DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
- Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
IL PM JOHN HENRY WOODCOCK FUORI DALLA SEDE MILANESE DELLA LEGA NORD
1. AVVISI AI NAVIGATI
Rischia di non essere solo un’inchiesta sulla metanizzazione di Ischia quella che ha portato in carcere nove persone, in gran parte manager della Cpl Concordia di Modena. Secondo il Corriere c’è un secondo testimone, un dirigente della Cpl, che sta collaborando con i magistrati e ha già messo a verbale che nella rete di Francesco Simone, il responsabile delle relazioni esterne, c’erano “ministri, politici e amministratori pubblici” (p. 16). Se è vero non servirà aspettare molti giorni per scoprire chi sono i ministri che avevano rapporti con la cooperativa modenese.
Ma c’è di più, tornano i “rapporti privilegiati” con il giro stretto renziano. Repubblica scrive che c’è un’informativa dei carabinieri in cui, riferendosi a Simone, si dice che “riesce ad avere un canale preferenziale sia con il segretario Pd Matteo Renzi, sia con Luca Lotti e Dario Nardella” (p. 4). Più probabile, come riporta la Stampa, che l’informativa si riferisca invece al generale Michele Adinolfi (p. 4). E però resta sempre da chiarire che cosa dovessero dirsi Renzi, Lotti e Nardella con il generale della Finanza. Adinolfi, in una intervista della scorsa settimana, ha rivelato che Renzi lo ha chiamato e gli ha detto di “stare tranquillo”. Chissà quali rassicurazioni (e da chi) ha a sua volta ricevuto il presidente del Consiglio.
La sensazione è che l’ultima inchiesta di Woodcock possa riservare ancora dei colpi di scena e che possa avere dei contraccolpi sul governo. Anche per questo sarebbe forse prudente che l’esecutivo si astenesse dall’intervenire con urgenza, come sembra voler fare, sulla delicata materia delle intercettazioni. Oggi l’avvocato Caterina Malavenda, uno dei massimi esperti italiani di diritto dell’informazione, scrive sul Corriere che le proposte uscite nei giorni scorsi restringono il diritto di cronaca e rischiano di danneggiare magistrati e giornalisti per fare un favore agli “ascoltati”. “Occorre ragionare con pacatezza, senza fretta e non sull’onda delle polemiche”, suggerisce la Malavenda (p. 11). Ha senz’altro ragione, perché se l’inchiesta lambisce in qualche modo Palazzo Chigi si rischia il fallo di reazione.
matteo renzi e agnese landini e nardella all'inaugurazione di pitti
2. INCHIESTE ALLA WOODCOCK
Come detto, il Corriere alza il tiro: “Cpl, c’è un nuovo testimone: ‘Nella rete anche ministri’. Quei fondi occulti in Tunisia”. Il manager Simone intercettato: “Ero diventato l’italiano più potente giù, avevo tutta Finmeccanica. Quando tu hai cose in Tunisia l’ufficio è gratis”. In un’altra telefonata, Simone e il collega Rinaldi parlano dell’interessamento di Giulio Tremonti per la trasformazione della Cpl distribuzione in una Spa (p. 16).
Repubblica riporta: “Tangenti, il manager pentito mette nei guai la coop rossa, altri trenta appalti nel mirino. Simone voleva fuggire in Tunisia. I pm allargano le indagini. Nelle carte il ‘canale preferenziale con Renzi, Lotti e Nardella” (p. 4). Poi intervista il dermatologo Antonello Soro, nostro sommo garante della Privacy, che dice: “Non difendo solo i politici, le intercettazioni irrilevanti rovinano la vita della gente” (p. 5). Ma certo, difende “la gente”.
Anche la Stampa fomenta il clima di attesa: “Tangenti Cpl, il manager pentito detta la svolta nell’indagine di Napoli. Dopo il filone di Procida, l’attesa per le nuove dichiarazioni di Simone” (p. 4). Il Messaggero fa qualche nome in più: “Cpl, la rete del manager ‘pentito’. Simone, il capo delle relazioni esterne della coop, pronto a raccontare i pagamenti ai politici e i fondi neri in Tunisia. Negli atti il tentativo di arrivare all’ex ministro Lupi. I contatti con Riggio, presidente Enac, e la promessa di assumere il figlio” (p. 11).
Libero scava un po’ nel passato di Simone e scrive: “La storia del manager coop che riuscì a fregare pure Craxi. Simone, gola profonda dell’inchiesta su Cpl Concordia, è definito “fedelissimo di Bettino”. Ma il leader socialista lo cacciò accusandolo di essersi intascato i soldi affidati dal partito” (p. 6).
3. UN UOMO SOLO AL COMANDO
Il Messaggero, dopo averlo comodamente intervistato a Pasqua, scruta le mosse di Matteo Renzi: “Renzi completa il rimpasto ma cresce l’ipotesi elezioni. Per il dopo Delrio favoriti De Vincenti e Fedeli che libererebbero un incarico in più per Ncd. Se non va in porto la riforma elettorale per il premier ‘inevitabili’ urne anticipate” (p. 5).
4. DAI PARENTI MI GUARDI DELRIO
Il Giornale avvisa bonariamente Delrio, arrivato alla guida di un ministero delicato: “Il ‘metodo Delrio’ non è reato ma al ministero rischia grosso. Il nuovo titolare delle Infrastrutture è stato accusato in passato di favoritismi e parentopoli senza mai vacillare, mentre Lupi è saltato per un Rolex al figlio. Quando era sindaco di Reggio Emilia un appalto fu assegnato alla ditta di suo cugino. Un altro parente è stato assunto come dirigente nel settore edilizia pubblica” (p. 4).
5. RIPARTE LA CACCIA AI SOLDI
Governo alle prese con la manovra di finanza pubblica, con l’obiettivo di evitare l’incremento dell’Iva. Corriere: “Pareggio rinviato al 2018 per salvare la ripresa. Il governo potrebbe chiedere a Bruxelles lo slittamento di un altro anno. L’obiettivo di evitare l’aumento Iva. Per il 2016 e 2017 il deficit non scenderebbe all’1,8% stabilito dagli accordi con l’Ue ma resterebbe sopra il 2%” (p. 6). Per Repubblica, “Dodici riforme in due anni, l’Italia si impegna con la Ue ma è corsa contro il tempo. Ecco il piano per avere più flessibilità da Bruxelles. Misure anche nella sanità. Decreto sulle città metropolitane. Oggi al Consiglio dei ministri primo esame del Def, in vista del varo di venerdì” (p. 2).
piercarlo padoan con la moglie
Stampa: “Def, via alle nuove stime. Almeno 10 miliardi di tagli. Enti locali, ministeri e municipalizzate: tutti dovranno risparmiare. Da risolvere il nodo delle tasse sul lavoro, gli sconti per il 2016 sono scoperti” (p. 2). Cifre più impegnative sul Messaggero: “Costi standard per Regioni e Asl, verso una manovra da 20 miliardi” (p. 2).
Intanto il Corriere fa un’opera meritoria andando a vedere le vecchie stime sul Pil: “Quella tendenza a sovrastimare il Pil. In sette anni la differenza arriva al 14%. Il divario realtà-previsioni. Francia e Germania, l’errore è del 6 e del 3,6%” (p. 6).
6. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Per la seria “I tartassati”, “Tasse sulla casa +178% in tre anni. Le stime per il periodo 2011-2014 della Confedilizia che spiega con il peso del fisco la crisi del settore. Negozi, i tributi incidono per il 60% rispetto a quanto incassa il proprietario con l’affitto. Freno agli investimenti” (Repubblica p. 25)
7. ULTIME DA FARSA ITALIA
Il Banana è sempre alle prese con un partito che rischia di esplodergli tra le mani. “Il compromesso di Berlusconi in Puglia. L’ex premier: Schittulli resta il nostro candidato. Ma continua in tutte le regioni la battaglia sulle liste” (Corriere, p. 10). Per Repubblica, “Forza Italia sola in Puglia. Alfano si schiera con Fitto. Berlusconi: temo il disastro. Anche il simbolo finisce nella lite tra leader e ribelli. Il 23 l’ex Cavaliere al vertice Ppe per ‘riaccreditarsi’” (p. 6). Sulla Stampa, “Tribunali e timori di un flop di FI. Berlusconi in silenzio elettorale. Manca ancora il verdetto della Sorveglianza: per le Regionali non si spenderà” (p. 7). Messaggero: “Caos FI, niente probiviri. Impossibile espellere Fitto. ‘Si è messo fuori da solo’. Inutili gli appelli di Berlusconi all’unità, l’ex ministro verso la scissione e la formazione di nuovi gruppi in Parlamento” (p. 8).
LUCA ODEVAINE DURANTE LE OPERAZIONI DI SGOMBERO DEL CAMPO ROM DI VIA TROILI A ROMA
8. MARCIO SU ROMA
Il Corriere torna su Mafia Capitale e scodella una pagina di Sergio Rizzo sul centro rifugiati di Mineo: “Il mistero di Odevaine, da Mafia Capitale al contratto con il centro rifugiati di Mineo. Chiamato come esperto per un bando da 98 milioni e poi assunto. Cantone: appalto illegittimo. Abituato a incarichi istituzionali ai massimi livelli, vira su un ruolo periferico e part-time” (p. 17).
9. LA MARCIA DI UBER
Difficile fermare Uber, l’alternativa economica ai taxi. “Addio al divieto dei singoli Stati. L’Europa pronta a legalizzare Uber. Il servizio con la app è in 22 Paesi Ue. Le resistenze di Italia, Francia e Germania. I tassisti: finora è stata concorrenza sleale, serve una legge per i consumatori” (Stampa, p. 15).
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