dovrà riprenderli domani in esame, discuterli daccapo e metterci nuovamente il timbro. Tra i due corni del dilemma, Conte preferisce il secondo. Gli permetterà di azzerare il timer e, nel frattempo, di definire le questioni in sospeso, specie quelle col Ragioniere dello Stato.
mattarella e conte
Il governo non ci farà una gran figura. Ma chi frequenta il Colle segnala che ogni pazienza ha un limite, e quel confine è già superato.
2 – FACCIA A FACCIA MATTARELLA-CONTE VERSO DELIBERA BIS PER I DECRETI
Lina Palmerini per “il Sole 24 Ore”
Un incontro tra Conte e Mattarella che al Quirinale definiscono di routine ma che al centro aveva temi per niente ordinari. Innanzitutto lo straordinario ritardo con il quale stanno maturando i due decreti legge - sblocca cantieri e crescita - e poi l' aggiornamento sulla situazione in Libia, anche questo di grande allarme per le ripercussioni interne e internazionali. Smentito invece dal Colle che si sia parlato dello scontro istituzionale tra Salvini e la Difesa: l' argomento non sarebbe stato toccato per il semplice fatto che la tensione è salita quando il capo dello Stato e il premier si erano già salutati.
conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 14
Dunque, è soprattutto sui due provvedimenti del Governo che ieri Sergio Mattarella avrebbe chiesto chiarimenti a Conte facendogli notare l' irritualità dell' iter di due leggi che sono nate come urgenti ma che si sono perse per strada. Lo sblocca-cantieri, per esempio, è in stand by da 28 giorni il che smentisce la natura del decreto, cioè, la necessità e urgenza. Inoltre, anche sulle norme non vi è più certezza.
giuseppe conte al quirinale
Nel senso che la formula del "salvo intese" con cui è stato approvato, ha consentito di tenere aperto il testo a molte aggiunte e limature scritte tra Palazzo Chigi, Mef e Infrastrutture. Al punto che non è chiaro quanto la versione originale possa somigliare a quella finale. E questa è l' altra osservazione fatta dal capo dello Stato dopo quella sui tempi record. Due anomalie su cui è difficile far finta di nulla e che - per rispetto delle norme costituzionali ma anche della prassi - richiederebbero una seconda delibera.
MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO BY LUGHINO
Da Palazzo Chigi raccontano che Conte si sarebbe impegnato a risolvere l' impasse o con la presentazione immediata dello sblocca-cantieri oppure con una seconda delibera, ipotesi che ieri davano come la più probabile. Se davvero sarà così, il Consiglio dei ministri (che è convocato per domani) dovrebbe provvedere a un secondo varo, rimettendo i provvedimenti sui binari della correttezza. Tra i precedenti ricordati da costituzionalisti come Vincenzo Lippolis, si ricorda - per esempio - come l' ex presidente Napolitano strigliò Renzi per aver mandato il testo «ben 11 giorni dopo» mentre qui siamo vicini al mese.
MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO INNAMORATI
Stesso discorso per il decreto crescita, anche se ha accumulato un ritardo inferiore. E la ragione, di nuovo, non è solo temporale ma attiene alla sostanza delle norme. Pure questo provvedimento è stato approvato con la formula del "salvo intese" e in effetti dal testo continuano a uscire ed entrare norme, in un ping pong continuo tra Chigi, Mise e Mef. Molto, insomma, è stato limato, corretto, tolto o aggiunto.
Questo work in progress farebbe venire meno pure il requisito della collegialità della decisione presa dal Consiglio dei ministri. Insomma, servirebbe una seconda delibera anche per far prendere atto ai ministri dei testi modificati. «Chiedete a Conte», ha risposto ieri Salvini a chi gli domandava che fine avessero fatto i decreti.
Infine, sul dossier sulla Libia, Conte ha riferito a Mattarella l' esito dei colloqui avuti lunedì per riaprire un canale diplomatico e far tacere le armi e per stimolare l' Europa ad avere una sola voce.
3 – MATTARELLA: «TROPPE MODIFICHE» E CONTE: INCALZO I MIEI VICE MA...
Marco Conti per “il Messaggero”
mattarella e conte
Più che lo sblocca cantieri servirebbe lo sblocca decreti. Dopo settimane, dal varo salvo intese in consiglio dei ministri, dei provvedimenti che dovrebbero far ripartire il Paese non si ha ancora notizia. Il governo del cambiamento ha smarrito e ritrovato i testi talmente tante volte che i connotati sono stravolti e quindi necessitano ora di un nuovo passaggio in consiglio dei ministri. Stessa sorte dello sblocca cantieri per il decreto crescita anch' esso approvato salvo intese, e quindi senza accordo, due settimane fa e che potrebbe riemergere in consiglio dei ministri non prima di fine mese.
GIUSEPPE CONTE XI JINPING BY OSHO
IL PASSO
La formula del salvo intese non è nuova nella storia Repubblicana, ma il governo giallo-verde punta al record snaturando la natura di necessità e urgenza che dovrebbe avere lo strumento del decreto. Ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è salito al Quirinale poco prima di pranzo trovando il presidente della Repubblica quantomeno sconcertato per testi che cambiano ogni ora e che, soprattutto, non ha avuto modo di leggere nella versione definitiva ma in un susseguirsi di bozze.
Un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri dei due decreti sembra quindi doveroso per il Colle. Ed è importante che avvenga anche per avere contezza della condivisione della maggioranza su testi che producono effetti immediati e che poi devono essere convertiti in Parlamento magari evitando che vengano capovolti dalla stessa maggioranza. Al premier Conte - che ormai ha la scrivania intasata di dossier aperti e fatica non poco a tenere a freno i suoi due vice - non è restato che allargare le braccia.
GIUSEPPE CONTE BEVE UN CAFFE' IN SENATO
Conte ha spiegato a Mattarella che non cessa di «incalzare» i due su ogni argomento e ha promesso una soluzione a breve - forse già nel cdm di domani - almeno per lo sblocca cantieri. Ammesso che però si riesca a trovare l' intesa mancate nel consigli dei ministri del 20 marzo. Eppure i requisiti della necessità e urgenza ci sarebbero tutti visto che con i due decreti il governo intendeva rilanciare l' economia che si avvia verso la recessione. Lunedì scorso, da Dubai, era stato il ministro Luigi Di Maio a sostenere che «entro oggi» il decreto crescita sarebbe andato alla firma del Capo dello Stato. Il provvedimento è ormai diventato una sorte di milleproroghe.
Mattarella con Giuseppe Conte
Dentro c' è di tutto, o quasi, compreso il meccanismo di rimborso ai cosiddetti truffati delle banche, la norma che cambia le modalità del debito di Roma e forse anche Alitalia che verrà salvata con altri soldi pubblici perché non è Radio Radicale che invece «deve stare sul mercato».
Sorte analoga per lo sblocca cantieri. Il 9 aprile l' ineffabile ministro Toninelli aveva spiegato che «questa settimana» il testo sarebbe stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. Invece sono trascorsi altri dodici giorni, in tutto fanno 28, mentre Lega e M5S litigano sul codice degli appalti, il numero dei commissari e la parte relativa al riuso urbano.
E così, mentre Salvini dichiara su tutto e Di Maio replica su altrettanto, i provvedimenti sono tutti virtuali mentre Camera e Senato allungano le audizioni su qualunque cosa, a qualunque categoria e interlocutore, pur di occupare il tempo dei parlamentari.
giuseppe conte 4
Conte sa che riportando i due testi in consiglio dei ministri si rischia però di smentire ciò che ieri ha sostenuto il sottosegretario Giorgetti: «Non c' è nessuna tensione nel governo, su cosa dovrebbe esserci?». Infatti lo stato dei rapporti è tale che se i due vicepremier si incontrano le scintille sono assicurate.
Nei rapporti interni alla maggioranza Mattarella non intende entrare. Tantomeno sui contenuti di due testi che peraltro dovrebbero avvalorare - sempre se approvati - quanto pochi giorni fa ha scritto nel Def il ministro dell' Economia Tria. Ma poichè la campagna elettorale è fatta di annunci - che immediatamente rimbalzano su tv e social trasformandosi in percezione - ieri è stato il ministro Salvini ad annunciare un altro decreto sicurezza.
giuseppe conte 2
In attesa che il Viminale conceda il bis, promesso ovviamente «prima delle elezioni europee», si avvicina la sospensione dei lavori del Parlamento in vista delle europee del 26 maggio. Una pausa che potrebbe arrivare a tre settimane e che rischia di lasciare in sospeso i testi sino a metà giugno. Ammesso che si riescano a leggere sulla Gazzetta Ufficiale e che non facciano la fine della cittadinanza che si voleva concedere «subito» ai due piccoli eroi del bus di Milano dirottato e incendiato. Sempre, ovviamente, salvo intese.