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IL GOSSIP È MORTO, VIVA IL GOSSIP! – "ALFONSINA" SIGNORINI: “TUTTI DISINIBITI SUI PALCHI E AGNELLINI IN PRIVATO. È PIÙ INTERESSANTE LA MIA DOMESTICA SETTANTENNE, CHE VORREBBE UN UOMO CON LA MACCHINA E SI VANTA DI NON AVER MAI FATTO UN POMPINO, CHE ELODIE CHE OGNI GIORNO TI SPIATTELLA IL LATO B IN FACCIA” – QUANDO ANDÒ A CUBA IN CERCA DI CAZZI: “IL MIO PRIMO UOMO SI CHIAMAVA ULISSE E IO MI SENTIVO PENELOPE. MA ALL'OCCORRENZA, MI TRASFORMAVO NELLE SCROFE DELLA MAGA CIRCE” – LA “PROTEZIONE” DI BERLUSCONI (“PER LUI MI SAREI GETTATO NEL FUOCO”), LA MEDIAZIONE CON RENZI E LA SENSAZIONE DEL DECADIMENTO DEL MONDO DEL GOSSIP: “LO COLSI NEL MOMENTO DI MASSIMO SPLENDORE, UNA NOTTE A CASA DI LELE MORA, QUANDO TUTTI SE NE ANDARONO E MI CHIESE DI…”
Estratto dell'articolo di Raffaele Panizza per “la Repubblica – D”
[…] Alfonso Signorini […] ha vissuto gli ultimi anni oscillando tra due spudoratezze: quella del gossip e quella dei reality show.
Laddove il primo è la scienza del privato che in piazza si svela, mentre il secondo è la pratica dell'intimo che in pubblico si crea e si distrugge, in una spirale di sommersi e salvati di cui lui è Dante, Virgilio, Papa e Caronte. Non a caso, sia chi lo teme sia chi lo ama, l'ha ribattezzato "sommo poeta".
ALFONSO SIGNORINI PAOLO GARIMBERTI
Per 18 anni direttore del settimanale Chi e ora alla guida del Grande Fratello, appena conclusa l'ultima edizione […] è saltato su un aereo per un viaggio di 36 ore, nel giorno del sessantunesimo compleanno, con l'intento esplicito di non parlare con essere umano alcuno a parte lo storico fidanzato Paolo Galimberti.
La meta? L'ha tenuta segreta.
Le intenzioni riguardo al futuro, pure: «Ho bisogno di ritrovare me stesso», ammette. Come a dire che il pendolo non logora solo chi lo subisce, ma anche chi da trent'anni lo aziona.
La foto pigra del suo profilo WhatsApp, mentre sonnecchia con un panama calato sugli occhi, in che senso la rappresenta?
«Sono decadente e da quando ho tre anni ho per compagna la melancolia.
Amo consegnarmi alla dolcezza del ricordo, che così s'idealizza. Mentre il futuro mi crea ansia. Anzi, è una dimensione che non so immaginare e non esiste».
Scalatore sociale come le persone che ha messo in prima pagina, lei, quindi non è.
«Grandi obiettivi nella vita non ne ho avuti e tantomeno sono stato ambizioso. In tutta schiettezza, mi ritrovo ad avere ciò che non avrei mai pensato di poter avere.
In compenso sono stato capace di far salti nel buio e farmi male, come quando lasciai la Mondadori perché m'ero rotto le scatole di essere soltanto "l'Alfonso Signorini di Chi", o quando ho accettato la regia della Turandot senza neppure sapere cosa fosse una quinta».
silvio berlusconi alfonso signorini e mara venier foto di chi
Anche perché le uniche quinte che aveva visto erano nei corpetti di certe maggiorate da rotocalco.
«In effetti ne ho viste parecchie ma godute poche! Se si esclude un'avventura con Valeria Marini e pochi altri flirt con donne della tivù il cui nome non rivelerò mai.
Del resto venivo dalle biblioteche, insegnavo al liceo dei Gesuiti e vivevo come un monaco trappista: è normale che davanti a Ela Weber mezza nuda in un camerino, il fascino del mondo dello spettacolo lo subissi anche io».
Mettendoci in contatto la sua segretaria ha detto: "Ok all'intervista, ma niente gossip". Commenti a piacere.
«Se il vostro scopo fosse stato chiedermi dell'ultimo amore segreto di Belén avrei declinato, anche perché quel mondo mi diverte sempre meno.
Insomma, se a 61 anni fossi ancora lì a entusiasmarmi per l'uomo nuovo della Rodríguez mi metterei tristezza da solo, la stessa che mi trasmettono certi coetanei che ballano sui tavoli a Saint-Tropez».
A dire "smetto, non mi interessa più", però, proprio non ce la fa.
«Non ce la faccio perché dentro rimango una serva e se c'è da spettegolare non mi tiro indietro, ma lo faccio su altri tipi di persone.
Diciamo che il termometro della mia curiosità si è spostato e vorrei crescere un po'. Anche perché credo di avere parecchie frecce nella faretra: ad esempio, sarei un ottimo divulgatore culturale».
A proposito di divulgazione, in un'intervista recente ha detto: "Andavo a Cuba in cerca di cazzi". Essere spudorati è un modo per disarmare gli avversari?
«Assolutamente sì. Anche perché scheletri nell'armadio non ne ho e quindi dico tutto ciò che mi pare interessante e costruttivo. Quelle trasferte erotico-professionali a Cuba hanno affinato la mia sessualità e la mia affettività.
Ci andavo a spese del giornale, è vero, ma insieme agli amanti racimolavo i servizi: intervistai Aleida Guevara, figlia del Che.
E trovai il pescatore che ispirò Ernest Hemingway per Il vecchio e il mare. Mi raccontò che erano stati amanti. Fu uno scoop internazionale».
Sessualmente non si sentiva colonialista?
«No, sono geisha e il servito di turno era sempre lui. A Cuba ebbi il mio primo uomo: si chiamava Ulisse e io mi sentivo Penelope. Per anni sono stata una donna diversa in ogni isola. E all'occorrenza, mi trasformavo anche nelle scrofe della maga Circe».
alfonso signorini e valeria marini
Dov'è scappato lo scorso 7 aprile?
«In Australia. Volevo vedere i luoghi di Uccelli di rovo ed essere più lontano possibile».
Si ritiene un sociopatico funzionale?
«Più vado avanti e più odio il genere umano. Ma sono anche cattolico, quindi con quell'afflato di amore universale che mi porta alla commozione davanti a un vecchietto.
Per il resto sono "patico" di tante cose: un ipocondriaco impressionante ad esempio, tant'è che prima di partire mi sono sottoposto a una risonanza total-body da cui è risultata un po' di artrosi cervicale.
Una settimana dopo ho riprenotato ma i medici si sono rifiutati di farmela. Il primario del San Raffaele ha detto: ma lei nella vita non ha un cazzo da fare?».
[…] Lei ha attraversato un mondo i cui sopravvissuti ora sono un po' grotteschi: Mora, Corona, Gregoraci, Rodríguez, Marini. Come si è salvato?
«Tagliando i ponti, tanto da essere considerato ingrato. Ma fin dall'inizio mi son reso conto che se volevo sopravvivere, salvare la mia coscienza e custodire la mia profondità, avrei dovuto farlo.
MARTA FASCINA SILVIO BERLUSCONI - FOTO CHI
Quel mondo, che mi ha sedotto e ci ha sedotti, in fondo mi deprimeva.
Non vedevo divertimento nelle sciabolate, nei frigoriferi pieni, nei trenini: ci vedevo pochezza ed era tutto farlocco.
Colsi il decadimento nel momento di massimo splendore, una notte a casa di Lele Mora, quando tutti se ne andarono e mi chiese di restare un po' per fargli compagnia, crollò sul divano e restai lì a vederlo russare. Vidi la solitudine del re».
ELODIE LOTTA CONTRO IL PATRIARCATO
Negli scandali privati, da Noemi Letizia al Bunga Bunga, protesse Berlusconi per convenienza, convinzione o per tenerezza?
«Se l'ho protetto, l'ho fatto nell'ultima fase della sua vita. Ai tempi lo aiutai. Non me ne sono mai pentito e lo feci per amore».
Sua moglie Veronica Lario pubblicò una lettera su Repubblica parlando di "Ciarpame senza pudore" e alludendo a un uomo malato.
«Quando uscì lo scandalo mi trovavo alle Maldive con alcuni amici. Mandò un aereo a prendermi, mi chiese di tornare.
Mi stupì vederlo non sopraffatto dalla rabbia quanto completamente spaesato e, soprattutto, convinto di essere in buona fede e nella ragione.
Quando morì mia madre non mi lasciò un secondo. E mi stette vicino in tante vicende personali. Compresa la faccenda segreta che non rivelerò mai. Per lui mi sarei gettato nel fuoco».
silvio berlusconi matteo renzi
Uno snodo politico in cui ha mosso pedine nell'ombra c'è stato?
«Questo non lo sa nessuno. Quando Renzi divenne presidente del Consiglio feci da mediatore tra lui e Berlusconi: ci incontravamo in gran segreto all'Hotel Bernini, a Roma, per discutere del Patto del Nazareno e altre questioni vitali del Paese.
Traducevo Berlusconi a Renzi ma soprattutto viceversa. Purtroppo, non ne venne fuori nulla di concreto».
Ma perché scelsero proprio lei, che di lavoro faceva il dissacratore?
«Perché è più facile riporre fiducia in un mediatore che si presta per pura passione, piuttosto che in un faccendiere che lo fa di mestiere»
ALFONSO SIGNORINI ANDREA GIAMBRUNO
Un tempo la pasta dei politici, dei capitani d'industria e degli artisti era fatta di virtù pubblica e vizi privati. Oggi, con tutti disinibiti sui palchi ma in privato agnellini, sembra il contrario.
«Ed è il motivo per cui il gossip è morto. La ragione per cui è più interessante la mia domestica settantenne, che vorrebbe un uomo con la macchina e la casa al lago e si vanta di non aver mai fatto un pompino in vita sua, piuttosto che Elodie che ogni giorno ti spiattella il lato b in faccia».
Quando esistevano i grossi personaggi il pettegolezzo era uno strumento democratico in mano al popolo?
«No, perché il popolo non l'ha mai gestito. Al contrario, era uno strumento di ricatto, potere e sopraffazione. Nel caso migliore, un passatempo per riempire l'horror vacui delle nostre esistenze».
mara venier alessia marcuzzi a pranzo da alfonso signorini con la berlusconi family
belen rodriguez 1
lele mora belen 3
lele mora
lele mora belen 1
Irene Ghergo , Alfonso Signorini , Valeria Marini
silvio berlusconi lascia palazzo chigi tra gli applausi
SILVIO BERLUSCONI - CHI
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belen rodriguez 2
mara venier alessia marcuzzi a pranzo da alfonso signorini con la berlusconi family
alfonso signorini
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