lucio battisti con la moglie

20 ANNI DALLA MORTE DI BATTISTI: RICORDI E UNA LITE CONDOMINIALE - ARBORE: ''CON 'IO VORREI, NON VORREI' M'INNAMORAI DELLA MELATO. QUANDO LO INCONTRAI...'' - MOLENDINI: ''LA FAMIGLIA FA BENE A NEGARE I DIRITTI, COSI' NON FINISCE SFRUTTATO COME DE ANDRÉ'' - MA LA VEDOVA E IL FIGLIO SONO STATI DENUNCIATI DAI VICINI PER DUE FINESTRELLE (A QUANTO PARE) ABUSIVE

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1. DAL SUCCESSO ALL' ISOLAMENTO IL CONTRALTARE DI DE ANDRÈ

Marco Molendini per ''Il Messaggero''

LUCIO BATTISTI

 

Il cantautore nascosto più visibile della storia non sarebbe mai diventato Lucio Battisti senza quel carattere fatto di carta vetrata come la sua voce. E se non fosse passato dalle serate nei locali come chitarrista a fornitore di successi a mezza musica italiana, a voce e partner della coppia d' autori più celebrata del pop nazionale, al rifiuto della popolarità con le canzoni del periodo ermetico, all' isolamento totale, alla negazione stessa della sua carriera da parte dei suoi eredi.

 

Una perseveranza che prosegue tuttora, a vent' anni dalla morte, una lotta contro i mulini a vento della memoria che si ostina a cantare le sue canzoni, che si commuove appena sente la sua voce pronunciare uno di quei versi storici: «Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi», che si eccita per i continui cambi di ritmo di quei pezzi, che ancora si domanda perché si sia rotto il formidabile sodalizio con Mogol, rifiutando di credere che dietro ci fosse un mero problema di percentuali sui diritti, che non rinuncia a pensare che, nella cassaforte di Grazia Letizia Veronese, ci sia ancora quel fantomatico ultimo disco che non ha visto la luce per la pervicace volontà della vedova di nascondere il suo ex marito agli altri.

 

mogol lucio battisti

Sulla signora Battisti sparano tutti, eppure le sue guerre puniche hanno preservato la storia di Lucio, contribuendo alla costruzione del mito perduto. Il canto libero battistiano ha continuato a viaggiare «evitando le buche più dure» dello sfruttamento (un contraltare a quanto capita a Fabrizio De Andrè, oggetto di riesumazione continua).

 

Impossibile cancellare il segno lasciato da quella voce priva di vibrato, vagamente non intonata, capace di destrutturare i canoni del pop nostrano, ignorando il canovaccio strofa-ritornello e aggiungendo un tocco internazionale alla canzone italiana divisa fra tradizione melodica e scimmiottamento di modelli lontani. Certo, anche Battisti aveva i suoi riferimenti, frutto di appassionati ascolti: le voci nere, Otis Redding, il rhythm' n'blues da cui aveva preso a prestito le discese ardite e le risalite ritmiche, Dylan, la discomusic. Ma aveva saputo condensare tutto in un linguaggio originale molto italiano, dalla forte linea melodica.

mogol lucio battisti

 

Una ventata fresca, che soffiò su un momento musicale confuso, mentre, in quegli anni 70, dominava l' impegno fatto di voce, chitarra e poco altro dei cantautori, decisi a privilegiare le parole sulla musica. Battisti era l' altra faccia del pianeta. Eppure quei due mondi, allora così lontani, oggi non mostrano nessun contrasto. Entrambi capaci di suscitare un' inguaribile nostalgia.

 

 

2. CON "IO VORREI, NON VORREI" M' INNAMORAI DELLA MELATO

Renzo Arbore per ''Il Messaggero''

 

lucio battisti e la moglie grazia letizia veronese 7

Lucio Battisti lo conobbi prima di Mogol. Me lo segnalò Christine Leroux, la discografica francese moglie di Cino Tortorella, il Mago Zurlì. Mi disse: c' è un ragazzo che suona con I Campioni di Tony Dallara e fa canzoni rivoluzionarie. Siccome abitavo sullo stesso pianerottolo di Alberto Durante, direttore della Ricordi a Roma, Battisti passava spesso a trovarmi per farmi sentire qualcosa. Non voleva assolutamente cantare, faceva l' autore. Un giorno venne a Bandiera Gialla da me e Gianni Boncompagni e ci portò la lacca, la prova di stampa del disco.

lucio battisti e la moglie grazia letizia veronese 6

 

«Ma come facciamo a presentarti se non canti?». E lui: «Non se ne parla, canto peggio di Mogol». Che aveva una vociaccia.

Gli rimediammo una chitarra e lo mandammo in radio.

 

PATERNITÀ

 Perciò rivendico la nostra paternità: al 70% fummo noi a convincerlo a cantare. Non c' erano le radio private. La Rai aveva i suoi programmatori, noi eravamo gli unici a mandare i brani che volevamo per i giovani. Inventammo il termine beat rubandolo clamorosamente a Kerouac. Poi invitammo Battisti in tv a Speciale per voi, aprile del '69, dove presentò Acqua azzurra acqua chiara.

 

 Prima lui e Mogol erano venuti a casa per farmi ascoltare il nuovo singolo, Dieci ragazze, più orecchiabile. Li presi in giro: «Avete fatto Cuore matto per un pubblico di ricchi?». Mi impuntai. Il singolo doveva essere il lato b, Acqua azzurra acqua chiara. Il problema per loro era che a un certo punto il brano si fermava perciò, quelli che i dischi li ballavano, sarebbero rimasti interdetti. Invece fu un successo.

grazia letizia veronese

 

I GIRI ARMONICI

L' anno dopo tornò ospite. Qualcuno del pubblico lo contestò, ma lui lo mise a tacere: «Vi emoziono o no?». Perché di quello si trattava, di emozioni. Aveva una grande personalità, una voce moderna, affascinante. Ed era profondamente musicista. I suoi giri armonici erano originali, li scovava lui, al punto che risultava quasi ostico suonarlo. Ricordo che all' inizio i pianisti di pianobar non facevano le sue canzoni, non le capivano, non erano abituati. Dopo, le sue invenzioni fecero scuola. Per i testi, Lucio e Giulio si ispiravano anche alle vicende personali degli amici.

 

RENZO ARBORE MARIANGELA MELATO resize

Qualcuno veniva lasciato dalla moglie? Loro si facevano raccontare l' esperienza. Anna, ad esempio, era la moglie del discografico, che, nonostante tutte le proposte di aspiranti cantanti, sceglieva sempre la sua donna. Voglio Anna, appunto. Una sera Lucio mi fece visita e trovò la casa attrezzata con luci soffuse e giradischi acceso. Aspettavo una ragazza, che non era la mia fidanzata ufficiale.

 

Credo abbia preso spunto per Innocenti Evasioni. Non mi ritrovo nei racconti di un Lucio introverso.

Io ho conosciuto un bravo ragazzo, cordiale, allegro, che rideva molto alle mie stupidaggini. Era refrattario alla mondanità, questo sì. Una sera passò da me e gli dissi: «Che fai a Roma da solo stasera? Io vado a casa di Agostina Belli con una nuova amica attrice, si chiama Mariangela Melato.

RENZO ARBORE E MARIANGELA MELATO

 

Ti prometto che se vieni non ti costringiamo a suonare». Accettò. Alla villa alla Giustiniana l' atmosfera era familiare, lui si sentì a suo agio, prese una chitarra e ci fece sentire una nuova canzone, Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi. Il ritratto dell' indecisione. Lì incrociai lo sguardo di Mariangela e nacque la nostra storia d' amore. Mi commuovo a ricordare.

 

 

3. LITE CONDOMINIALE PER DUE FINESTRE L' ULTIMA «QUERELLE» DI CASA BATTISTI

Andrea Laffranchi per il ''Corriere della Sera''

 

Nel suo curriculum giudiziario non poteva mancare la classica lite condominiale, specchio dell' Italia con la carta bollata in mano. È l' ennesima causa che vede coinvolta la vedova di Lucio Battisti, Grazia Letizia Veronese, e non ha nulla a che vedere con la musica del cantautore scomparso nel 1998.

 

Tutto gira attorno a due finestre che dall' appartamento di proprietà della famiglia Battisti danno sul vano scala di un condominio di Rimini.

Nel 2011, secondo la vedova e il figlio, sarebbero state sostituite con dei nuovi infissi. Per altri condomini non esistevano proprio e sarebbero state realizzate da zero. Il figlio Luca Filippo, un altro condomino e l' operaio che dice di aver realizzato i lavori all' epoca sono indagati per falsa testimonianza perché in una prima causa civile avrebbero detto che quelle finestre esistevano dal 1981.

 

LUCIO BATTISTI 4

Altri condomini avevano sostenuto che erano spuntate dal nulla. Il processo è in corso ed è prevista un' udienza a fine mese. Ma la lite non si è fermata alla data di nascita dei lavori. In parallelo Veronese aveva denunciato per calunnia e diffamazione la vicina che aveva risposto con una analoga causa. La vedova Battisti è stata rinviata a giudizio e un' udienza è prevista per maggio.

 

Grazia Letizia Veronese è combattiva. Non molla. Dalla morte del marito ne ha gestito l' eredità musicale partendo da un' idea di integrità artistica molto rigida. Insomma, sembra che senza Battisti non ci debba più essere la sua musica. Lei e il figlio hanno sempre negato l' autorizzazione all' inserimento delle canzoni in spot pubblicitari e colonne sonore. Hanno anche bloccato la digitalizzazione del catalogo che non è mai stato disponibile per il download legale e nemmeno ora sulle piattaforme di streaming. Chi vuole ascoltare Battisti oggi deve comprare un vinile o un cd (e l' ultima raccolta l' anno scorso è andata al numero 1 delle classifiche) oppure cercare su YouTube, dove non esiste un catalogo ufficiale.

 

Questo perché i diritti editoriali sulle canzoni sono nelle mani di Acqua Azzurra, società divisa fra la famiglia (56%), Universal Ricordi (35%) e Giulio Rapetti in arte Mogol (9%). Proprio l' autore dei testi ha fatto causa: se la musica non viene sfruttata c' è un danno economico. Il tribunale gli ha dato ragione assegnandoli un risarcimento milionario e la società, che fa gola a molti, è stata messa in liquidazione.

mogol e battisti

 

Non solo avvocati. La signora è più volte intervenuta in via informale per chiedere che non venissero utilizzate immagini o canzoni di Lucio in trasmissioni televisive. A leggere gli atti dei processi si capisce quanto sia tenace nel perseguire il suo obiettivo: Morandi e Pupo hanno testimoniato di essere stati travolti dalle sue parole per aver usato i brani di Lucio in alcuni show. E chissà cosa penserà dello speciale di Techetechetè dedicato ai due Lucio della canzone, Battisti e Dalla, in onda oggi alle 17 su Rai1.

 

mogol e battisti 2

In epoca pre-social e selfie Battisti era ossessionato dalla privacy al punto di essere praticamente sparito. Niente foto, né apparizioni tv o interviste con i giornali: in pubblico doveva esistere solo la sua musica. Grazia Letizia Veronese ha fatto lo stesso: niente interviste o commemorazioni. Né organizzate dalla famiglia, tantomeno da altri. Come sa il comune di Molteno, paesino del lecchese dove il cantautore si era ritirato per vivere lontano dai riflettori, che si è visto portare in tribunale per aver organizzato una manifestazione in memoria di Lucio.