IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – A 83 SE NE VA PURE ROD TAYLOR, BRAVO ATTORE AUSTRALIANO, EROE HITCHOCKIANO NE ‘’GLI UCCELLI’’, MA ANCHE RICCO CAPITALISTA PER ANTONIONI IN ‘’ZABRIESKIE POINT’’

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Rod TaylorRod Taylor

Marco Giusti per Dagospia

 

Se ne va pure Rod Taylor, nato a Sydney e scomparso a 83 anni a Los Angeles, dove era sempre vissuto. Bravo attore australiano che Hollywood impose come protagonista al cinema e in tv tra i primi anni ’60 e tutti i ’70, fu eroe hitchockiano ne Gli uccelli, ma anche viaggiatore nel tempo nel geniale L’uomo che visse nel futuro di George Pal, ricco capitalista per Michelangelo Antonioni in Zabrieskie Point, giovane ribelle per John Ford in Il magnifico irlandese, cowboy violento per Samuel Fuller in La rossa ombra di Riata, perfino voce originale del cane Pongo in La carica dei 101.

 

Amato da Quentin Tarantino, forse per il suo macaroni war movie Gli eroi di Duccio Tessari, che lo volle truccatissimo come Winston Churchill in Inglorious Bastards, il suo ultimo film. Ragazzone robusto e bravo attore shakesperiano, poteva fare qualsiasi ruolo, irlandese, newyorkese, perfino troiano, spaziando su tutti i generi, commedia, western, spionistico, cappa e spada, peplum.

 

E avendo a fianco qualsiasi partner, da Jane Fonda a Claudia Cardinale, da Gianna Maria Canale a Catherine Spaak, da Jill St. John a Julie Christie, da Doris Day a Edy Vessel. Dopo aver esordito in teatro e al cinema in Australia, Hollywood lo assolda nel 1954 grazie Long John Silver di Byron Haskin, notevolisso sequel de L’isola del tesoro disneyana, girato in Australia dove interpreta il ruolo di Israel Hands.

 

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Lo troviamo così in piccoli ruoli in grandi filmoni americano, cone Il gigante di George Stevens e L’albero della vita di Edward Dmytryk, ma anche in molti telefilm, dove invece ha già ruoli consistenti. Si mette in luce in Tavole separate a fianco di David Niven e Wendy Hiller e in un episodio di Ai confini della realtà che lo porta a fare il protagonista nel 1960 di L’uomo che visse nel futuro (The Time Machine) di George Pal.

 

Giovane protagonista brillante, lo troviamo così in due curiosi film italiani, il folle e parodistico La regina delle Amazzoni di Vittorio Sala, dove è Pirro, guerriero troiano, in mezzo a bellezze come Dorian Gray e Gianna Maria Canale e a forzuti come Ed Fur, e Il dominatore dei 7 mari di Rudolph Maté e Primo Zeglio. Vero scheletro nell’armadio, che Rod Taylor giurava di aver girato solo per star vicino alla sua amante di allora, Anita Ekberg, La regina delle Amazzoni verrà massacrato e doppiato nella versione americana e mostrerà il suo Pirro come una superchecca da varietà.

 

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Un delirio. Per fortuna che Alfred Hitchock lo vuole a fianco di Tippi Hedren nel capolavoro Gli uccelli nel 1963, il film che lo consacrerà come nuovo protagonista del cinema americano, macho e recitante. Un po’ alla Sean Connery, che è più bello ma meno duttile. E Ford lo vorrà nel suo film irlandese Young Cassidy, cioè Il magnifico irlandese, dove Taylor divide la scena con Julie Christie e Maggie Smith.

 

Ma lo troviamo anche nel corale The VIPs assieme a Richard Burton e a Elizabeth Taylor, nell’interessante Una domenica a New York come partner di Jane Fonda, nello spionistico SSS sicario servizio speciale a fianco di Jill St. John. Sarà partner di Doris Day in ben due film, La mia spia di mezzanotte di Frank Tashlin e Non disturbate di Ralph Levy. Mentre Richard Quine lo vorrà protagonista di Hotel, da noi Intrighi al Grand Hotel, dove si cercherà di lanciare come stella di Hollywood anche Catherine Spaak. Negli anni ’60 gira ogni genere di film, da Arrest! di Ralph Thomas al modesto I contrabbandieri del cielo di Joseph Sargent con Claudia Cardinale.

Rod TaylorRod Taylor

 

Allora colpì tutti un piccolo western complesso e intelligente come Chuka, da noi Vivere da vigliacchi, morire da eroi, diretto da Gordon Douglas con John Mills e Luciana Paluzzi, mentre Martin Scorsese mise tra i suoi guilty pleasures lo spettacolare e fascistissimo Dark of the Sun, Il buio oltre il sole, diretto da Jack Cardiff, dove Rod Taylor è a capo di un grppo di mercenari nel Congo in rivolta.

 

Non era affatto male Darker Than Amber di Robert Clouse, mentre è l’unica star di Zabrieskie Point di Michelangelo Antonioni, che per la Metro del 1968 fu un flop mostruoso. Gli anni ’70 lo vedono più attivo in tv che al cinema, la non era male né Gli eroi di Duccio Tessari con Rod Steiger e Rosanna Schiaffino, né il pasticciato La rossa ombra di Riata che Samuel Fuller iniziò e venne poi terminato da Barry Shear, violentissimo western con un  Richard Harris fuori di testa, influenzato sia dai nostri spaghetti western che da Sam Peckinpah. Tornò anche saltuariamente in Australia per girare qualche film in patria, ma rimase di base a Los Angeles. Ha avuto ben tre mogli.