DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
Malcom Pagani per il "Fatto quotidiano"
Da ateo perplesso sulla contaminazione tra vita e finzione, Marco Bellocchio non crede nelle profezie: "Habemus Papam, il film di Moretti, traduce in fantasia di fuga la rottura traumatica di un uomo che sente il peso dell'investitura. L'addio di Ratzinger è un'altra storia e lo spirito dei due rifiuti, diverso. Il papa meditava l'abbandono graduale e non si è certo svegliato ieri annunciando: âRagazzi, basta, me ne vado'".
Sempre ancorà to alla sponda laica della luna, il regista non trascorre notti insonni: "à un gesto eccezionale e politico che con buon senso, restituisce alla Chiesa il suo ruolo di ramificata potenza mondiale alla costante ricerca di un'energia che l'attuale Papa, forse malato, non possiede più. Ratzinger non vuole scendere dalla croce da morto come Wojityla, né pensa di essere il vicario di Cristo in terra.
Mette in equilibrio fede e ragione e distingue la funzione dall'essere Joseph. Un signore di 86 anni che si discosta dai predecessori, pontefici che esponevano la sofferenza ai fedeli come esempio di sacrificio e sopportazione. Quasi un martirio a cui Ratzinger, con una scelta umana e quindi più laica, si sottrae. Riconosce i limiti dell'esistenza. Il crudo dato: invecchiando si declina. E fare il papa tra uno scandalo e l'altro è un mestiere massacrante".
La notizia è rilevante.
Ma a me, le dico il vero, turba relativamente. Nel percorso intrapreso con me stesso molti anni fa mi accorsi che non c'era spazio per la religione. Così adesso pur avendo avuto un'educazione cattolica, osservo da fuori. Dall'esterno, non dico con indifferenza, ma da spettatore. Pur essendo molto interessato alla biografia di certi santi o a figure come Dossetti, tra le mie curiosità non c'è mai stato il percorso di Ratzinger.
Perché?
Lo rispetto e so che è un serio teologo, ma è distante dal mio immaginario. Per noi cresciuti con Bianco Padre: "Siamo arditi della fede / siamo araldi della croce / a un tuo cenno / alla tua voce / un esercito all'altar", i papi erano, anche nella più fiera opposizione ideologica, grandi personaggi. Pio XII, intransigente anticomunista. O Giovanni XIII. L'ho sentito e risentito. Tratto gentile, delicato, aperto. Di Ratzinger, anche sforzandomi, non mi vengono in mente momenti in cui abbia prestato una particolare attenzione a quel che diceva.
Ratzinger incontrò il mondo del cinema.
Non andai. Pur nutrendo curiosità intellettuale, senza esprimere alcun giudizio e stimando la quasi totalità dei cineasti che si recarono ad ascoltarlo sotto la volta della Cappella Sistina. Mi piacque sottrarmi. Non esserci. Disse cose che non mi parvero illuminanti per il lavoro di un artista. A titolo personale, presenziare mi sembrò un gesto di ossequio che preferii evitare.
Siamo abituati a vedere l'abdicazione coincidere con la morte.
A Ratzinger auguro anni di cammino felice e di studio, ma nell'indubbia novità , è un funerale anche questo. Con gli onori riservati a un capo che si sfila. A un funzionario che si dimette. Siamo soliti vedere il papa in carica fino all'ultimo istante. In un certo senso si afferma un princìpio democratico. In una Chiesa che impiega secoli per riabilitare Galileo e che da secoli coniuga il perdono del peccato e la difesa della proibizione, l'addio anticipato è una piccola rivoluzione. Poi c'è un'altra cosa.
Quale?
Ha azzerato la campagna elettorale. Un sollievo. Ripetono da mesi le stesse cose in una recita noiosissima. Il principale attore, quello che se la cava meglio con le menzogne, forse cova altri colpi di scena. Per qualche ora Ratzinger gli ha tolto il proscenio.
2 - L'ATTORE MICHEL PICCOLI: "NESSUN COMMENTO TROVO INDECENTE MI VENGACHIESTO"
Alberto Mattioli per "la Stampa"
In «Habemus Papam» di Nanni Moretti, Michel Piccoli è stato un Papa che prima è riluttante ad accettare l'elezione e poi ammette pubblicamente di non avere le forze per guidare la Chiesa. Insomma, quasi un'anticipazione del gran rifiuto di Benedetto XVI. A 87 anni, Piccoli, gloria del cinema francese, è descritto come «très fatigué», molto stanco.
Sicuramente ieri era molto stanco di rispondere ai giornalisti di tutto il mondo che facevano squillare il suo telefono. Quindi più che una dichiarazione, da lui abbiamo potuto ottenere solo un'esplosione: «Senta un po', trovo indecente, volgare e stupida la sola idea di commentare la notizia. Non sono il Papa, ho solo interpretato un personaggio. Quindi, visto che ho del rispetto per lui e anche per me stesso e per la mia professione, mi rifiuto di commentare».
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