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“MI CI SONO VOLUTI 61 ANNI PER CAPIRE CHE DROGHE E ALCOL NON ERANO UN ELISIR MA UN'ILLUSIONE” – IL REGISTA ABEL FERRARA SI RACCONTA IN UN’AUTOBIOGRAFIA: “SPESSO MI CHIEDO: PERCHÉ IO SONO SOPRAVVISSUTO, MENTRE ALTRI NO? VOLEVO DISTRUGGERMI MA HO AVUTO FORTUNA: NON MI SONO AMMALATO, NON MI HANNO SPARATO, NON ERO NEL POSTO SBAGLIATO AL MOMENTO SBAGLIATO” – “ASIA ARGENTO? È UN TALENTO TOTALE. È SOBRIA ANCHE LEI, QUESTO CI LEGA ANCORA DI PIÙ” – LE AMICIZIE CON SEAN PENN E IL FRATELLO CHRIS, GÉRARD DEPARDIEU, LA FEDE E QUELLA VOLTA CHE DOVEVA DIRIGERRE “CARLITO’S WAY” MA…

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Estratto dell’articolo di Arianna Finos per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2025/11/20/news/abel_ferrara_intervista_autobiografia_scene_nave_di_teseo-424991358/

 

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Piazza Vittorio. Il sole attraversa la vetrina del locale, il Brick. Sul bancone, il memoir di Abel Ferrara, Scene, in libreria da domani con La nave di Teseo. […] Tra bestemmie, visioni e lampi di tenerezza, attraversa 40 anni di autodistruzione e di cinema popolati da fantasmi e compagni di viaggio. […] E poi la pace trovata tra Napoli e Caserta: ha smesso di drogarsi e riscoperto la fede.

 

[…] Dedica pagine intense a suo padre, allibratore del Bronx. I poliziotti corrotti, sua moglie che piangeva, la Pontiac distrutta dagli strozzini, il tentato suicidio.

«L'amore e il sostegno dei miei hanno contribuito a rendermi l'artista che sono. Vengo da una famiglia del Sud Italia, lo stile del Sud è operistico, drammatico, diretto. A casa mia tutto era sul tavolo, sentimenti, parole, discussioni. Poi sono uscito nel mondo e ho incontrato persone che trattenevano tutto».

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Tra i compagni di viaggio ci sono Chris Penn e il fratello Sean. Il set di "The funeral" fu un campo di battaglia creativo, Chris che cercava la verità della scena fino a spingersi oltre, lei che non lo fermava mai.

«Spesso mi chiedo: perché io sono sopravvissuto, mentre altri no? Volevo distruggermi ma ho avuto fortuna: non mi sono ammalato, non mi hanno sparato, non ero nel posto sbagliato al momento sbagliato. Loro vivono nei film. È la bellezza dell'arte. Il rimpianto è che la soluzione era lì e non la vedevo. Mi ci sono voluti 61 anni per capire che droghe e alcol non erano un elisir ma un'illusione».

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[…] Gérard Depardieu: scrive che "Welcome to New York" nacque una notte a Chinatown davanti alla tv, a Parigi giraste senza copione, improvvisazioni e vino rosso. Diceva "io sono lui, Abel".

«Eravamo amici. È stato lui a voler interpretare Strauss-Kahn. Ha portato talento, esperienza, e budget. Ci avrei lavorato ancora, ma la vita prende altre direzioni».

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Asia Argento. Le fughe, gli hotel devastati, una grande connessione.

«Le donne hanno contato molto, come artiste e esseri umani. Asia è un talento totale. Quando entra in scena capisco perché esistono i film. È sobria anche lei, questo ci lega ancora di più. Con lei non serve dirigere troppo, bisogna ascoltarla. Porta verità, pericolo, istinto. Faremo American nails, ispirato al mito di Fedra, con Riccardo Scamarcio».

 

[…] Perse la regia di "Carlito's Way": era all'Hotel du Cap di Antibes, si mise sotto la giacca una bottiglia di vino di uno dei produttori. Il suo sarebbe stato film fedele al romanzo, nel ‘75, Pacino e Keitel.

«Un esempio di come Hollywood possa distruggere il potenziale di un film. Hanno mezzi, soldi, attori, eppure le procedure schiacciano la verità. Lo studio ha snaturato il progetto. È capitato anche a me».

 

[…] Che cosa la spaventa?

«Mark Twain diceva: le peggiori cose della mia vita non sono mai accadute. Posso temere che un bus sfondi la vetrata proprio ora, ma non ha senso vivere in paranoia».

 

La sua vita spirituale?

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«Sono nato cattolico, i miei maestri buddisti hanno dormito nei conventi francescani: c'è una fratellanza. Un tossico è l'essere più egocentrico: si isola dal mondo. Il Buddismo ti ricorda che la sofferenza esiste, ma non è la condizione naturale dell'uomo».

 

Vuole aggiungere qualcosa?

«Solo questo: la verità è un lavoro quotidiano. Che sia un film, un libro o una conversazione, l'obiettivo è togliere la nebbia. E restare nel reale, senza paura».

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