1 – IL CASO MATZNEFF - SPRINGORA: https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/roba-matzneff-ndash-scrittore-francese-gabriel-matzneff-ha-descritto-222976.htm
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2 – MUGHINI: NELLE PAGINE DI MATZNEFF NON C’È NULLA DI MORBOSO QUANDO RACCONTA DEI SUOI RAPPORTI CON RAGAZZE GIOVANISSIME. TUTTO VI È LINDO, PULITO, PULITO DALLA TESTA AI PIEDI. ASSOLUTAMENTE PULITO – È UNO DEI PIÙ GRANDI SCRITTORI FRANCESI VIVENTI
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3 – MATZNEFF, IL PEDOFILO CHE LA FRANCIA RINNEGA
Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”
vanessa springora le consentement
Fino all' altro giorno era il dandy di Francia, uno scrittore aristocratico, con una lingua raffinata, espressione di quel libertinaggio colto e spregiudicato che i francesi sanno praticare come nessun altro. Fino all' altro giorno, perché oggi è un pedofilo, un appestato, Gabriel Matzneff.
A 83 anni, la discesa agli inferi di uno scrittore amico di mezzo mondo letterario di Francia, adulato in tv, editorialista fino a una settimana fa del settimanale Le Point, è stata sancita dalla decisione di Gallimard di ritirare dalle vendite i suoi diari: li pubblicava da trent' anni, la casa editrice non aveva mai preso per nessuno una misura tanto drastica.
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LE CONQUISTE
Eppure non è successo nulla di nuovo, perché Matzneff non si era mai nascosto. Anzi: dei suoi amori, delle sue conquiste fuori dalle scuole medie dei suoi amanti filippini di 11 o 12 anni, di Anne-Sophie, Marie-Elisabeth, Sandra, Juliette, dodici, tredici, quindici anni, aveva sempre parlato, scritto, raccontato. Era tutto nei suoi diari, che Gallimard pubblicava dal 1990, era nei libri che presentava da Bernard Pivot nella storica trasmissione Apostrophe.
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Era sotto gli occhi dei lettori, ne discuteva con gli amici, con Philippe Sollers, suo editore per anni, ma anche su Le Monde, Libération, Le Nouvel Observateur, che lo amavano, lo recensivano, lo ospitavano. Poi il 2 gennaio un' altra voce si è fatta sentire, che ha suonato come una sveglia, o la sirena di un allarme: la voce di Vanessa Springora.
Fu una delle fidanzate di Matzneff: lei aveva tredici anni nell' 85, lui 50. Ne Le consentement (Il consenso) pubblicato da Grasset, Vanessa, che oggi è lei stessa editrice, racconta la storia dall' altra parte, quella che per più di quarant' anni nessuno o pochissimi- hanno voluto leggere: «a quattordici anni non è normale aspettare un uomo di cinquant' anni all' uscita delle medie, non è normale vivere in albergo con lui, o ritrovarsi a letto con lui, la sua verga in bocca all' ora della merenda Di questa anomalia io ho tratto in qualche modo la mia nuova identità. Ma quando nessuno si meraviglia di quello che mi è capitato, ho come l' impressione che il mondo non vada nel verso giusto».
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L' ACCUSA
Il mondo non è andato per il verso giusto a lungo. Le parole di Springora suonano come un atto di accusa non solo contro Matzneff, ma contro un' epoca e una certa idea della libertà.
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Matzneff non parla. Secondo Le Monde, con qualche amico denuncia con tristezza un ritorno del puritanesimo. Alcuni che gli vogliono bene - tra questi anche dei ragazzi giovanissimi - hanno provato a organizzare una serata di sostegno in un bar, ma è finita con un gruppo di contestatori che lo hanno costretto a un' uscita precipitosa.
Lui che non aveva mai dovuto fuggire, anzi. Il 12 settembre 1975 Pivot lo invita per la prima volta a Apostrophe. È l' anno in cui Daniel Cohn Bendit scrive ne Le Grand Bazar, riflessioni sui bambini degli asili alternativi in cui lavorava che gli varranno ricorrenti accuse di pedofilia: «Era una provocazione spiegherà il leader del '68 c' era un bisogno maldestro di provocare, ma so che quegli scritti oggi sono diventati intollerabili. Nessuno scriverebbe più quelle cose in quel modo».
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LE PULSIONI
Nel salotto tv di Apostrophe, e tra le risatine dei presenti, Matzneff presenta il suo saggio Les moins de seize ans (Quelli che hanno meno di sedici anni, Julliard): «Penso che gli adolescenti, i ragazzini, quelli diciamo tra i dieci e i 16 anni, sono nell' età in cui le pulsioni affettive e anche le pulsioni sessuali sono le più forti perché le più nuove. Credo che niente possa succedere di più bello e fecondo a un adolescente che vivere un amore.
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Con qualcuno della sua età, ma anche magari con un adulto che lo aiuta a scoprire se stesso, a scoprire la bellezza del mondo e delle cose». Bisognerà arrivare al 2 marzo 1990, sempre nel salotto di Apostrophe, per sentire una voce critica, che non è quella di una francese ma di una giornalista e scrittrice canadese, Denise Bombardier, che davanti a Matzneff, venuto a presentare Mes amour décomposées (I miei amori scomposti, solito repertorio di amori con ragazzine o ragazzini), tuona: «È una cosa penosa». Bombardier si farà massacrare da tutto il milieu letterario e giornalistico: bigotta, reazionaria.
LA REAZIONE
Pivot ammette oggi di essere stato sorpreso dalla reazione della sua invitata: «Matzneff aveva il prestigio del bravo scrittore. Era originale, osé, avventuroso, a chi gli diceva che inventava tutto, lui teneva a ripetere che no, era tutto vero. Ma non scandalizzava nessuno, come accade oggi». Nel 2013 ha anche ricevuto il premio Renaudot per un saggio, questa volta filosofico, su Schopenhauer, ma anche su Gheddafi, la chiesa, lo stupro.
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Oggi il ministero della Cultura sta pensando di ritirargli un sussidio di cui beneficia dal 2002 (per il ministro Riester nulla lo giustifica). Potrebbero essere anche riesaminate le decorazioni ricevute quando era in auge: Ufficiale delle Arti e delle Lettere e Cavaliere dell' ordine nazionale del merito. I tempi sono cambiati.
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