VIDEO - IL DISCORSO DI MELANIA TRUMP E QUELLO DI MICHELLE OBAMA NEL 2008, A CONFRONTO
1. “MIO MARITO È L’UOMO GIUSTO”. MA IL DISCORSO DI MELANIA TRUMP È COPIATO DA MICHELLE
Paolo Mastrolilli per “La Stampa”
LA GAFFE DELLA MOGLIE
il discorso di melania trump e quello di michelle obama
La prima serata poi si è conclusa con il discorso di Melania, introdotta sul palco proprio da suo marito Donald, che ha cercato di dipingerlo come un amorevole padre di famiglia, pronto a sacrificarsi per il bene degli Stati Uniti: «Se volete una persona che combatta per il vostro paese, posso assicurarvi che lui è quella giusta». Subito dopo, però, i media hanno scoperto che alcune frasi del suo discorso erano identiche, o molto simili a quelle di un intervento pronunciato da Michelle Obama.
Un plagio, dunque, che per gli americani è peccato grave e imbarazzerà la campagna, proprio per quello che doveva essere il punto forte della serata. La Convention oggi sarà dedicata all’economia, anemica secondo i repubblicani, per colpa delle politiche di Obama. Nel frattempo, però, Trump dovrà trovare il modo di riunificare il suo partito.
melania trump
2. PASSERELLA DI PARENTI, AMICI, FAN A CLEVELAND VIA AL TRUMP SHOW
Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Mentre nelle strade le prime manifestazioni di protesta si svolgono in modo ordinato, alle 13 in punto il segretario del partito, Reince Priebus, dichiara aperta una Convention repubblicana nella quale il team di Donald Trump irrompe come uno schiacciasassi.
melania trump
Discussioni su provvedimenti e politiche da adottare nella prossima legislatura? Macché: «Questa manifestazione - spiega lo stratega della campagna, Paul Manafort-servirà a far conoscere meglio agli americani Donald Trump come uomo attraverso le testimonianze di parenti, amici e tanti altri che lo apprezzano». Stasera tocca alla moglie Melania e a qualche amico «speciale» come l' ex sindaco di New York, Rudy Giuliani.
melania trump 4
Insomma, una marcia trionfale. Ma la pattuglia di delegati ostili al candidato, quelli di «Never Trump», fanno sbandare subito la Convention raccogliendo abbastanza voti (la maggioranza dei delegati di nove Stati) per chiedere un «roll call vote»: un voto dell' assemblea plenaria sulle regole.
La presidenza rifiuta comunque di concedere il voto che potrebbe costare una Convetion spaccata e dalla platea si alzano contestazioni.
melania trump 3
Rischiano di andare in fumo i tentativi di Trump di ostentare unità nonostante i tanti leader repubblicani che hanno disertato l' evento. Peggio per loro dice Manafort che li liquida come gesti individuali di persone un po' strane che rappresentano solo se stessi. «Ma per il resto - assicura - il partito è unito».
melania trump
Non c' è il padrone di casa, il governatore dell' Ohio John Kasich? Per Manafort è un personaggio «petulante e imbarazzante» che con la sua assenza danneggia il partito. Non ci sono i due George Bush? Tocca a Newt Gingrich - 4 anni fa leader nazionale che puntava alla presidenza, oggi ospite inserito dal badge che ha al collo nella categoria «family and friends» del candidato - correre in soccorso di Trump definendo «bambinesco» il comportamento di due presidenti.
il bacio tra donald e melania trump
Unità è la parola che viene ripetuta in continuazione, mentre il fronte «Never Trump», i repubblicani decisi a sbarrare la strada al tycoon populista visto come il demolitore del Grand Old Party, è ormai asserragliato nell' ultima trincea: tra i primi atti della Convention c' è la pubblicazione della piattaforma programmatica e la definizione delle nuove regole del partito.
Gli uomini di Trump hanno fatto approvare un sistema che dovrebbe mettere il candidato al riparo da ogni sorpresa nel voto dei delegati. «Never Trump», però, come detto, riesce a metterli in crisi. Non può vincere nel voto generale, ma vuole dimostrare che il partito non è affatto unito.
donald trump junior e bob dole
Per cercare di dare una sensazione di unità, Trump ha accettato compromessi nella piattaforma programmatica.
Sulle questioni etiche e dei diritti civili, ad esempio, ha accettato l' impostazione degli integralisti religiosi della destra del partito. Quanto a free trade e tasse, dopo aver predicato protezionismo e aumento delle tasse per i ricchi, ha presentato una piattaforma che riduce l' aliquota federale massima dal 39 al 25 per cento e abbassa in modo sostanziale anche le tasse sulle imprese (e pazienza se gli effetti sul bilancio pubblico saranno devastanti: il team Trump nega l' evidenza sostenendo che con il nuovo presidente l' economia crescerà molto più rapidamente).
donald trump 4
Quanto al libero scambio, c' è la tradizionale richiesta di rivedere gli accordi negoziati di recente come il Tpp asiatico considerati da Trump non convenienti per gli Stati Uniti, ma non è prevista l' abolizione del Nafta, l' accordo nordamericano Usa-Messico-Canada (il male assoluto, nelle parole del miliardario). Né c' è la richiesta di aumentare i dazi sulle merci cinesi (altro cavallo di battaglia della campagna trumpiana).
donald trump 3
La svolta ideologica rispetto alle elezioni del 2012 è comunque netta e non solo per una certa impronta protezionista: c' è anche il trattamento riservato alle banche e alla finanza di Wall Street visti come settori disastrati e da riformare al pari della vecchia politica di Washington. Ipotizzato anche il ritorno al Glass Steagall Act col ripristino della separazione tra l' attività di banca commerciale e banca d' affari che era caduta proprio per la deregulation di marca repubblicana.
donald e melania trump
Per cercare di ricompattare il partito Trump ha scelto un vice, l' arci conservatore Mike Pence, che non è certo il suo tipo. E per esibire unità ieri ha concesso alla Cbs un' intervista congiunta col governatore dell' Indiana. Doveva servire a dimostrare che Trump e Pence parlano la stessa lingua, ma imbarazzi, silenzi e prevaricazioni di Donald durante il dialogo hanno prodotto un effetto boomerang.
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